Roma com'era. Addio al prete dei baraccati. Morto a 83 anni don Roberto Sardelli

di redazione Roma 20/02/2019 ROMA
img

Una vita passata accanto agli ultimi, agli emarginati, tra le baracche e il degrado. Si è spento a 83 anni, don Roberto Sardelli, uno dei protagonisti della Roma degli anni Settanta, il "prete dei baraccati" che con il suo insegnamento ha cambiato la vita a molti di quei ragazzi che fino ad allora vivevano in gravi situazioni sociali. Originario di Pontecorvo, nella Bassa Ciociaria, don Roberto venne ordinato sacerdote nel 1965, a 30 anni. Formatosi alla scuola di don Milani, nel 1968, dopo un soggiorno in Francia, gli venne dato l'incarico di collaboratore nella parrocchia di San Policarpo,all'Appio Claudio a Roma, dove cominciò attivamente il suo impegno a favore di chi, sopratutto immigrati provenienti dalle regioni del Sud Italia, viveva nelle baracche proprio alle spalle della chiesa, ai piedi dell'Acquedotto Felice.

Tra i baraccati, i suoi veri parrocchiani, più autentica sentiva la sua missione: don Roberto abbandonò ogni tipo di copertura clericale, ogni privilegio, e testimoniò una condivisione della loro esistenza, delle loro incertezze, delle loro speranze, delle loro lotte. Così animato da "un lampo di follia creativa", nel 1969 acquistò una della baracche da una prostituta e si trasferì nell'insediamento. Lì fondò la celebre "Scuola 725", dal nome della baracca che la ospitava, definita dagli stessi ragazzi "la scuola del riscatto". Era il tentativo di recuperare chi veniva emarginato anche dalla scuola, consentendo loro di proseguire gli studi e conoscere testi e autori come Gandhi o Malcolm X. Le riflessioni venivano collezionate nel quindicinale redatto dagli stessi ragazzi. Da questo lavoro nacque la "Lettera al sindaco" e il libro "Vita di borgata" (Kurumuny).

Subito dopo lo sgombero della baraccopoli, nel 1973, don Roberto si dedicò alle collaborazioni giornalistiche con Paese Sera, l'Unità e Liberazione, ma anche con riviste del mondo cattolico. Nel 1982 fondò lo Studio Flamenco, per avvicinarsi al mondo Rom attraverso la danza, mentre dal 1989 al 1998 seguì negli ospedali i malati di Aids. Nel 2008 venne realizzato, anche con il patrocinio della Provincia, il film "Non Tacere", presentato anche alla Festa del cinema di Roma. Lo scorso anno don Sardelli è stato insignito anche della laurea honoris causa all'Università degli Studi di Roma Tre.   “Crediamo – scriveva don Roberto e il suo insegnamento vale anche oggi – che questo sia il compito di una scuola: creare una comunità di persone e non individui isolati; educare al servizio degli altri e non all’arrembaggio dei primi posti.”


Tags:




Ti potrebbero interessare

Speciali