Recovery fund. Secondo l'Europol le mafie sono già "al lavoro" per infiltrarsi e accedere ai fondi

di redazione 15/09/2020 ECONOMIA E WELFARE
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Si sta già registrando a livello europeo un "incremento delle infiltrazioni nell'economia" da parte delle organizzazioni criminali e per questo è fondamentale che i paesi Ue comprendano che le mafie hanno puntato i fondi stanziati per superare la crisi prodotta dal Covid 19.

È l'allarme che arriva dal direttore esecutivo di Europol Catherine De Bolle a Roma per l'incontro tra i capi delle polizie europee per fare il punto sulle minacce criminali collegate alla pandemia. "L'incremento delle infiltrazioni - ha aggiunto De Bolle - è il motivo per il quale Europol ha chiesto di monitorare con attenzione i finanziamenti" connessi al recovery fund poiché i "fondi costituiti dagli Stati membri sono già presi di mira dalle organizzazioni criminali e prevediamo lo saranno ancora di più". 
   

I fondi per la ricostruzione sono già presi di mira dalle organizzazioni criminali e lo saranno ancora più. Sui finanziamenti per il recupero dovremo essere attenti e monitorare per evitare il rischio di infiltrazione delle mafie”, ha spiegato. “È importante che al massimo livello dell’Unione Europea ci sia consapevolezza dei rischi per la somministrazione di sussidi legati alla crisi durante pandemia”, ha continuato De Bolle nel suo discorso di apertura del secondo incontro del gruppo di lavoro sulle minacce criminali correlate all’emergenza Covid-19 in corso a Roma.

L’esperta investigatrice belga ha ricordato come i prodotti più richiesti nel corso della pandemia – come disinfettanti, mascherine, termometri, ventilatori meccanici – così come “fantomatiche cure per il coronavirus” continuano a essere “oggetto di truffe di vasta portata anche online”. Non l’unico modus operandi dei criminali, impegnati anche in sistemi “più sofisticati” come “sequestrare l’identità di imprese e offrire alle vittime la vendita di prodotti legati alla pandemia, per poi sparire nel nulla”. Tra le vittime, ha rivelato De Bolle, “ci sono state autorità sanitarie di Stati membri e aziende private”.

Un “incremento delle infiltrazioni nell’economia” da parte delle organizzazioni criminali si sta già verificando, ha sottolineato la direttrice esecutiva dell’Europol. Per questo è fondamentale che i paesi Ue comprendano che le mafie hanno puntato i fondi stanziati per superare la crisi prodotta dal Covid-19. “L’incremento delle infiltrazioni – ha aggiunto De Bolle – è il motivo per il quale Europol ha chiesto di monitorare con attenzione i finanziamenti” connessi al Recovery fund poiché i “fondi costituiti dagli Stati membri sono già presi di mira dalle organizzazioni criminali e prevediamo lo saranno ancora di più”.

Sul tema è intervenuto anche il vice capo della Polizia e direttore della Ciminalpol Vittorio Rizzi, rilevando come il rischio che corrono i Paesi europei è di scoprire “troppo tardi” le infiltrazioni, quando “il danno all’economia reale diventa irreparabile”. Per quanto riguarda l’Italia, ha precisato Rizzi, al momento “riscontri concreti sotto il profilo processuale” di infiltrazioni “non ce ne sono”.

“Se le infiltrazioni ci sono state ancora non ne abbiamo piena consapevolezza ma pensare che ci siano Paesi e sistemi economici immuni dal rischio infiltrazioni sarebbe un errore gravissimo, una grave miopia – ha messo in guardia Rizzi – Così come nessun paese è stato immune dal Covid-19, nessuno lo sarà dalle organizzazioni criminali, già da molti anni inserire nel tessuto europeo e mondiale”. La “pervasività” del virus è infatti la stessa delle mafie e nessuno “può sottovalutare l’enorme disponibilità delle organizzazioni mafiose” perché “in tempi di recessione economica occorre liquidità, chi ha denaro disponibile conquista il mercato”.

Alta la preoccupazione anche per l'aumento, riscontrato in molti paesi europei, dall'Italiano alla Spagna alla Germania, dell'insofferenza verso le istituzioni ed una maggiore diffusione della violenza. L'osservatorio sulle infiltrazioni della criminalità organizzata presieduto in Italia dal prefetto Rizzi non ha ancora evidenze processuali. "Bisogna allora ritenere che se infiltrazioni ci sono state non ne abbiamo ancora piena consapevolezza. Il rischio però - ha concluso Rizzi - è quello di scoprirlo troppo tardi, per cui l'unico sistema di prevenzione è quello di intercettare i sintomi".



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