Casaleggio Movimento 5 Stelle, fine del sodalizio? All'origine dei contrasti motivazioni economiche e Conte nuovo leader del movimento

di redazione 09/04/2021 POLITICA
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Il Movimento 5 stelle verso la nuova 'era' 2.0: per la prima volta una sede fisica a cui fare riferimento, trovata, si apprende, nel Centro di Roma, vicino ai Palazzi delle istituzioni. Ulteriore tassello della nuova organizzazione a cui Giuseppe Conte sta lavorando. Ma davanti c'è anche il bivio - con il rischio di un divorzio - rispetto all'associazione Rousseau di Davide Casaleggio, che oggi ha lanciato il suo ultimo 'warning' sui patti che - è il j'accuse - non vengono rispettati.

Nel post Casaleggio evoca chiaramente come le strade sono prossime alla separazione: “Da gennaio 2020 il Movimento, infatti, attraverso alcuni dei suoi portavoce, ha iniziato a non onorare gli accordi in relazione alle attività erogate dall’associazione Rousseau omettendo di mettere in atto qualsivoglia presidio funzionale a garantire il rispetto delle regole e degli impegni presi, sebbene ciò abbia sempre rappresentato, nel pensiero dei fondatori del Movimento, il tratto distintivo del percorso politico che si intendeva intraprendere”, scrive Rousseau sul Blog delle Stelle.

Ma da Casaleggio, nonostante si evochi un addio, arriva anche un avvertimento alle “personalità importanti che “stanno decidendo se iscriversi o meno al Movimento per dare il proprio contributo”, un chiaro riferimento all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per Rousseau infatti “chiunque in futuro verrà scelto per guidare il Movimento saprà rappresentare a pieno il rispetto delle regole e degli impegni presi, assumendo i principi, che abbiamo riassunto nel Manifesto ControVento, e i valori che Gianroberto (Casaleggio, ndr) riteneva elementi inscindibili, identitari e di credibilità del Movimento da lui fondato. Principi e valori che oggi trovano la loro massima espressione nell’architettura della partecipazione di Rousseau da lui fortemente voluta e alla quale abbiamo dedicato, e continueremo a farlo, il nostro massimo impegno affinché eserciti sempre la funzione fondamentale di spazio decisionale per i cittadini attivi”.

Quanto alla fatidica data dal 22 aprile, Casaleggio sottolinea che “sarà, comunque vada, un nuovo inizio, trasparente, deciso e leale e, soprattutto, insieme a chi dimostrerà di essere tale”.

Il tutto mentre si aspetta che il Parlamento, la prossima settimana, esamini e poi decida sui ricorsi degli espulsi che contestano la decisione presa dopo il loro no alla fiducia al governo Draghi. Bolle questo nella pentola del Movimento 5 stelle, che Conte incontrerà - a livello parlamentare - nel week end.

Non cala la tensione nei rapporti tra l’associazione Rousseau e il Movimento 5 stelle. A meno di una settimana dal debutto di Giuseppe Conte da leader M5s, Davide Casaleggio e i suoi alzano ancora la posta. Continua infatti a non essere stato raggiunto alcun accordo sui rapporti tra il M5s e la piattaforma per la partecipazione diretta, nonostante i tentativi di mediazione messi in campo dai vertici e dall’ex premier in persona. E oggi sul Blog delle stelle è comparsa un nuovo ultimatum: se entro il 22 aprile non saranno saldati i debiti delle mancate restituzioni dei parlamentari espulsi o in ritardo, l’associazione è pronta a intraprendere “un percorso diverso”. A questo ultimatum replicano indirettamente fonti del Movimento, che hanno fatto filtrare all’agenzia Adnkronos l’intenzione, a partire dalla settimana prossima, di dare un incarico formale per la realizzazione di una nuova piattaforma.

Una risposta al debito citato da Casaleggio: sarebbe stato stimato in 450mila euro, ma già il 23 marzo scorso era stato il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli a ribadire l’irricevibilità della richiesta: “Se si continua a parlare di arretrati, difficile pensare a un’alternativa al tribunale”, aveva dichiarato. A Casaleggio hanno replicato fonti interne del Movimento. “Siamo tutti preoccupati per la situazione che vive l’Italia ed è su questo che sono concentrate tutte le nostre attenzioni”, hanno detto. “Dare ai cittadini risposte, pratiche e incisive, in tempi brevi: questa è l’unica cosa che conta. Estraniarsi dal contesto reale del Paese, alimentando le polemiche su questioni interne, è un lusso che non possiamo permetterci“. Ma nel frattempo sono arrivate, ancora più nette, le parole di un’altra esponente di Rousseau, Enrica Sabatini: “Per quanto riguarda Giuseppe Conte”, ha detto all’agenzia Adnkronos, “ha dichiarato di non essere iscritto al Movimento e non riveste, ad oggi, un ruolo riconosciuto dallo Statuto per il quale possa avanzare o sottoscrivere proposte di accordo con Rousseau a nome del MoVimento”.

 

Nè mancano le reazioni all'aut aut di Casaleggio. Gli arretrati del contributo previsto di 300 euro al mese a Rousseau rischiano di mettere in capo ai morosi anche la responsabilità di provocare una fine tra i litigi del rapporto, si dice nella galassia dei pentastellati. Poi però c'è anche chi fa osservare che non è affatto una questione di soldi ma di principio, visto che se Rousseau è un organismo tecnico che deve gestire la piattaforma ma da lì "arrivano ingerenze", anche sui giornali, e se prende parte alle riunioni politiche e invita all'astensione sul governo Draghi, allora è altro.

Insomma, anche Rousseau fa politica. Tra i più decisi ad arrivare alle estreme conseguenze c'è anche chi si spinge a dire che 'se la deadline indicata da Rousseau è il 22 aprile perché aspettare? Ciao'. Il contraltare a questa posizione lo fa, invece, chi osserva: 'Ma Grillo? Impone tutto, impone Draghi, impone di non parlare in tv, impone alcuni paletti a Conte, e Casaleggio non lo impone?'.

È dal blog delle Stelle che arriva il messaggio di Rousseau: "Dopo 15 mesi, è arrivato il tempo di prendere decisioni definitive. È arrivato il tempo di eliminare ambiguità, rinvii e mancate scelte". In premessa, spiega: "Il prossimo 22 aprile saranno trascorsi ben 15 mesi dalle dimissioni dell'ultimo Capo politico eletto democraticamente dagli iscritti e che sollecitava, già in quella data, quello che oggi viene rilanciato per l'ennesima volta: la rifondazione del Movimento 5 Stelle.

Da quel giorno, di quasi 15 mesi fa, il percorso del Movimento è stato caratterizzato da decisioni continuamente rimandate (come il voto del Capo Politico previsto da Statuto), da decisioni prese e mai attuate (come quelle degli iscritti agli Stati Generali), da decisioni impedite (come quelle dei Probiviri di sanzionare i morosi), ma anche da decisioni negate (come il diniego di attivare un accordo con Rousseau). Ovviamente tutto questo ha determinato un susseguirsi di eventi che ci hanno portato fino a qui. Ad una situazione non più procrastinabile".

E ancora: "Oggi personalità importanti stanno decidendo se iscriversi o meno al Movimento per dare il proprio contributo. Ci auguriamo che chiunque in futuro verrà scelto per guidare il Movimento saprà rappresentare a pieno il rispetto delle regole e degli impegni presi, assumendo i principi, che abbiamo riassunto nel Manifesto Controvento, e i valori che Gianroberto riteneva elementi inscindibili, identitari e di credibilità del Movimento da lui fondato", si legge nel lungo post.

"Come Associazione Rousseau siamo costretti, a causa dell'enorme ammontare di debiti, a definire una data ultima: il 22 aprile 2021. Qualora i rapporti pendenti non verranno definiti entro questa data, saremo costretti a immaginare per Rousseau un percorso diverso, lontano da chi non rispetta gli accordi e vicino, invece, a chi vuole creare un impatto positivo sul mondo", viene spiegato.

Fonti vicine ai vertici del Movimento, indirettamente, all'aut-aut sembrano fare riferimento: "Siamo tutti preoccupati per la situazione che vive l'Italia ed è su questo che sono concentrate tutte le nostre attenzioni. Dare ai cittadini risposte, pratiche e incisive, in tempi brevi: questa è l'unica cosa che conta. Estraniarsi dal contesto reale del Paese alimentando le polemiche su questioni interne, è un lusso che non possiamo permetterci", sottolineano. Il 12 aprile Rousseau intanto ricorderà i cinque anni dalla scomparsa del guru M5s, Gianroberto Casaleggio. 

 

 



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