Produzione industriale e dati Istat sulla ricchezza delle famiglie. L'economia non va

di redazione 12/11/2018 ECONOMIA E WELFARE
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Cala dello 0,2% nel terzo trimestre la produzione dell'industria diminuisce rispetto ai mesi precedenti.  E' il terzo calo consecutivo secondo l'Istat. "Prosegue la fase di debolezza della produzione industriale, che chiude con un lieve calo congiunturale anche il terzo trimestre dell'anno", osserva l'istituto di statistica.

Su base annua, invece, l'indice torna a crescere dopo due mesi, e aumenta in termini tendenziali dell'1,3% nei dati corretti per gli effetti di calendario. Rispetto ad agosto ci sono aumenti per i beni intermedi (+1,1%) e i beni di consumo (+0,3%) e variazioni negative per i beni strumentali (-1,6%) e l'energia (-0,1%). Mentre su base annua la crescita maggiore riguarda l'energia (+4,2%).

Secondo l'Istat nel terzo trimestre, la flessione congiunturale è dovuta ai beni di consumo e ai beni intermedi, mentre risultano in crescita i comparti dell'energia e dei beni strumentali. L'Istat osserva "incrementi più contenuti" per i beni strumentali (+2,9%) e i beni intermedi (+0,8%) e registra in diminuzione, invece, la produzione di beni di consumo (-0,8%). I settori di attività economica che registrano la maggiore crescita tendenziale sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+7,0%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+5,1%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+4,5%). Le maggiori flessioni si rilevano invece nell'attività estrattiva (-11,2%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-4,7%) e nell'industria del legno, della carta e stampa (-2,7%). 

Pesante la flessione per il comparto auto. A settembre l'Istat registra un nuovo calo della produzione italiana di autoveicoli, con una flessione tendenziale dell'8,2% nei dati corretti per gli effetti di calendario. Nei primi nove mesi dell'anno il settore realizza una perdita di produzione del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

 Quattro famiglie su 10 sotto la soglia di povertà (il 40,7%) vivono in case di proprietà, sulle quali una su 5 paga un mutuo medio di 525 euro, mentre il 15,6% in abitazioni in uso o usufrutto gratuito. E' uno dei dati forniti dall'Istat nell'audizione sulla manovra in vista dell'introduzione del reddito di cittadinanza. Il 43,7% vive invece in affitto, quota che è "particolarmente elevata nei centri metropolitani (64,1%) e nel Nord del Paese (50,6%). La spesa media effettiva per l'affitto è di 310 euro".

Per 2 mln rinuncia a cure per liste attesa - "La rinuncia a visite o accertamenti specialistici per problemi di liste di attesa complessivamente riguarda circa 2 milioni di persone (3,3% dell'intera popolazione" mentre "sono oltre 4 milioni le persone che rinunciano per motivi economici". E' uno dei dati forniti dall'Istat in audizione alla Camera sulle misure della manovra. A rinunciare di più sono "i più anziani, tra i 45 e 64" e "rilevante" ha detto il presidente Franzini, "è l'intreccio tra rinuncia e condizioni economiche".

+2,1% tasse per oltre un terzo imprese  - "Nel complesso i provvedimenti" sulla tassazione delle imprese "generano una riduzione del debito di imposta Ires per il 7% delle imprese, mentre per più di un terzo tale debito risulta in aumento. L'aggravio medio di imposta è pari al 2,1%: l'introduzione della mini-Ires (-1,7%) non compensa gli effetti dell'abrogazione dell'Ace (+2,3%) e della mancata proroga del maxi-ammortamento (+1,5%)". E' il calcolo fornito dall'Istat. "L'aggravio è maggiore tra le imprese fino a 10 dipendenti".

Nel 2019 si stima nascita 51mila terzi figli  - "Ipotizzando costanti sia i tassi di fecondità osservati nel 2017 per ordine di nascita, sia la popolazione femminile residente tra i 15 e 49 anni al 1 gennaio 2018, si stima la nascita di circa 51 mila terzi figli nel 2019. Questo numero era intorno ai 53 mila tra il 2013 e 2015 e intorno a 51 mila tra il 2016 e 2017". Lo ha detto il presidente facente funzione dell'Istat, Maurizio Franzini, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, a proposito dell'incentivo previsto in manovra alla nascita del terzo figlio. Franzini ha ricordato che la media di figli per donna, per le nate a metà degli anni 70, è stimato nell'1,4% e che "a livello nazionale la quota di donne senza figli è in continuo aumento da una generazione all'altra: era di circa una su 10 per le nate nel 1950, è cresciuta a circa 1 su 5 per le nate a metà degli anni 70. Parallelamente aumentano, leggermente, le donne con un solo figlio e crolla il numero di donne con almeno due figli".

De Guindos, contagio Italia per ora limitato ma rischio  - Un effetto contagio dall'Italia "è stato finora limitato", ma "rimane una possibilità". Lo ha detto il vice presidente della Bce, Luis De Guindos. Sul fronte delle finanze pubbliche "l'Italia è il caso più importante al momento, visto il livello del debito e delle tensioni politiche sui piani di bilancio del governo. Le forti reazioni del mercato agli eventi politici hanno scatenato nuove preoccupazioni sul nesso tra banche e debito sovrano in alcune parti d'Europa". E "questo è alla base della richiesta di disciplina fiscale e del rispetto delle regole". 


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