Addio a Philippe Daverio, cultore del bello e divulgatore della cultura

di redazione 02/09/2020 ARTE E SPETTACOLO
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 E' morto lo storico e critico d’arte Philippe Daverio.

Docente e saggista, è stato assessore alla Cultura del comune di Milano dal 1993 al 1997. A dare la notizia della sua morte, avvenuta stanotte all’Istituto dei Tumori del capoluogo lombardo, è la regista e direttrice del teatro Franco Parenti Andree Ruth Shammah. “Amico mio… il tuo silenzio per sempre è un urlo lancinante stamattina”, scrive Shammah su Instagram, pubblicando la dedica che Daverio le ha scritto in calce al suo ultimo libro, La mia Europa a piccoli passi.

Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, Daverio è stato docente, saggista e personaggio televisivo, oltre che storico dell’arte. Assessore del Comune di Milano dal 1993 al 1997 nella giunta Formentini, con le deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e Relazioni Internazionali, si è occupato della ricostruzione del Padiglione d’Arte Contemporanea distrutto a seguito dell’esplosione della bomba del 27 luglio 1993, partendo dalla ricerca degli sponsor al coordinamento degli interventi sia tecnici sia amministrativi. Il programma d’arte e cultura “Passepartout” su Rai3, dal 2002 al 2013, seguito poi da “Il Capitale“, lo resero celebre al grande pubblico.

Nel 2008 Vittorio Sgarbi lo aveva nominato “bibliotecario” di Salemi. Ha insegnato Storia dell’arte presso la Iulm di Milano, e Storia del design presso il Politecnico di Milano, e fino al 2016 ha ricoperto l’incarico di professore ordinario di disegno industriale presso l’Università degli Studi di Palermo. Nel 2010 è stato designato dal sindaco di Palermo come consulente per la Festa di Santa Rosalia. Nel 2011, in concomitanza dei festeggiamenti per il 150º anniversario dell’Unita’ d’Italia, fondò il movimento d’opinione Save Italy.

Iconici i suoi eccentrici look con l’immancabile papillon: “Arrivato a diciott’anni ho smesso la cravatta e son passato al papillon. È più pratico: non casca nel brodo. Adesso, però, lo confesso, è diventato una mania”, aveva detto in un’intervista.

“Intellettuale di straordinaria umanità, un capace divulgatore della cultura, uno storico dell’arte sensibile e raffinato. Con sagacia e passione, ha accompagnato le italiane e gli italiani nell’affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell’espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale. Tutto questo era Philippe Daverio, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che già manca a tutti noi”. Così lo ricorda il ministro per i Beni e le Attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini. E il sindaco di Milano Beppe Sala: “Con Philippe Daverio scompare uno dei grandi protagonisti della vita culturale di Milano degli ultimi decenni. Daverio è stato un innamorato di Milano cui ha sempre dato la forza della sua originalità e della sua competenza, dal Comune alla Scala fino al Museo del Duomo e a Brera. L’ho visto all’opera in tanti frangenti, non sempre ho condiviso le sue posizioni, ma mi ha sempre colpito la sua libertà di pensiero. Soprattutto Milano e l’Italia devono allo spirito internazionale e alla capacità comunicativa di Philippe la sua lotta in difesa del bello e dell’arte del nostro paese di cui fu un instancabile e geniale divulgatore. Grazie, Philippe, and ‘save Italy'”.

“Dispiace molto per Philippe Daverio, era un grande storico dell’arte e ha dimostrato di saper fare una televisione sull’arte di grandissima qualità”, ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante un’intervista ad Agorà Estate su Rai3.



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