FCA nel mirino dei controlli Usa per le emissioni diesel. "Falsati i dati". I vertici aziendali "Nessuna violazione, non siamo la Wolkswagen". Nel mirino anche la Renault. Sono già gli effetti della politica protezionistica che vuole Trump?

di redazione 12/01/2017 ESTERI
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Fca sotto accusa in Usa: l'Agenzia per la Protezione ambientale americana accusa l'azienda di aver usato un software per consentire emissioni diesel sopra i limiti. E, secondo quanto riporta la Cnbc, Fca potrebbe andare incontro a sanzioni  fino a 4,63 miliardi di dollari. "Pronti a collaborare, ma i limiti sono stati rispettati", replica la società.  

Dopo le indiscrezioni, Fca è affondata a Wall Street: i titoli sono arrivati a perdere il 18,39% a 9,05 dollari per azione. A Piazza Affari ha chiuso in calo del 16% a 8,8 euro. Crollo anche per Exor, il titolo della holding della famiglia Agnelli, che ha chiuso le contrattazioni cedendo il 9,4% a 40 euro.

La notizia è stata lanciata dall'agenzia di stampa Associated Press citando alcune fonti ed è stata poi confermata dalla Agenzia per la Protezione ambientale americana. Quest'ultima ha ufficializzato di aver notificato a Fca violazioni del Clear Air Act, ovvero delle norme sulle emissioni, su circa 104.000 veicoli. Nella sua nota l'Epa ha sottolineato che Fca potrebbe incorrere in sanzioni civili. I veicoli sui quali sarebbe stato montato (senza esser dichiarato) il software che consente emissioni diesel più alte degli standard sono i Jeep Grand Cherokee e i Dodge Ram, con i motori diesel 3.0 degli anni 2014, 2015 e 2016. Ora la sanzione potrebbe essere salata.  "La multa potrebbe essere pari fino a 44.539 dollari per veicolo", ha detto l'Epa. E siccome la notifica di presunta violazione della Clean air act riguarda circa 104.000 veicoli, si ottiene un totale di 4,63 miliardi di dollari circa.

Fca "ha schivato le regole ed è stata scoperta", ha specificato l'Agenzia. Non comunicare l'esistenza di un software che influisce sulle emissioni di un'auto "è una seria violazione delle legge. Tutte le case automobilistiche devono giocare secondo le stesse regole", ha messo in evidenza l'Epa. "Ancora una volta una casa automobilistica ha assunto una decisione per schivare le regole ed è stata scoperta": l'Epa e le autorità della California "si sono impegnate a rafforzare i test con il caso Volkswagen, e questo è il risultato della collaborazione".

La posizione dell'azienda. Ira di Marchionne - "I sistemi di controllo delle emissioni rispettano le normative applicabili", afferma Fca Us. La società - si sottoline in un comunicato - intende collaborare con la nuova Amministrazione "per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l'Epa e i clienti di Fca Us sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili".

E, in una conferenza stampa, l'amministratore delegato, Sergio Marchionne, ha detto che "non c'e' nulla in comune fra il caso Volkswagen e quello Fca. Dialoghiamo con l'Epa da piu' di un anno'', ha sottolineato il manager. 

''Per quanto conosco questa societa', posso dire che nessuno e' cosi' stupido'' da cercare di montare un software illegale. Fca sopravviverà anche se le dovesse essere comminata una multa di 4,6 miliardi di dollari, afferma ancora Marchionne, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. ''Spero ha continuato - non sia una conseguenza di una guerra politica fra l'amministrazione uscente e quella entrante'' negli Stati Uniti. Quello dell'Agenzia per la Protezione Ambientale e' il ''comportamento di un'agenzia che perdera' efficacia''.

Soltanto pochi giorni fa, sempre negli Usa e in particolare dal Salone dell'Auto di Detroit, il gruppo italo-americano sembrava avviato verso una luna di miele con la nuova presidenza in via di insediamento il 20 gennaio: dopo aver annunciato investimenti e la creazione di migliaia di posti di lavoro negli States, Fca si era guadagnata il ringraziamento pubblico del tycoon che ha recentemente sferzato tutte le cause automobilistiche intimandole a non delocalizzare la produzione in Paesi dalla manodopera più conveniente. E' sempre recente l'accordo tra le Autorità Usa e Volkswagenche pagherà altri 4 miliardi per il suo scandalo emissioni.

Secondo Fca, "I motori diesel di Fca Us - si legge nella nota - sono equipaggiati con hardware di controllo delle emissioni all'avanguardia, ivi incluso la tecnologia Selective catalytic reduction (Scr). Ogni costruttore automobilistico deve utilizzare varie strategie per controllare le emissioni al fine di realizzare un equilibrio tra le prescrizioni di Epa relative al controllo delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) e le prescrizioni relative alla durata, prestazioni, sicurezza e contenimento dei consumi. Fca Us ritiene che i propri sistemi di controllo delle emissioni rispettino le normative applicabili".

"Fca Us ha speso mesi - prosegue il comunicato della società - nel fornire una mole di informazioni all'Epa e ad altre autorità governative e in diverse occasioni ha cercato di spiegare le proprie tecnologie di controllo delle emissioni ai rappresentanti dell'Epa. Fca Us ha proposto diverse iniziative per risolvere le preoccupazioni dell'Epa, incluso lo sviluppo di estese modifiche del software delle proprie strategie di controllo, che potrebbero essere immediatamente applicate nei veicoli in questione, per ulteriormente migliorarne le prestazioni in termini di emissioni".

Renault: sospetti su motori diesel, titolo crolla  - Tre giudici francesi indagheranno sui dispositivi utilizzati da Renault per controllare le emissioni dei suoi motori diesel che si sospetta siano truccati: è quanto riferisce la procura di Parigi. La notizia ha fatto crollare il titolo in borsa, che sta perdendo il 4,06% a 82,05 euro.
Il fascicolo giudiziario è stato aperto il 12 gennaio scorso. Dopo lo scandalo Volkswagen, una commissione indipendente di esperti aveva constatato l'importante sforamento del limite massimo di emissioni inquinanti su alcuni veicoli diesel venduti in Francia da diversi costruttori, tra cui Renault. Alle undici il titolo perdeva circa il 4% alla Borsa di Parigi. 

"Renault rispetta la legislazione francese ed europea. I veicoli Renault sono sempre stati omologati conformemente alla legge e alle regolamentazioni. Sono conformi alle norme in vigore. I veicoli Renault non sono equipaggiati di software di frode ai dispositivi anti-inquinamento": è quanto si legge in una nota diffusa da Renault dopo l'apertura di un fascicolo giudiziario sul sospetto di emissioni truccate.

E ieri il titolo Fca è affondato in Borsa. Gli analisti invitano alla cautela. La reazione del titolo Fca alle accuse ''sembra esagerata'', soprattutto perche' la controversia e' alle battute iniziali e non ci sono i dati di un potenziale impatto finanziario, afferma John Murphy, analista di Bank of America. Una multa da 4 miliardi sarebbe nella parte alta della forchetta che puo' essere valutata e ogni eventuale risoluzione dovrebbe costare meno a Fca, aggiunge Murphy. Michelle Krebs, analista di AutoTrader, mette in guardia sul fatto che ''dobbiamo fare attenzione a non saltare a conclusioni sul fatto fatto che il caso Fca e' lo stesso di Volkswagen''.

 

 


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