Apple e Samsung multate dall'Antitrust. L'autorità italiana emette la prima decisione al mondo sull'obsolescenza programmata

di redazione 03/11/2018 SCIENZA E TECNOLOGIA
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Pensare che aggiornare in continuazione i nostri smartphone scaricando i firmware che i relativi produttori ci sollecitano renda i nostri apparecchi up to dateè un errore perché, in realtà, rischiamo di abbreviarne la vita stessa e limitarne le funzionalità. Infatti, installare aggiornamenti di firmware realizzati per configurazioni hardware di ultima generazione, può ridurre significativamente le prestazioni dell’apparecchio, in particolare in presenza di batterie inefficienti, e impattare sulla durata dello stesso.

Si parla in queste ipotesi di obsolescenza programmata ovvero di strategie poste in essere dai produttori volte a definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato e imporne la sostituzione con un nuovo prodotto, più efficiente e funzionale, la cui carica innovativa viene pianificata in precedenza.

Una pratica adottata anche da Samsung e Apple e sanzionata pesantemente dall’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato perché scorretta.

Risalgono, infatti, al 25 settembre scorso i provvedimenti sanzionatori adottati dall’Authority nei confronti dei due colossi, pubblicati sul bollettino del 29 ottobre,  per aver “ indotto i consumatori - mediante l’insistente richiesta di effettuare il download e anche in ragione dell’asimmetria informativa esistente rispetto ai produttori - ad installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente, senza fornire adeguate informazioni, né alcun mezzo di ripristino delle originarie funzionalità dei prodotti”.

Nello specifico l’AGCM, stante la gravità del comportamento, ha inflitto una sanzione da 5 milioni di euro a Samsung per la “proposta, insistente, ai consumatori in possesso di Note 4, di aggiornamenti del firmware basati sulla versione Marshmallow del sistema operativo Android, le cui caratteristiche e impatto sulle prestazioni dello smartphone sono stati descritti in maniera omissiva ed ingannevole e che hanno significativamente ridotto le funzionalità di moltissimi apparecchi, rispetto ai quali Samsung ha prestato assistenza solo per i prodotti coperti dalla garanzia legale – offrendo la sostituzione di rilevanti parti dell’hardware – mentre per i prodotti fuori garanzia veniva richiesto un elevato costo di riparazione (salvo limitate eccezioni), senza offrire alcun mezzo di ripristino dell’originaria funzionalità dell’apparecchio (quali il downgrading)”.

La sanzione ad Apple, invece, ammonta a 10 milioni di euro in quanto all’azienda vengono contestate due distinte pratiche commerciali scorrette:

  1. l’aver “indotto insistentemente i consumatori in possesso di iPhone 6/6plus/6s/6splus all’installazione del sistema operativo iOS 10 e successivi aggiornamenti, senza fornire adeguate informazioni circa l’impatto di tale scelta sulle prestazioni degli smartphone e senza offrire (se non in misura limitata o tardiva) alcun mezzo di ripristino dell’originaria funzionalità degli apparecchi in caso di sperimentata diminuzione delle prestazioni a seguito dell’aggiornamento (quali il downgrading o la sostituzione della batteria a costi ragionevoli)
  2. il non aver fornito ai consumatori adeguate informazioni circa la vita media e la deteriorabilità delle batterie al litio né informazioni sulla manutenzione delle stesse al fine di conservare la piena funzionalità dei dispositivi.

Quello dell’obsolescenza programmata è un fenomeno che in numerosi casi ha comportato e continuerà a comportare un vero e proprio danno economico nei confronti del consumatore ed è, pertanto, auspicabile che il legislatore europeo intervenga con una normativa ad hoc affinché l’innovazione tecnologica possa essere adeguatamente perseguita senza pregiudizio alcuno per i consumatori e, come ricordato anche dal Parlamento Europeo nella Risoluzione del 4 luglio 2017, per i loro diritti a ricevere dai produttori informazioni chiare in merito al funzionamento dei dispositivi e alla compatibilità con gli stessi di eventuali aggiornamenti


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