Giornata contro le Mafie. Migliaia in corteo a Padova. Don Ciotti "Basta silenzi e connivenze. Questo governo ha fatto poco"

di redazione 21/03/2019 CULTURA E SOCIETÀ
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Migliaia di persone stanno prendendo parte al corteo organizzato a Padova da "Libera" e da "Avviso Pubblico". Manifestanti provenienti da tutta Italia, e tra questi moltissimi giovani, stanno sfilando per le strade del centro con bandiere e striscioni.

In testa al corteo i familiari delle vittime di mafia, con le loro foto in mano, don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera.

Dietro di loro il prefetto Renato Franceschelli, il sindaco Sergio Giordani, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.Tra i partecipanti, anche l'ex presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e Maurizio Landini, segretario della Cgil. Dagli altoparlanti vengono scanditi i nomi delle vittime innocenti di mafia. Il corteo si concluderà in Prato della Valle con l'intervento di don Ciotti

Le mafie - ha ricordato don Ciotti - sono presenti in tutto il territorio nazionale, come dice il rapporto che è stato fatto dal parlamento. Si sono rese più flessibili e reticolate, sono loro che fanno rete e crescono nelle alleanze. Soprattutto - ha aggiunto - sono diventate imprenditori e imprenditrici. Non possiamo dimenticare questa area grigia di commistione tra legale e illegale".

Se la mafia ha già conquistato il cuore del Nordest, penetrando non solo il tessuto imprenditoriale ma anche quello sociale e politico, allora è nel nordest che deve mettere radici anche l’antimafia. E’ questa la nuova scommessa di Libera e don Luigi Ciotti che non per caso hanno scelto Padova come piazza principale della 24esima giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie.

Ventuno i pullman arrivati da tutta Italia, migliaia le persone giunte in treno per partecipare al grande corteo che, attraversando il cuore della città, confluirà a Prato della Valle dove verranno letti tutti i nomi delle circa mille vittime della mafia e dove don Luigi Ciotti, presidente di Libera, conclude la manifestazione.

“Se le mafie oggi sparano meno è perché i mafiosi sono diventati imprenditori. Una mafia imprenditoriale che si è insediata nel tessuto sociale senza trovare opposizione. Le mafie non sono un mondo a parte, gridiamo da vent’anni, ma è un grido finito troppo spesso nel vuoto”, dice Don Ciotti che ieri sera, nella basilica di Sant’Antonio da Padova, ha celebrato una veglia alla presenza di centinaia di familiari delle vittime arrivati da tutta Italia.

E Don Ciotti conclude la manifestazione: "E' da 163 anni che parliamo di mafie. Non è possibile. Non è possibile in un paese civile che l'80 per cento dei familiari delle vittime non conosce la verità o la conosce solo in parte. Abbiamo bisogno della verità su Giulio Regeni e Ilaria Alpi e abbiamo  e abbiamo bisogno di notizie su Padre Dell'Oglio e Silvia Romano. Sto con la nave Mediterranea che salva le vite e sto con Roberto Saviano che scrive parole graffianti. Gli immigrati sono rappresentati come nemici e usurpatori fingendo di non sapere che e’ il sistema economico dell’occidente che ha depredato intere zone del mondo costringendoli a lasciare le loro terre i loro affetti. No alla gestione repressiva dei migranti, no all’attacco dei diritti umani. Le leggi devono tutelare i diritti non il potere".

Don Ciotti aveva detto ieri sera: "C’è un dato che fa sensazione. Ed è quello dell’altissimo numero di delitti di mafia rimasti irrisolti, quasi l’80 per cento. Anche per questo, molti di loro ormai da più di vent’anni, padri, madri, figli, sorelle, fratelli scendono in piazza continuando a chiedere giustizia.

 


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