Allarme stupri. In aumento i casi di molestie e violenze a sfondo sessuale

di Rosanna Pilolli 01/09/2015 CULTURA E SOCIETÀ
img

Nella foto Monica Bellucci in Irreversible

Non si arresta la stagione violenta contro le donne. Un’estate feroce è iniziata con il  clamoroso episodio di Roma che ha visto lo stupro su una ragazzina appena sedicenne messo in atto in uno dei quartieri “bene” della Capitale,  Piazzale Clodio in Prati. La giovanissima in compagnia di due coetanee si era attardata a bere una birra nel prato vicino al piazzale. E’ stata avvicinata da un giovanotto che si è finto poliziotto e che l’ha invitata a seguirlo al Commissariato per accertamenti sull’età. E’ stata invece trascinata  in un luogo poco distante e violentata. Come quasi sempre in casi del genere il presunto bruto riconosciuto e arrestato, ha affermato per bocca del suo  avvocato  che il rapporto sarebbe stato consenziente.

 Lo stupro è considerato un reato grave  da parte di tutti gli ordinamenti ma presenta specifiche difficoltà per la sua classificazione e per la sua condanna. In Italia le pene previste dal codice vanno da cinque a dieci anni con aggravanti da sette a quattordici anni se la vittima ha meno di dieci anni. Ultimamente tuttavia vi sono state clamorose assoluzioni per stupri di gruppo precedute e seguite da sentenze nelle quali il complesso linguaggio giuridico sembra in taluni casi anche gravi, tenere lontano il carcere dai violentatori. Dunque le violenze sessuali  sono state il triste ritornello di questa estate.  Gli autori, spesso giovani, ubriachi di alcol e di musica sparata a tutto volume sulle spiagge diventate al calare del sole discoteche a cielo aperto, rimorchiano una ragazza  e fra le cabine ormai deserte, abusano ripetutamente di lei. Il divertimento di una serata degenera così in brutalità sessuale. Nei tre giorni a cavallo di Ferragosto sulle spiagge della Riviera romagnola tre stupri in tre giorni. Vittime una diciannovenne tedesca, una ragazza di Monza e una ventiquattrenne di Rimini che, fuggendo ha determinato l’arresto del violentatore di turno. A Gallipoli il prefetto con una serie di ordinanze ha dettato norme per la sicurezza delle donne dal pericolo di abusi sessuali. Gravissimo poi l’episodio della donna bulgara, a Roma, sequestrata da quattro giovani fra il 27 e i 33 anni e condotta nella casa di uno di loro assente la moglie, e sottoposta a una notte di torture e violenze di gruppo riprese dal cellulare degli aguzzini. Fortunatamente la donna è riuscita fuggendo, a prendere con sé il cellulare con il quale ha potuto testimoniare con certezza la violenza subita. Non altrettanto fortunata la ventinovenne fiorentina sottoposta qualche anno fa a violenza di gruppo che ha subito ora l’ulteriore oltraggio della sentenza assolutoria per i  sei giovani stupratori con la formula per la quale “il comportamento della giovane faceva supporre che anche se non sobria era presente a se stessa”. Quindi dichiarata consenziente dopo i moltissimi interrogatori umilianti durante il processo.

 Le statistiche registrano trecento casi di violenza sessuale al giorno:  3.624 in un anno dal marzo del 2014 allo stesso mese del 2015. Le tabelle non raccontano ovviamente le storie dolorose e gli effetti psicologici spesso permanenti per le vittime. E ancora troppo  spesso le donne abusate non arrivano nemmeno alla denuncia scoraggiate dal costo legale e dalla incertezza del risultato a meno che le lesioni della violenza siano state di tale gravità da non lasciare il minimo dubbio.

 Reato antichissimo lo stupro segnato come si è detto, nei secoli da penosi silenzi delle vittime e da ambiguità delle legislazioni. Crudele  la legge del codice di Hammurabi duemila anni prima di Cristo, nel quale l’aggressione ad una donna sposata ne comportava l’annegamento insieme allo stupratore. Più crudele la Bibbia: in mancanza di grida della fanciulla violentata,  per lei la lapidazione insieme al suo violentatore. Oppure matrimonio riparatore istituto che anche in Italia è sopravvissuto fino al 1981. Più benevola la Chiesa cattolica che ha canonizzato nel tempo alcune donne stuprate considerandole martiri. La più nota è stata la dodicenne Maria Goretti, santa delle paludi pontine. Negli anni 70-80 del secolo scorso sono state beatificate o santificate  Antonietta Mesina, Pierina Morosini  e la più tragica di loro: Teresa Bracco violentata ed uccisa durante l’occupazione tedesca da un ufficiale nazista.

Lo stupro è considerato oggi anche  crimine di guerra sulle popolazioni occupate come mezzo di pressione sugli eserciti avversari e come potere estremo sulle donne considerate proprietà dei vincitori. Una discesa nell’orrore quotidiano quella di centinaia di donne Yazidi catturate lo scorso anno dai terroristi Isis  e delle 20.000  albanesi stuprate durante la guerra del Kosovo.



Ti potrebbero interessare

Speciali