Milano. Migliaia sfilano contro il razzismo. Sindaco Sala "Un'altra idea del mondo è possibile"

di redazione 02/03/2019 CULTURA E SOCIETÀ
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Una grande iniziativa pubblica per dire che vogliamo un mondo che metta al centro le persone. La politica della paura e la cultura della discriminazione viene sistematicamente perseguita per alimentare l'odio e creare cittadini e cittadine di serie A e di serie B. Per noi, invece, il nemico è la diseguaglianza, lo sfruttamento, la condizione di precarietà".

Questo l'appello di 'People - prima le persone', la manifestazione per i diritti che si tiene oggi a Milano promossa da 30 realtà, dall'Arci ai sindacati alle organizzazioni antirazziste, cui hanno aderito oltre 1000 associazioni.

"Inclusione, pari opportunità e una democrazia reale per un Paese senza discriminazioni, senza muri, senza barriere" sono i motivi - come si legge nell'appello - per cui è stata promossa questa mobilitazione nazionale. Ma anche "perché crediamo che la buona politica debba essere fondata sull'affermazione dei diritti umani, sociali e civili. Perché pensiamo che le differenze - legate al genere, all'etnia, alla condizione sociale, alla religione, all'orientamento sessuale, alla nazione di provenienza e persino alla salute, non debbano mai diventare un'occasione per creare nuove persone da segregare, nemici da perseguire e ghettizzare o individui da emarginare. Noi siamo per i diritti e per l'inclusione. Noi siamo antirazzisti, antifascisti e convinti che la diversità sia un valore e una ricchezza culturale".

"E nel ribadire Prima le Persone diciamo che - si legge ancora - servono, in Italia e in Europa, politiche sociali nuove ed efficaci, per il lavoro, per la casa, per i diritti delle donne, per la scuola e a tutela delle persone con disabilità. Noi ci battiamo per il riscatto dei più deboli e per scelte radicalmente diverse da quelle compiute sino a oggi in materia di immigrazione, politiche di inclusione, lotta alle diseguaglianze e alla povertà".

Pullman e delegazioni da tutta Italia e numeri da record, 1.200 fra enti e associazioni presenti con striscioni loro, 40mila adesioni solo su Facebook, 700 Comuni aderenti, 20 presenti in piazza anche con il gonfalone e gli assessori, fra questi quello di Riace. Tanti i politici, leader nazionali e segretari generali di sigle come Cgil, Cisl, Uil, Arci, Emergency, Amnesty International, Medici senza frontiere. Tutti uniti in nome della tolleranza e del rispetto dei diritti delle persone e delle minoranze, in un ventaglio larghissimo che va dai migranti all’universo Lgbt, dai disabili alle donne. Ci sarà anche famiglia di Bakary, il ragazzo adottivo bersaglio delle scritte razziste.

Obiettivo è quello di uguagliare quel traguardo del 20 maggio del 2017 che portò in piazza sempre a Milano 100mila persone e di superare i 50mila arrivati in piazza del Popolo a Roma per il raduno #primaglitaliani del leader leghista Matteo Salvini. Si spera che non ci siano troppe bandiere di partito, non ci saranno comizi finali e discorsi paludati. Tutto finirà al tramonto, al suono dell’inno "People have the power" di Patty Smith.

Un lungo serpentone, con una decina di carri musicali, fra cui quello dedicato alla legge Pillon e all’omofobia (Sentinelli) e quello a forma di barcone nel quale sfileranno volontari e sostenitori delle ong Mediterranea, Open Arms e Sea Watch. Tutti in una fragorosa allegria "non contro qualcuno, ma per dire che un’altra visione del mondo è possibile", come ha chiarito ieri il sindaco Beppe Sala, in un corteo con la giunta e i consiglieri comunali, assieme all’ex sindaco Giuliano Pisapia, a Pier Luigi Bersani, ai presidenti di Toscana e Lazio, Enrico Rossi e Nicola Zingaretti, al radicale Marco Cappato,

Il sindaco, Giuseppe sala, ieri ha tenuto a precisare che quella di oggi "non sarà" una piazza anti Salvini. Sarà letta come la si vuole leggere - ha rilevato - , ma per me non sarà così - ha detto a margine del congresso di LegaCoop Lombardia -. Per me questa manifestazione è un modo per sottolineare quella che è la mia linea politica e devo dire che posso essere accusato di tutto ma non di portare avanti idee diverse da quelle che avevo promesso in campagna elettorale. E' un altro modo per ricordare quello che voglio che Milano sia, finché prevarranno le mie idee bene, nel momento in cui prevarranno quelle di qualcuno d'altro questa è la democrazia".


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