Delitto di Artena. Restano in carcere tre aggressori di Willy

di redazione 09/09/2020 CULTURA E SOCIETÀ
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Restano in carcere tre dei quattro giovani arrestati con l’accusa di concorso in omicidio preterintenzionale per la morte di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo di 21 anni ucciso a calci e pugni a Colleferro nella notte tra sabato e domenica.

Per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli è stata convalidata la detenzione in carcere, mentre Francesco Belleggia va agli arresti domiciliari. La decisione del gip di Velletri arriva dopo gli interrogatori di garanzia svolti ieri nel carcere di Rebibbia. Proprio Belleggia di fronte ai pm avrebbe detto di aver visto uno dei fratelli Bianchi colpire Willy. Difeso dall’avvocato Vito Perugini, ha fornito una versione dei fatti totalmente differente da quella messa a verbale dagli altri tre ragazzi, che invece asseriscono di non aver “nemmeno toccato” il 21enne. Stando alla sua ricostruzione, tra gli amici di Willy e il gruppo di Artena – di cui facevano parte i presunti assassini – è scoppiata una rissa “alla Trainspotting”. Poi, all’arrivo dei fratelli Bianchi, sarebbero volati calci e pugni a colpi di karate che hanno portato alla morte del 21enne.

 

L’indagine, in attesa dei risultati dell’autopsia che potrebbero portare a cambiare l’ipotesi di reato (da omicidio preterintenzionale a volontario), si concentra proprio sugli ultimi minuti di vita di Willy. Quel che è certo finora è che tutti i ragazzi hanno ammesso la loro presenza in via Oberdan, a Colleferro, nella notte tra sabato e domenica. Anche perché, nonostante le telecamere di sorveglianza non siano riuscite a riprendere la scena, uno degli amici di Willy li ha immortalati con il telefonino. La lite tra i due gruppi comincia in realtà qualche ora prima dell’uccisione del 21enne. Una delle ipotesi è che a innescare tutto sia stato un commento sui social sotto la foto di una ragazza. Dallo scontro verbale si è passati alle mani una volta che le due comitive sono uscite dal pub. È a questo punto che Pincarelli e Belleggia avrebbero chiamato al telefono i fratelli Bianchi per chiedere supporto. E loro non si sono tirati indietro.

Cosa è successo nei dieci, venti minuti seguenti è ancora tutto da chiarire. Secondo il quotidiano La Repubblica, Belleggia ha raccontato ai magistrati che a sferrare il colpo mortale al giovane è stato Gabriele Bianchi, mettendo in pratica la sua esperienza nel campo delle arti marziali. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, invece, che cita alcune testimonianze raccolte dai carabinieri, sarebbe stato Belleggia a sferrare un calcio “da karate” al volto del ragazzo prima di andare via a bordo di un Suv insieme agli amici. Neanche mezz’ora dopo le forze dell’ordine li trovano ad Artena, nel locale del fratello maggiore dei Bianchi, mentre prendono il caffè e li conducono in caserma.



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