Gas. I prezzi volano. Ma come si forma il prezzo della materia grezza? La Speculazione dietro ai rialzi? Cosa potrà realmente fare il prossimo governo

di redazione 25/08/2022 ECONOMIA E WELFARE
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Massima volatilità sui prezzi del gas naturale che tocca, nel corso delle sedute settimanali nuovi massimi.Si parla in realtà del prezzo del futures ( cioè contratti a termine che possono avere per oggetto prodotti finanziari o merci) scambiati ad Amsterdam sfonda quota 300 euro (tocca il record intraday di 302,995 euro al megawattora) per poi riassestarsi sotto la soglia a 290 euro

Era dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia che il prezzo del gas naturale non raggiungeva questo livello nel corso delle contrattazioni al mercato di riferimento per l'Europa. Le tensioni sul prezzo sono ripartite venerdì scorso, dopo l'annuncio di Gazprom del nuovo stop per manutenzione del gasdotto Nord Stream, che rifornisce l'Europa con il flusso dalla Russia, dal 31 agosto al 2 settembre.

Le aziende italiane sono stremate dai costi di energia e gas. Molte rischiano la chiusura.

Per Federturismo i costi hanno azzerato i guadagni della stagione: «Le previsioni per l’autunno, con il Pun in aumento del 40%, disegnano uno scenario apocalittico che porterà alla chiusura di migliaia di attività turistiche e non», ha dichiarato la presidente Marina Lalli. Un allarme confermato da Federcommercio per tante aziende del terziario di mercato. Coldiretti calcola invece un rincaro di quasi 9 miliardi di euro per la spesa alimentare degli italiani. Colpa della siccità. E delle bollette.

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto al Governo “di affrontare seriamente, immediatamente la predisposizione di un eventuale piano di razionamento. Dal primo ottobre inizia l'anno termico e le imprese non sanno ancora come dovranno affrontarlo”.

In Germania via libera del governo a una  legge per il razionamento energetico, che limita il riscaldamento  degli edifici pubblici e vieta i cartelloni pubblicitari illuminati.  La normativa, che entrerà in vigore tra poco più di una settimana e  rimarrà in vigore inizialmente per sei mesi, prevede che gli edifici  pubblici, dai municipi alle sale d'attesa delle ferrovie, non possano  essere riscaldati a una temperatura superiore a 19°C e che i  termosifoni nei corridoi, negli atri, negli ingressi e nei locali  tecnici debbano essere spenti. Le misure fanno parte di uno sforzo nazionale di risparmio energetico  per ridurre la dipendenza dal gas russo e, più nell'immediato, per affrontare il rischio che Mosca decida di interrompere completamente  le forniture alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1.È stata inoltre approvata una legge per la ridefinizione delle  priorità del trasporto ferroviario, dando ai treni che trasportano carbone e petrolio la precedenza rispetto ai treni passeggeri o ad  altri treni merci. Il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck ha  dichiarato che le misure sono fondamentali per la sicurezza energetica della Germania: "Vogliamo liberarci il più rapidamente possibile dalla morsa delle importazioni di energia dalla Russia"

Le aziende energetiche firmano tra loro contratti di fornitura del metano, in cui vengono concordati i prezzi di vendita. Per i trader che però volessero acquistare il gas al di fuori di questi contratti esiste un mercato cosiddetto "spot", il cui più importante esempio è la borsa di Amsterdam dove si forma il Title Transfer Facility  l'indice di riferimento del gas europeo. Un mercato che è da molti definito "speculativo", ma che incide anche sulle nostre bollette. Secondo Arera circa il 70 per cento dei contratti di fornitura italiani prevedono un aggiornamento al Ttf, che dunque incide sui prezzi di vendita. Anche lo stesso prezzo della materia prima nel mercato tutelato è stato fino a ora legato direttamente ai valori scambiati nella borsa di Amsterdam.

Ma perché il prezzo del gas si forma ad Amsterdam e perché cresce così tanto. All’inizio della guerra la posizione era che più paesi europei si unissero per poter acquistare, insieme e quindi ad un prezzo minore, il gas da paesi come Algeria, Libia e si è iniziato a parlare di price cap.

Ma mettere un tetto alle quotazioni del gas naturale ha determinato delle resistenze: per Bruxelles un limite massimo al prezzo del gas sarebbe un passo indietro rispetto alla strategia di liberalizzazione del mercato dell’energia portato avanti con determinazione negli ultimi vent’anni; per Amsterdam il "price cap" comporterebbe un ridimensionamento delle prospettive future del suo fiorente e promettente mercato energetico-finanziario.

Perché parliamo, nel caso dei futures sul gas, di mercato finanziario. La strategia europea di liberalizzazione del mercato ha portato alla nascita di diversi mercati del gas dove aziende e investitori si scambiano contratti future per le forniture di gas con consegne mensili, contratti che servono sia per acquisti reali di gas naturale.

Tra gli hub europei l’olandese Title Transfer Facility (il TTF) si è imposto come il mercato di riferimento non solo min Europa. “Nel 2021 sul TTF ci sono stati scambi di gas per 53 mila TWh di elettricità, contro i 6 mila del secondo mercato principale (il britannico Npb) e i mille abbondanti del Psv italiano” come descritto da Pietro Saccò su Avvenire del 20 aprile 2022.

E si legge “Il 68% degli scambi sul TTF ha riguardato contratti future, segno di una predominanza di operazioni puramente finanziarie rispetto a quelle per l’effettivo acquisto fisico di gas. È sul TTF che si fa il prezzo del gas europeo”.

Il mercato fa capo a Intercontinental Exchange (ICE) una società finanziaria statunitense fondata nel 2000 che opera in mercati basati su internet e commercia in futures ed energia, commodities e prodotti finanziari derivati. L'obiettivo principale della società in principio erano prodotti energetici (petrolio grezze e raffinato e gas naturale)  ma ha esteso le sue attività in commodities come zucchero, cotone, caffè e scambio di valuta. ICE è un gruppo da 7,1 miliardi di dollari di fatturato che dal 2013 controlla anche il NYSE, cioè la Borsa di New York.

Essendo una Borsa, più scambi ci sono più Ice guadagna. Nel 2021 gli scambi sul TTF sono aumentati del 45% e il gruppo ha visto crescere del 10% i suoi ricavi nel settore dell’energia, a 1,2 miliardi di dollari

 

Un mercato speculativo?

Torbjorn Tornqvist, miliardario svedese primo socio e amministratore delegato di Gunvor, multinazionale svizzero-cipriota tra i maggiori trader di materie prime energetiche sul mercato europeo del gas ha un’idea precisa:Gli hanno chiesto se il mercato del gas europeo funziona: "Penso sia rotto, lo è davvero… E il problema è un prezzo TTF disfunzionale".

Patrick Heather dell’Oxford Institute for Energy Studies ha individuato diverse cause "reali" per l’aumento delle quotazioni: una cattiva gestione degli stoccaggi, il sostanziale esaurimento del giacimento olandese di Groningen, le tensioni con la Russia ma nessuna, di per sé, è sufficiente a giustificare ciò che sta avvenendo. L’ analista parla di livelli di volatilità "incredibili e senza precedenti" con rincari "davvero inediti, non solo per il mercato del gas, ma per i mercati dell’energia in generale, dove niente di questo genere era mai successo prima".

Secondo Heather è possibile che le mosse dei trader per fare salire i prezzi per ragioni speculative prima della chiusura del 2021 abbiano "provocato ed esacerbato" la corsa del prezzo del TTF a dicembre.

 LA POLITICA IN VISTA DELLE ELEZIONI

I prezzi all’ingrosso del gas naturale sul mercato di riferimento europeo hanno raggiunto ieri nuovi record di oltre 296 euro al MWh durante le contrattazioni, chiudendo al massimo storico di 282 euro al MWh.

Sulla scia delle contrattazioni al mercato olandese TTF, anche in Italia il prezzo unico nazionale (Pun) di acquisto dell’energia sulla borsa elettrica ha raggiunto nuovi record, segnando il picco storico di oltre 637 euro al MWh, con una punta massima di 770 euro.

E secondo la società di ricerche Trading Economics, le quotazioni del gas naturale nell’Unione europea dovrebbero rimanere a livelli storicamente alti questo trimestre, per poi salire ulteriormente ad una media superiore a 372 euro al MWh fra 12 mesi.

Il caro-energia non sembra insomma destinato a risolversi presto né in Europa, né, tanto meno, nel nostro paese. E se gli stoccaggi di gas in Europa, pur inferiori agli anni precedenti, non sono messi comunque malissimo per questo inverno, molto meno sicura è la situazione degli approvvigionamenti per gli inverni successivi – nel caso la Russia riducesse ulteriormente le forniture.

Viste queste premesse, è naturale che i prezzi del gas per la generazione elettrica, il riscaldamento delle famiglie e i processi industriali siano un tema scottante – se non il tema centrale della campagna elettorale in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.

Price cap

Il meeting cattolico di Rimini per l’amicizia fra i popoli ha dato in questi giorni l’occasione ad alcuni fra i maggiori leader politici di dare voce a varie proposte energetiche.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, acerrimi nemici e possibili leader in pectore dei rispettivi schieramenti di centro-destra e centro-sinistra, la presidente di Fratelli d’Italia (FdI), Giorgia Meloni, e il segretario del Partito Democratico (Pd), Enrico Letta, forse ispirati dal contesto amichevolmente ecumenico del meeting, si sono trovati d’accordo sulla necessità di introdurre una qualche forma di “price cap”, cioè di tetto amministrativamente imposto dei prezzi del gas – una delle proposte dell’agenda del premier uscente Mario Draghi.

Abbiamo parlato in un precedente articolo del perché potrebbe essere non solo molto difficile imporre per decreto un price-cap, ma soprattutto controproducente tentare di distorcere ed oscurare artificialmente i segnali di prezzo provenienti dal settore dei combustibili fossili.

Anche il capo della Lega, Matteo Salvini, e l’esponente di Forza Italia, Antonio Tajani, a dispetto delle proprie matrici politiche liberali e liberiste, concordano sulla necessità di tentare di imporre per decreto un tetto al prezzo dell’energia. Salvini ha definito “fondamentale” porre un limite ai costi dell’energia per imprese e famiglie.

Su una lunghezza d’onda simile anche il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ex esponente di punta del Movimento 5 Stelle e ora leader di Impegno Civico.

Per Di Maio la battaglia sul prezzo del gas va vinta subito, “tra settembre e ottobre”, senza attendere che sia il prossimo esecutivo a tornare a trattare, anche perché “oggi il prezzo è 300 euro al MWh, prima della crisi era 40. Questo vuol dire che si sta speculando”, ha detto il titolare della Farnesina, secondo cui è necessario far fronte comune contro il caro bollette che si sta abbattendo su famiglie e imprese.

Pur concordando in linea generale sul price cap, emerge qualche differenza sui possibili modi di attuarlo.

Il segretario del Pd Letta ha auspicato una soluzione italiana ai rincari, con “prezzi amministrati dell’energia per 12 mesi” tramite un provvedimento di legge. La leader di FdI Meloni si è detta invece “favorevolissima al price cap per il gas al livello europeo” aggiungendo però “attenzione ad imporlo a livello italiano. Perché le società” energetiche italiane “non sono pubbliche, a meno che non si decida di nazionalizzarle – e di questo se ne può parlare”, ha aggiunto Meloni.

Sollevando uno dei problemi che un price cap nazionale potrebbe generare, Meloni ha spiegato che “si tratta di società quotate in borsa, quindi, che facciamo, mettiamo noi i soldi poi per far comprare a 100 l’elettricità agli altri paesi con cui siamo interconnessi?”.

“Noi siamo in Ue e abbiamo il dovere di combattere lì per tutelare gli italiani”, le ha fatto eco Tajani, in sintonia anche con un altro rivale, il presidente di Italia viva, Ettore Rosato, secondo cui “tutti i partiti si esprimano con forza per andare in Europa a dire che [il price cap] è un elemento decisivo per la sopravvivenza delle nostre aziende e della struttura economica del Paese”.

Maurizio Lupi, deputato e presidente della componente Noi con l’Italia-USEI del gruppo Misto, è orientato ad una soluzione immediata e in ambito italiano, con la richiesta al premier Mario Draghi di un “provvedimento straordinario per far sopravvivere le piccole e medie imprese. Lo può fare con il consenso di tutti i partiti”, ha aggiunto.

Stefano Patuanelli per il M5S, non presente a Rimini, ha commentato le dichiarazioni provenienti dal meeting sottolineando che mentre “oggi tutti chiedono un tetto nazionale al prezzo dell’energia… questa proposta…, arrivata in consiglio dei ministri [qualche settimana fa], fu stralciata”.

Nucleare

Oltre al price cap proposto originariamente da Mario Draghi, gli stessi Salvini e Tajani hanno poi rilanciato un tema caro all’attuale ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e cioè il nucleare – di terza e quarta generazione, di piccola taglia o di altri tipi..

Anche di questo argomento abbiamo parlato in passato, in vari articoli, dettagliando perché la scelta nucleare non sia compatibile per tempi e costi alle urgenze della crisi energetica e agli obiettivi di medio-lungo termine della decarbonizzazione.

Secondo il leader leghista, “se l’Italia vuole essere indipendente dal punto di vista energetico non può essere l’unico grande paese a dire di no alle centrali pulite”, fra cui quelle nucleari.



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