Clima. Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico "Ridurre al massimo e quanto prima le emissioni di gas serra"

di redazione 20/03/2023 AMBIENTE
img

l’IPCC (il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) delle Nazioni Unite ha presentato un nuovo rapporto sul riscaldamento globale. Si tratta di un documento di grande importanza perché firmato da migliaia di scienziati provenienti da 195 Paesi, è il gruppo intergovernativo di esperti sotto l'egida dell'ONU. 

Nel nuovo rapporto si conferma che sono le emissioni di gas serra di origine umana alimentate dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili che stanno provocando il caos sul pianeta. Ma si scrive anche che possiamo invertire la rotta: frenare e mitigare l'emergenza climatica in atto. 

E' possibile, ma dobbiamo agire ora, questo è il decennio decisivo, poi sarà troppo tardi e più avanza il riscaldamento più sarà difficile intervenire. E' imperativo smettere subito di usare i combustibili fossili, avviare e finanziare politiche di adattamento, soprattutto per le aree più vulnerabili, e dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, mantenendo vivo il target di Parigi di +1,5 gradi. 

Si può fare, ma "nonostante i progressi ci sono lacune nelle misure di adattamento che agli attuali tassi di attuazione aumenteranno", mentre restano "divari tra le emissioni previste dalle politiche in atto e gli impegni assunti a livello nazionale" mentre "i flussi finanziari non raggiungono i livelli necessari". 

Il lavoro conclude la pubblicazione del Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici (AR6) del Gruppo di studio delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici.    

Ci sono opzioni "multiple, fattibili ed efficaci" per ridurre le emissioni e adattarsi ai cambiamenti climatici "e sono disponibili ora", ma "è essenziale un'azione accelerata per l'adattamento in questo decennio per colmare il divario tra l'esistente e ciò che è necessario", avverte l'IPCC.     

Un indirizzo per i governi e una gestazione difficile

Il report dell’IPCC non è solo un documento scientifico, ma ha infatti ha contenuto politico di indirizzo, perché è stato revisionato ed approvato dai delegati di tutti i 195 Stati membri.

Esiste un conflitto tra il gruppo dei Paesi più ricchi (tra cui l’Italia) – che sono coloro che hanno di fatto creato la crisi climatica con le loro emissioni di CO2 – e i Paesi più poveri che pagano le conseguenze di quanto sta accadendo al clima, ma che sono anche quelli che necssitano di uno sviluppo industriale su larga scala. Due orientamenti che si sono infatti scontrati sulla parte del documento che riguarda le azioni da mettere in campo per cambiare rotta.

Per mantenere il riscaldamento entro +1,5 gradi sopra il periodo preindustriale sono necessarie "riduzioni profonde, rapide e durature" delle emissioni di gas a effetto serra in tutti i settori, "dovrebbero diminuire già ora e essere ridotte della metà entro il 2030, verso lo zero nel 2050". Nello specifico le emissioni di CO2 vanno tagliate mediamente rispetto ai livelli del 2019 del 48% nel 2030, del 65% nel 2035, dell'80% nel 2040 e del 99% nel 2050 (43% 60% 69% 84% le percentuali di riduzione necessarie per i gas serra nel loro complesso).    

"Lo sviluppo resiliente al clima, però, diventa progressivamente più impegnativo con ogni incremento del riscaldamento", dunque "le scelte che faremo nei prossimi anni giocheranno un ruolo fondamentale nel decidere il nostro futuro e quello delle generazioni che verranno"

"L'umanità è in bilico su un sottile strato di ghiaccio, che si sta sciogliendo velocemente". È il monito che arriva dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, in occasione del lancio del rapporto.

 Secondo i dati emersi "gli esseri umani sono responsabili di quasi tutto il riscaldamento globale degli ultimi 200 anni. Il tasso di aumento della temperatura nell'ultimo mezzo secolo è il più alto degli ultimi 2000 anni. Le concentrazioni di anidride carbonica sono al massimo da almeno due milioni di anni. La bomba climatica scandisce i secondi. Ma il rapporto Ipcc di oggi è una guida pratica per disinnescare la bomba a orologeria climatica. È una guida di sopravvivenza per l'umanità. Come il rapporto mostra, il limite di 1,5 gradi è realizzabile", afferma Guterres, avvertendo però che "ci vorrà un salto di qualità nell'azione per il clima". Il rapporto dunque è innanzitutto "un appello ad accelerare in modo massiccio gli sforzi per il clima di ogni paese, ogni settore e in ogni periodo di tempo. In breve, il nostro mondo ha bisogno di un'azione per il clima su tutti i fronti: tutto, ovunque, subito".

"Chiedo agli amministratori delegati di tutte le compagnie petrolifere e del gas di essere parte della soluzione, presentando piani di transizione credibili, completi e dettagliati in linea con le raccomandazioni del nostro gruppo di esperti ad alto livello sugli impegni net zero". 

Questi piani "devono chiaramente dettagliare gli effettivi tagli alle emissioni per il 2025 e il 2030 e gli sforzi per cambiare i modelli industriali per eliminare gradualmente i combustibili fossili e aumentare le energie rinnovabili", spiega Guterres.


Follow live 👉 https://t.co/hd6OPJrPkk pic.twitter.com/lUGJtAyLFl

— IPCC (@IPCC_CH) March 20, 2023

Stephanie Roe, Wwf: “Sistema alimentare responsabile di ⅓ delle emissioni”

"Con le emissioni attuali, ancora al livello più alto della storia dell'umanità', siamo fuori strada. Basti pensare che solo il sistema alimentare è responsabile di circa un terzo (23-42%) delle emissioni globali di gas serra. Quanto prima e con maggiore decisione agiremo, tanto prima le persone e la natura potranno raccogliere i benefici di un futuro più pulito, sicuro e stabile. Abbiamo tutti gli strumenti necessari, quindi se agiamo subito siamo in grado di vincere questa sfida". Lo afferma Stephanie Roe, responsabile scientifica del Wwf su Clima ed Energia, tra le autrici del rapporto dell'Ipcc.



Ti potrebbero interessare

Speciali