Scuole. Si ritorna. Docenti, supplenze, regole per la sicurezza, infrastrutture, le fragilità della scuola pubblica italiana al tempo del Coronavirus

di redazione 13/09/2020 CULTURA E SOCIETÀ
img

La ministra Lucia Azzolina le chiama, da settimane, "piccole criticità". La Cisl calcola: "Una scuola su quattro non partirà  normalmente". Molti istituti scolastici italiani, semplicemente, non aprono. Sette regioni su venti rinviano l'avvio dell'anno scolastico 2020-2021 e anche nei territori in un cui la partenza legale è prevista per domani, lunedì 14 settembre, le piccole criticità sono montagne da scalare.

Dice l'assessore alla Scuola del Lazio, Claudio Di Berardino, in un'intervista pubblicata su Repubblica: "Nella nostra Regione un istituto su tre non ce la fa e deve rimandare l'apertura, sedicimila studenti sono ancora senza un'aula". In Sicilia, altra regione con il calendario fissato su lunedì, in verità aprono soltanto le scuole superiori. Per primarie e medie mancano sedie, banchi, docenti.

Delle sette regioni che hanno posticipato, la Campania è quella in maggiore difficoltà. Il presidente Vincenzo De Luca fa sapere: "Non so se riusciremo a farcela neppure per il 24 settembre".

Ogni territorio ha a che fare con problemi simili e distinti. La Spezia in Liguria- nella città militare i contagi sono ancora alti - e Viterbo nel Lazio si sono arrese: partenza posticipata. La Flc Cgil sostiene che, per ora, sono arrivati 200.000 monobanchi dei 2,4 milioni previsti, che, comunque, il contratto del bando Arcuri si è impegnato a consegnare entro fine ottobre. Mancano anche le mascherine promesse gratis per studenti, professori e bidelli. I presidi di tutta Italia, a partire dal Lazio, lo ribadiscono, Domenico Arcuri assicura che entro domani tutti avranno scorte sufficienti per affrontare la prima settimana. L'Ufficio scolastico per l'Emilia Romagna ha autorizzato preventivamente l'utilizzo in classe delle protezioni di stoffa. A Bari il sindaco Antonio Decaro rivela: "I soldi per l'affitto di locali extra scolastici sino arrivati solo due giorni fa e sono pochi, 70 milioni per 300 richieste".

Il capitolo suppenti è delicato ed emergenziale. Non si sono ancora chiuse le nomine attraverso il contestato sistema Gps. A Torino e a Milano, per esempio, e in quest'ultima città metropolitana i sindacati hanno chiesto formalmente al prefetto di occuparsi della questione. Restano vuoti preoccupanti sul sostegno. La mancanza di 250.000 cattedre di ruolo in tutta Italia - sarebbe un primato dell'era moderna se i numeri fossero confermati - rende la partenza un vero e proprio problema didattico.

I docenti che risulteranno inidonei all'insegnamento in classe per le sue malattie pregresse, patologie che possono diventare rischiose di fronte a un contagio da Covid, non potranno insegnare da casa. Saranno messi in malattia e, tutt'al più, potranno richiedere mansioni laterali: organizzazione della biblioteca scolastica e dei laboratori, per esempio.

Seguendo una circolare del 4 settembre scorso dei ministeri della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali, l'Istruzione venerdì scorso ha inviato ai dirigenti scolastici una nota in cui si certifica che "la fragilità è temporanea ed esclusivamente legata all'attuale situazione epidemiologica". Terminata la quale, l'insegnante tornerà alle sue naturali funzioni.

Ogni lavoratore della scuola potrà chiedere sorveglianza sanitaria all'Inail, all'Asl di riferimento e ai Dipartimenti di Medicina legale e Medicina del lavoro delle università.
Per fragilità si intende "uno stato di salute del lavoratore rispetto alle patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto". L'età, da sola, non rappresenta un elemento che possa indicare "fragilità". La famosa soglia dei 55 anni è un'indicazione statistica. L'età può diventare una questione sanitaria se accompagnata da malattie pregresse, la cosiddetta "presenza di comorbilità". 


I passaggi di un docente che intenda sottoporsi a una visita che attesti "fragilità" sono questi: il lavoratore richiede al dirigente scolastico l’attivazione della sorveglianza sanitaria; il ds avvia la richiesta al medico competente e mette a disposizione i locali scolastici per il controllo; quindi fornisce al medico competente una dettagliata descrizione della mansione svolta dal lavoratore, della postazione-ambiente di lavoro dove presta l’attività e offre le informazioni sulle misure di prevenzione e protezione adottate per mitigare il rischio da Covid-19 all’interno dell’istituto scolastico. Sulla base della visita, il medico “esprimerà il giudizio di idoneità fornendo, in via prioritaria, indicazioni per l’adozione di soluzioni maggiormente cautelative per la salute del lavoratore e riservando il giudizio di inidoneità temporanea solo ai casi che non consentano soluzioni alternative”. La visita dovrà essere ripetuta periodicamente anche in base all’andamento epidemiologico.

Sono tre i possibili giudizi medici: "Idoneità", "Idoneità con prescrizioni", "Inidoneità temporanea del lavoratore fragile in relazione al contagio". Se idoneo, iil lavoratore continua a svolgere o è reintegrato nelle mansioni del profilo di competenza. Qualora il medico competente indichi al datore di lavoro prescrizioni e misure di maggior tutela – ad esempio, l’adozione di mascherine FFp2, un maggiore distanziamento – il dirigente scolastico dovrà fornire i dispositivi di protezione adatti e adeguare gli ambienti di lavoro. Il preside, laddove le prescrizioni mediche risultino "non compatibili con l’organizzazione e l’erogazione del servizio", scrive il capo Dipartimento Marco Max Bruschi, il preside può richiedere una revisione del giudizi.

L'"inidoneità temporanea" del lavoratore fragile può essere intesa "come l’impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa nel contesto dato oppure solo relativamente alla specifica mansione svolta". Il personale docente "non idoneo" viene messo in malattia, ma può chiedere, al momento della visita "e senza indugio", di essere utilizzato in un ruolo diverso da quello ricoperto prima degli accertament medici. La richiesta di utilizzo deve partire dal soggetto protagonista: sarà il dirigente scolastico a valutare la possibilità di utilizzo e a portare quell'orario di lavoro a 36 ore settimanali. Il lavoratore riconosciuto fragile potrà essere impiegato in questi servizi: biblioteca e documentazione, organizzazione di laboratori, supporti didattici ed educativi, supporto nell'utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche, attività per il funzionamento degli organi collegiali. Questi servizi potranno essere realizzati da casa, in modalità "lavoro agile". Al docente, e al lavoratore amministrativo, potrà essere chiesto di trasferirsi in un'altra scuola, all'Ufficio scolastico regionale o addirittura in un'altra amministrazione pubblica.

Il posto del docente riconosciuto fragile sarà sostituito con una supplenza: la circolare non prevede la possibiltà per "un fragile" di continuare a insegnare a distanza. 

La circolare riconosce che potrebbe essere più difficile trovare un lavoro a distanza equivalente per collaboratori scolastici e cuochi. Il personale a tempo determinato individuato come fragile, sia docente, sia amministrativo, sarà messo in malattia, senza possibilità di lavori alternativi.

La ministra Lucia Azzolina ha assicurato che, ad oggi, i docenti che hanno fatto richiesta per la "fragilità" sono cinquecento, ma con la stesura delle regole interne potrebbero arrivare ad alcune migliaia. Sempre la ministra ieri ha detto che al Consiglio superiore della pubblica istruzione è pronta un'ordinanza dedicata agli studenti fragili: "Nulla vieta alle scuole in cui ci sono le attrezzature", ha detto, "di stabilire collegamenti che permettano agli studenti che sono a casa di videocollegarsi".

Ci vuole un po' di pazienza", ha detto la titolare dell'Istruzione in epoca Covid "anche negli scorsi anni è accaduto", "le nomine dalle graduatorie si stanno facendo in questi giorni". Quanto ai 70mila docenti in più per l'emergenza Covid, "saranno nominati nelle prossime settimane direttamente dai dirigenti scolastici. Piccole criticità nessuno le nega: le stiamo risolvendo in un periodo difficilissimo". Anche per le varie criticità molte scuole hanno fatto slittare l'apertura al 24 settembre. Sulla questione degli studenti 'fragili", ovvero quelli che per motivi di salute potrebbero avere difficoltà a tornare a scuola in questo tempo di pandemia, è in arrivo una ordinanza, ora "al vaglio del consiglio superiore della Pubblica Istruzione". La ministra ha spiegato che "nulla vieta alle scuole in cui ci sono le attrezzature" di stabilire collegamenti che permettano agli studenti che sono a casa di video collegarsi, e "anche a chi ha banalmente un raffreddore" e per questo deve rimanere a casa. "Se la scuola è predisposta e ha gli strumenti perché no? credo che ci sia tutta la volontà di includere gli studenti" da parte dei dirigenti scolastici. Azzolina ha risposto riferendo di aver ricevuto lettere, messaggi e anche poesie dagli studenti in vista dell'inizio dell'anno scolastico."Gli studenti hanno un grandissimo entusiasmo, vogliono tornare a scuola", "quest'anno sarà un primo giorno di scuola nuovo, diverso per tutti" con un "senso di speranza e di coraggio, e certe paure verranno messe da parte". E sull'ordinanza del governatore del Piemonte che stabilisce che la misurazione della temperatura debba essere fatta a scuola, risponde che il ministero ha deciso per tutti che la misurazione debba essere fatta a casa dai genitori, reputando l'ordinanza del governatore Cirio "intempestiva e inopportuna", "non si capisce perché in Italia si debba creare confusione". "In queste ore ci sono delle interlocuzioni tra il governo e il presidente Cirio" e a breve ci sarà una decisione sull'eventuale impugnativa del governo dell'ordinanza. 

Cirio: "Non intendo ritirare ordinanza" "Non arretro di un millimetro: da domani l'ordinanza sarà pienamente in vigore". Il governatore del Piemonte Alberto Cirio, intervistato dalla Stampa, spiega che andrà avanti con il provvedimento regionale sulla scuola:autocertificazione di aver preso la temperatura da parte dei genitori sul diario degli studenti e, in assenza, la misurazione a scuola.   "La ministra Azzolina mi ha invitato a ripensarci: sostiene che con questa ordinanza creo problemi alle famiglie,obbligandole tutte le mattine a scrivere sul diario. Le ho risposto che un'autocertificazione non è un problema per nessuno: io scrivo e firmo tutti i giorni sul diario di mia figlia, attestandone la partecipazione o meno alla mensa", dice Cirio. "Né è esagerato chiedere alla scuola di controllare quanto certificato dalle famiglie. E nel caso manchi la certificazione, provvedere alla misurazione prima dell'inizio dell'attività didattica".   Se il governo impugnerà l'ordinanza, "ci difenderemo con ogni mezzo. Nessuno mi convincerà mai che sto sbagliando: da molte scuole mi invitano ad andare avanti, i medici e i pediatri  approvano la nostra linea" Miozzo, Cts: "Mascherine arriveranno dappertutto" "Le mascherine saranno disponibili a scuola tutti i giorni, sono sicuro che nei prossimi giorni la distribuzione sarà capillare e sarà garantita. Ci saranno per tutto l'anno scolastico, il commissario Arcuri lo ha garantito".

Così Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) in collegamento con Sky Tg24 da una scuola di Castelnuovo di Porto (Roma), dove risiede. "Qui le mascherine sono arrivate, come nella maggior parte delle scuole - risponde Miozzo -, dove non ci sono ancora l'indicazione è per le mamme di mettere ai figli le mascherine che di solito indossano, le mascherine di comunità, quelle di stoffa. Le mascherine chirurgiche naturalmente danno più garanzie". Papa Francesco: "Ripresa sia vissuta con responsabilità" "Papa Francesco auspica che la ripresa dell'anno scolastico sia vissuta con grande senso di responsabilità, nella prospettiva di un rinnovato patto educativo, che veda protagoniste le famiglie e ponga al centro le persone" si legge in un tweet di Vatican News.


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali