La nuova stagione sciistica a rischio. I timori degli operatori turistici e le regole da rispettare

di redazione 21/11/2021 ECONOMIA E WELFARE
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Dopo una stagione saltata a causa del Covid gli impianti sciistici rischiano ancora una volta la chiusura. Regioni e governo puntano a salvare la stagione invernale e le vacanze di Natale, ma l’aumento dei contagi riguarda soprattutto alcune località sciistiche e il rischio di nuove chiusure è inevitabile.

La settimana bianca degli italiani è quindi di nuovo a rischio. Le piste da sci sono rimaste chiuse per tutto lo scorso anno e saltare un’altra stagione sarebbe devastante per gli operatori del settore della montagna. La riapertura delle piste è prevista in queste settimane, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre, ma i timori sono tanti e fondati.

 La preoccupazione per la risalita dei casi di Covid-19 riguarda soprattutto le Regioni vicine al confine e alle zone di montagna: Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Valle d’Aosta. Bisogna evitare chiusure per un settore che ha un fatturato stimato da 12 miliardi (quasi il 2% del Pil) e con 60mila posti di lavoro in ballo.
 

La paura è che un ulteriore peggioramento della situazione negli ospedali possa mettere a rischio le attività in luoghi come cabinovie e rifugi in cui è difficile evitare assembramenti. Si iniziano quindi a pensare a soluzioni alternative per evitare le chiusure, come quella paventata da Arno Kompatscher, governatore dell’Alto Adige: “La continuità delle attività economiche e della vita sociale va garantita, a costo di riservare lo sci in pista ai vaccinati con green pass”.

I protocolli riguardanti gli impianti sciistici verranno aggiornati in queste ore. Al momento lo sci, essendo un’attività che si svolge all’aperto, non richiede l’obbligo di green pass. Serve però la certificazione verde per salire sulle cabinovie e le funivie che restano comunque accessibili, in quanto al chiuso, solamente con una capienza all’80% e l’utilizzo delle mascherine.

Diverso il discorso per gli impianti all’aperto, come le seggiovie: in questi caso la capienza è al 100% ma con mascherine obbligatorie. Nel caso in cui vengano chiuse, per esempio con cupole paravento, si deve riscendere all’80% di capienza.

In caso di introduzione del green pass anche per l’accesso agli impianti si presenterebbe invece il problema dei controlli. Gli impianti chiedono di effettuarli a campione, in pista, e che a farli siano le forze dell’ordine. Anche perché i controlli potrebbero comportare altri assembramenti in coda.

In zona bianca e in zona gialla le regole per le piste da sci non cambiano. Diverso sarebbe il discorso in caso di zona arancione o rossa: le Regioni hanno chiesto al governo di evitare la chiusura degli impianti, diversamente da quanto attualmente previsto dalla zona arancione in su per gli impianti di risalita.

Il rischio di un passaggio a maggiori restrizioni, peraltro, è concreto in alcune zone in cui l’aumento dei contagi e dei ricoveri è costante, come in Alto Adige e Friuli. In caso di zona arancione, secondo le Regioni, l’idea è quella di limitare il numero massimo di presenze giornaliere, fissando un tetto anche in base alle caratteristiche del comprensorio e delle strutture.

Le limitazioni potrebbero essere non solo giornaliere, ma anche settimanali e stagionali. Nello scenario peggiore si potrebbe arrivare a una riduzione al 50% della capienza di cabinovie e funivie, ma evitando la chiusura. Le Regioni chiedono di salvaguardare i diritti dei vaccinati e pongono, inoltre, il problema degli alberghi che potrebbero rischiare la chiusura nel pieno dell’alta stagione in montagna, stando alle attuali regole.

L’altro timore è legato agli arrivi dall’estero. In particolare si teme un aumento dei contagi causato dalle persone provenienti dai luoghi in cui i contagi sono molto più diffusi in questo momento, come Austria, Germania e Paesi Bassi.

Gli albergatori lamentano già i primi problemi, parlando di prenotazioni ferme proprio per paura dell’alto numero di non vaccinati provenienti dall’estero e presenti nelle località sciistiche italiane. Infine l’altro rischio è quello legato alle tante presenze nei mercatini di Natale, tanto che in alcune zone sono già state messe in campo restrizioni come l’obbligo di green pass, la riduzione delle capienze e l’utilizzo di appositi braccialetti per l’ingresso.

 

LE REGOLE PER SCIARE IN SICUREZZA

Anche per andare a sciare servirà il green pass. La misura è contenuta nel decreto green pass bis che ha ottenuto la fiducia alla Camera il 21 settembre 2021. Il testo, che per essere ufficiale deve avere l’ok del Senato, estende l’obbligo di certificazione verde Covid-19 agli impianti di risalita.

Intanto, in vista della stagione 2021/22, le associazioni di categoria a Milano hanno firmato il protocollo con i principi generali e le misure di prevenzione per la riapertura in sicurezza delle attività nei comprensori montani e l’utilizzo degli impianti di risalita a favore degli sciatori amatoriali. Tra obbligo di green pass e mascherina, nuove regole per acquistare lo skipass e la capienza delle funivie e delle seggiovie, ecco le regole da rispettare sulle piste da sci, nelle stazioni e nei comprensori nella prossima stagione sciistica.

Il decreto green pass bis (dl del 6 agosto 2021 n. 111) è passato alla Camera il 21 settembre ed entro il 5 ottobre si attende la fiducia del Senato. Il testo del provvedimento ha subito delle modifiche nel passaggio alla Camera: tra queste l’estensione del green pass agli impianti sciistici. È aumentata anche la durata del tampone molecolare, che diventa valido per 72 ore e non più per 48 ore.

 

Entrando nel dettaglio, chi vorrà accedere agli impianti di salita dovrà esibire il certificato che, in formato digitale o cartaceo, dimostra l’avvenuta vaccinazione, l’esito negativo al tampone o la guarigione dal Covid. Lo skipass verrà infatti rilasciato solo ai possessori di green pass. Spariscono i limiti alla vendita degli skipass, con raccomandazione a preferire i canali di vendita online per evitare code e affollamenti all’interno dell’area sciistica. Non è ancora chiaro se l’obbligo di green pass in montagna varrà solo per gli impianti chiusi o anche per quelli dotati solo di skilift e seggiovie aperte.

Il green pass per sciare non è obbligatorio per i bambini sotto i 12 anni, poiché esclusi per il momento dalla campagna vaccinale; escluso anche chi è munito di esenzione per motivi di salute comprovati.

Chi viene trovato senza green pass nei luoghi in cui è obbligatorio per legge rischia una multa da 400 a 1.000 euro, mentre per chi falsifica i dati o presenta un green pass di un’altra persona può scattare la denuncia (si tratta di reato).

Anche il gestore che non controlla il green pass va incontro a una sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro e, in caso di violazione reiterata per tre volte in tre giorni diversi, scatta la chiusura dell’attività da 1 a 10 giorni.

Non vige obbligo di mascherina mentre si scia e sulle piste, ma è obbligatorio indossarla, a copertura di naso e bocca, in seggiovia, funivia e cabinovia, oltre che in tutti i luoghi al chiuso come spogliatoi e rifugi.

Il personale addetto all’accoglienza e/o all’avvio degli impianti dovrà indossare mascherine chirurgiche o superiori (FFP2),

Il protocollo per la riapertura delle aree sciistiche e per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici a favore degli sciatori non agonisti e amatoriali prevede capienza al 100% delle seggiovie o all’80% in caso di chiusura delle cupole paravento. Funivie e cabinovie possono viaggiare con una capienza all’80% e sempre con i finestrini aperti.

È vietato consumare alimenti, bevande e fumare in tutti gli ambienti al chiuso e nella fase di imbarco, anche all’aperto e durante le fasi di trasporto. Una volta arrivati alla stazione di monte, gli utenti abbandonano la stazione nel più breve tempo possibile.

I percorsi dovranno essere organizzati in modo da garantire il rispetto della distanza interpersonale di almeno 1 metro, e si dovranno prevedere corsie separate di entrata e uscita. A ciò si aggiungono sanificazione e disinfezione degli ambienti a fine giornata e dispenser di disinfettante mani collocati fuori dai bagni, negli spazi comuni e sugli impianti di risalita.

L’accordo è stato siglato a Milano da Federazione italiana sport invernali (Fisi), Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef), Federfuni Italia, l’associazione italiana delle aziende ed enti proprietari e/o esercenti il trasporto a fune in concessione sul territorio nazionale, Associazione maestri sci italiani (Amsi) e Collegio nazionale maestri di sci (Colnaz).



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