Caro affitti per gli studenti. La politica scopre l'acqua calda
La polemica sul caro affitti, che secondo il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara affliggerebbe solo le città governate da giunte di centrosinistra, non accenna a diminuire di intensità. Insieme ai sindaci che si sono sentiti toccati da queste parole, a rispondere al capo del dicastero di Viale Trastevere è stata l’Unione degli Universitari.
“La crisi abitativa non dipende dal colore politico della Giunta Comunale, ma anzitutto dalle politiche statali e regionali attuate negli ultimi anni”, scrivono in un comunicato. “Un esempio? I comuni di Pavia e Perugia – spiega Simone Agutoli dell’UDU – che sono amministrate da giunte di destra, all’interno di Regioni governate dalla destra. La dichiarazione del Ministro è fuori dal mondo”.
Uno scenario che preoccupa non solo gli studenti fuorisede ma anche le persone che sono costrette a trasferirsi in altre città per lavorare. L'inflazione e il conseguente carovita pesano anche sugli affitti. Il prezzo del canone di locazione aumenta sempre di più e chi sta cercando casa vorrebbe sapere dove gli affitti sono più alti.
Grazie all'eco dei social, il fenomeno è finito sotto la lente d'ingrandimento e gli studenti universitari sono sempre più in difficoltà in quanto i dati parlano chiaro. «A Roma ci sono 40mila studenti fuori sede, il prezzo medio per una camera non scende sotto i 500 euro, è evidente ci sia un problema», sostengono i ragazzi di Sinistra Universitaria, l'associazione che ha organizzato la protesta sull'onda di quanto successo a Milano pochi giorni fa.
Gli studenti chiedono più investimenti, le rivendicazioni principali sono due: mettere un tetto agli affitti e aumentare i posti disponibili nelle residenze, «anche se in realtà vorremmo un cambiamento generale nell'atteggiamento delle istituzioni su questo tema, vorremmo sentirli più vicini», sostengono i ragazzi.
Anna Maria Bernini reagisce con «irritazione» alle parole del ministro dell'Istruzione Valditara che ha dichiarato che «il problema del caro affitti è grave» ma «tocca le città governate dal centrosinistra». In un'intervista al Corriere della Sera, la ministra dell'Università e della Ricerca sostiene di ritenere «la ricerca di una contrapposizione con le amministrazioni locali, controproducente al raggiungimento di una soluzione efficace e il più possibile condivisa». E tira dritto: «La mia linea è un'altra».
«Il ministro Valditara esprime legittimamente le sue opinioni, ma la mia linea rimane quella del dialogo. La mia stella polare sono gli studenti», precisa Bernini. «Con una manifestazione d'interesse individueremo gli immobili disponibili. Per soddisfare la domanda dobbiamo aumentare l'offerta, è indiscutibile. E la collaborazione con i privati, prevista dal Pnrr, è indispensabile. Assegneremo gli immobili a chi garantirà, al minor costo, il maggior numero di posti letto ai ragazzi che ne hanno diritto», assicura. «Se si sta strumentalizzando la protesta degli studenti? C'è chi fa campagna elettorale con e sulle tende degli studenti, e chi risolve il problema. Questo governo, ad appena un mese dall'insediamento, ha stanziato quasi 1 miliardo di euro sul diritto allo studio: 500 milioni per le borse di studio e 400 per nuovi posti letto», dice la ministra. Quanti saranno i posti quest'anno al test di medicina? «Avremo più posti nei prossimi anni, ma non apriremo a tutti. Per i prossimi sette anni abbiamo stimato un fabbisogno di 30 mila nuovi medici», conclude Bernini.
«Quello che dice Valditara non fa sorridere. Io non ho fatto tutta la vita il politico, conosco altri mondi e me ne vanto. In altri mondi servono credenziali per trovare un impiego e in politica spesso non è così, basta la fedeltà al capo e fai carriera e questi sono i risultati». Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala intervento a Rai Radio 1 commentando le parole del ministro all'Istruzione Giuseppe Valditara che ha sostenuto che le città governate dal centrosinistra non sono in grado di gestire il caro affitti. «E' grave che il ministro dell'Istruzione non capisca i ragazzi. Un ministro che dimostra così poca capacità di analisi - ha concluso -. Io a Milano non mi permetto di schernire gli altri perché ho delle responsabilità. E lui cosa fa, inizia a dividere il paese al giorno uno?»
Da Milano a Cagliari sempre più persone stanno aderendo alla mobilitazione con le tende fuori dalle università. L'Unione degli Universitari annuncia per oggi iniziative in otto diverse città universitarie: Milano, Pavia, Padova, Venezia, Bologna, Perugia, Firenze e Roma. Sono invece state smontante le tende a Torino e Cagliari, mentre a Trento arriveranno venerdì.
- Milano - laria Lamera, studentessa fuorisede di ingegneria al Politecnico di Milano, che il 2 maggio 2023 si è accampata con una tenda in piazza Leonardo da Vinci nel capoluogo lombarda. Dopo qualche giorno, al suo fianco sono comparse altre 11 tende appartenenti a circa una ventina di colleghi e colleghe. Poi, la protesta ha preso piede nel resto d’Italia.
- Roma - studenti e studentesse delle organizzazioni di sinistra dell’università La Sapienza di Roma, accampati direttamente davanti al rettorato dell’ateneo romano, per denunciare l’impossibilità di trovare una stanza a meno di 500 euro al mese, spese escluse.
- Bologna - Tende del collettivo Cambiare rotta piantate sulle pietre dei portici del rettorato dell’Alma mater studiorum.
- Torino - Il sindacato studentesco Unione degli universitari (Udu) hanno posizionato le tende nel giardino del Campus Einaudi. “Torino conta 100 mila studenti universitari e bandisce ogni hanno poco più di 2 mila posti letto”, hanno denunciato ai microfono di La Presse.
- Firenze - Protesta anche davanti alla biblioteca del Polo universitario di Novoli. Una città in cui, riporta il Corriere Fiorentino, il caro affitti a fatto salire i prezzi in centro del 26% in un anno, il triplo della media nazionale e il doppio rispetto alla media cittadina, pari a circa 18,5 euro al metro quadro ogni mese.
- Cagliari - I membri dell’Udu hanno piazzato una tenda davanti all’ingresso dell’ex clinica Aresu, da anni sede di alcuni corsi dell’università della provincia sarda.
Con i dati Istat è possibile ottenere i dati aggiornati dei prezzi dei canoni di locazione dei trilocali delle città italiane. La suddivisione è stata fatta per provincie ed le prime posizioni sono occupate da città turistiche, universitarie e metropoli. La scelta di utilizzare i prezzi dei trilocali per stilare la classifica delle città in cui gli affitti sono più alti è motivata dal fatto che sono gli immobili che hanno maggiore domanda. La tipologia di contratto analizzata è la classica 4+4 con rinnovo automatico.
L'indice preso in considerazione è quello dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), che a gennaio 2023 è aumentato del 9,8% rispetto al 2022.
Al primo posto c'è Milano. La testa della classifica era abbastanza scontata visto che la metropoli lombarda è una delle più care in Europa. L'aumento dei prezzi degli affitti rispetto al 2022 è di +108 euro. Affittare un trilocale nell'area metropolitana di Milano costerà in media 1.208 euro al mese.
Per quanto riguarda il costo di una singola stanza nel capoluogo lombardo, il prezzo è di 628 euro.
Al secondo posto c'è Bologna. Città turistica per eccellenza è diventata una delle più care in Italia se si considerano i prezzi medi degli affitti. Nettamente inferiore a Milano, l'affitto di un trilocale nella area metropolitana di Venezia costerà in media 933 euro, con un aumento di 83 euro rispetto al 2022.
Il costo di una stanza singola si aggira intorno a 467 euro.
Le due città di Bolzano e Firenze hanno subito un incremento di 78 euro rispetto al 2022. La spesa media per l'affitto di un trilocale, in queste città, è di 878 euro al mese. A Firenze, Verona, Venezia e Modena il prezzo per una stanza singola è superiore a 400 euro.
In Brianza l'affitto medio di un trilocale ammonta a 796 euro, con un aumento di 71 euro rispetto al 2022. A Como invece l'aumento è di 70 euro e l'affitto medio costa 785 euro.
La capitale d'Italia resiste all'aumento dei prezzi registrando 69 euro in più rispetto al 2022. Nell'area metropolitana di Roma i prezzi gli affitti medi di un trilocale ammontano a 769 euro al mese. Nella capitale una stanza singola ha un prezzo di Il costo di una stanza singola si aggira intorno a 452 euro. Le stesse ed identiche cifre sono state registrate nella città di Bergamo.
In queste quattro città l'aumento dei prezzi degli affitti è di 64 euro rispetto al 2022. Un trilocale costa in media 714 euro al mese. Nella città partenopea, a Brescia e Padova il costo di una stanza singola è di 380/390 euro.
La coda della classifica è occupata invece da: Campobasso, Ragusa, Vibo Valentia, Terni, Lanusei, Caltanissetta e Isernia. In queste città l'indice FOI non ha superato 34 euro annui e i prezzi di un trilocale oscillano tra i 384 e i 329 euro.
Agutoli illustra meglio la situazione: “Perugia e Pavia sono città di medie dimensioni con grandi università, nelle quali il canone resta più basso di Milano o Roma, ma ci sono evidenti problemi di carenza degli alloggi. A Pavia, ad esempio, avevamo svolto l’anno scorso un’indagine che aveva mostrato come mancassero centinaia di posti letto, con tantissimi studenti che non riescono a trovare una casa. Dall’altra parte, le residenze universitarie erano ferme da almeno una ventina di anni. Ci eravamo rivolti al Sindaco e al Presidente Fontana, chiedendo un intervento urgente che, ad oggi, non è arrivato. Chiediamo al Governo di non giocare allo scaricabarile ma di assumersi le proprie responsabilità”.
A Roma, in Sapienza, il sindaco della Capitale Gualtieri ha incontrato gli studenti che si sono accampati per protesta davanti al rettorato dall’otto maggio. Ma per loro non basta: “Che il primo cittadino di Roma sia venuto a parlare con noi e ascoltarci è positivo. Nel Piano Casa del Comune di Roma però c’è ancora troppo poco sulla residenzialità universitaria. Abbiamo chiesto a Gualtieri un impegno su questo, ribadendo un No secco alla costruzione di Studentati privati che speculano sui nostri bisogni. Come abbiamo fatto con la Rettrice, abbiamo chiesto al Sindaco di farsi promotore di un tavolo con il Presidente della Regione Lazio Rocca e l’assessore all’università Schiboni. Finché non avremo un tavolo non toglieremo le tende”, questo il commento di Leone Piva, Coordinatore di Sinistra Universitaria Sapienza.
Con loro ha parlato anche Elisabetta Piccolotti, di Alleanza Verdi Sinistra: “Le risorse ci sarebbero ma sono usate malissimo – prosegue l’esponente rossoverde della commissione cultura e scuola di Montecitorio – Nel Pnrr ci sono 660 milioni per alloggi per studenti universitari che verranno assegnati a privati, insieme ad un mare di vantaggi fiscali, in cambio di posti letto che probabilmente alla fine del 2026 saranno affittati a prezzi di mercato. Gli scaricabarile di Valditara sarebbero ridicoli se non fossero una drammatica ammissione di inadeguatezza. Non sono i Comuni a dover realizzare gli studentati nelle grandi città e sarebbe il governo a dover trovare le risorse”, ha detto.
“Stiamo depositando in queste ore – ha concluso Piccolotti – una risoluzione in Commissione Cultura e Istruzione della Camera per chiedere di assegnare alle Università aree dismesse o immobili inutilizzati per farne degli studentati pubblici e gratuiti, per approvare una legge che disincentivi gli affitti brevi per scopi turistici e perché tutti gli studenti idonei ma non beneficiari di posto letto siano dotati di reddito integrativo per sostenere le spese di affitto”.
“Invece di un patetico scaricabarile, sport preferito dal governo Meloni, serve una risposta forte e immediata delle Istituzioni. Noi siamo stati tra i pochi a proporre in questi anni un’iniziativa per calmierare i prezzi, rilanciare l’edilizia residenziale pubblica, garantire alloggi studenteschi adeguati, limitare gli affitti brevi e far pagare i grandi proprietari immobiliari con migliaia di appartamenti sfitti. Se necessario, anche acquisire da parte dello Stato il patrimonio immobiliare inutilizzato delle banche. Questo è ciò che dovrebbe essere fatto subito”, ha aggiunto.