Alitalia. Si aprono le buste delle offerte. Trenitalia in pole position

di redazione 31/10/2018 ECONOMIA E WELFARE
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Non voglio salvare Alitalia, voglio rilanciarla. Non si è sfilato nessuno, la partecipazione di partner industriali sarà fondamentale. Nei prossimi giorni avremo modo di vedere tutte le offerte che sono arrivate, ma io sono tranquillissimo perché abbiamo già avuto tante offerte.
    Oggi si chiude, si rispettano i tempi. Fs è uno dei soggetti che ha presentato offerte, ora si aprono le buste e si vedranno le offerte arrivate. Costruiremo il piano industriale". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio.
    Sull'ingresso di Fs in Alitalia, il ministro dell'economia Giovanni Tria ha chiarito che "lo Stato non esercita attività di direzione o coordinamento sulle società partecipate": "Fs agisce come un operatore di mercato indipendente e il cda valuta autonomamente la fattibilità e la sostenibilità economico-finanziaria dell'operazione". Sulla Tav, invece, Tria ha precisato che l'analisi costi-benefici "è in corso" ed "è prematura qualsiasi quantificazione" sul rischio di perdita dei finanziamenti europei.

Trenitalia per Alitalia

 Il gruppo del trasporto ferroviario guidato dall'amministratore delegato Gianfranco Battisti ha deliberato l'offerta per l'acquisto di Alitalia. Ma, come già emerso in queste ore, non sarà una proposta normale. Perché i vincoli e i paletti inseriti nel documento sono tanti. E non di poco conto. Sia il management di Fs sia soprattutto il consiglio d'amministrazione (tutti neoeletti in agosto) vogliono certezze. E, soprattutto, vogliono evitare di restare invischiati in una partita difficile, complessa e industrialmente assai articolata. Visto che la compagnia di bandiera è in perdita da troppi anni. E nessuno finora ha trovato la ricetta per farla ridecollare.

Ma che cosa chiede Ferrovie? Oltre alla necessità di trovare un alleato del settore - che sia europeo o asiatico o americano non importa - che finora manca, perché Battisti non ha avuto contatti né coi vertici di Lufthansa , né con quelli di Delta, e al quale cedere almeno il 49% del controllo, il gruppo del trasporto ferroviario, che non vuole certo mantenere il 100% del capitale di Alitalia, vuole bypassare qualsiasi problematica di mercato, in termini di concentrazione di business, e quindi di non avere intoppi a livelli di Antitrust, di non vedersi arrivare da Bruxelles il richiamo per eventuali aiuti di Stato e, soprattutto, che l'integrazione eventuale crei valore. Ma non solo per il vettore nazionale, con la quale sinergie sono possibili, ma per tutto il nuovo, possibile polo infrastrutturale. Ed è questo il vero gap da colmare. Perché finora, dalla due diligence fatta dagli advisor (Mediobanca  e Cleary Gottlieb), questi aspetti non sono emersi. Anche per la mancanza oggettiva di tempo d'analisi.

Per tale ragione, Battisti chiede almeno tre mesi di tempo per valutare il dossier Alitalia. Un tempo che però con ogni probabilità si allungerà almeno a sei, se non otto mesi. Perché l'analisi dei conti, dello stato dell'arte e del progetto di rilancio richiederà approfondimenti accurati e dettagliati. In seno al cda di Fs le idee sono chiare: non deve essere una cosiddetta operazione di sistema dal sapore politico, ma deve diventare un progetto di aggregazione sfidante e capace di garantire una solida creazione di valore futura.

 

Per questo motivo il piano studiato dalla società guidata da Battisti avrà una durata decennale e non si limiterà ai tre anni di gestione e ristrutturazione previsti dagli attuali commissari (Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari). Insomma, Ferrovie, nel caso di intervento, vuole creare un vero e proprio asse nazionale del traffico e del trasporto integrato. Per questa ragione occorreranno tempi lunghi per definire il tutto. Tanto più che manca ancora il partner strategico di settore.

Tra l'altro non va trascurato il fatto che al momento nello statuto di Fs non è previsto l'intervento in altri ambiti del trasporto. Per questo, l'ingresso nel capitale di Alitalia dovrebbe passare da una sostanziale modifica dell'oggetto sociale del gruppo di trasporto ferroviario. E che in Ferrovie si stia lavorando alacremente sul dossier lo dimostra il fatto che Battisti ha convocato questo pomeriggio tutti i direttori centrali e gli ad delle società controllate dal gruppo per comunicazioni sull'operazione.

Ovviamente, però, la politica fa la sua parte. Perché i 5Stelle e in particolare il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, vogliono portare avanti il progetto di integrazione (Fs nel frattempo lo scorso anno ha inglobato Anas). Mentre la Lega non si è mai espressa formalmente a favore dell'affare. Al punto che qualcuno sostiene che se ieri sera non fosse arrivata l'offerta del gruppo ferroviario all'interno del governo ci sarebbero state forti tensioni tra le due anime della maggioranza.

"Non si è sfilato nessuno dal dossier Alitalia", ha dichiarato lo stesso Di Maio. "Credo che la partecipazione dei partner industriali sarà fondamentale. Nei prossimi giorni avremo modo di vedere tutte le offerte che saranno arrivate. Io sono tranquillissimo perché sono arrivate gia tante offerte", ha aggiunto, il vicepremier. "Ritengo che la decisione del cda di Ferrovie dello Stato di presentare un'offerta per Alitalia sia solo l'inizio di un grande cambiamento per la compagnia di bandiera. Grazie a quella disponibilità di FS, può nascere la prima compagnia al mondo che ha gomma, ferro e aerei".

Il problema è che proprio in questi giorni si sono sfilati la Cassa Depositi e Prestiti, Leonardo  e che Lufthansa  abbia fatto sapere di essere interessata ma non a fianco del governo. "Lo Stato non esercita attività di direzione e coordinamento su società partecipate. Il ministero dell'Economia esercita i diritti di azionista d'intesa con il ministero dei Trasporti in qualità di vigilante sulle Ferrovie dello Stato, in piena sintonia con il ruolo di coordinamento del presidente del Consiglio. Le Ferrovie dello Stato agiscono come un operatore di mercato indipendente e il cda valuta autonomamente la fattibilità e la sostenibilità economico-finanziaria dell'operazione. Il consiglio può decidere se realizzare l'operazione, nel quadro del rispetto di verifica della sosteniblità economica", ha risposto il ministro delle Finanze, Giovanni Tria, rispondendo al question time alla Camera a un'interrogazione sull'operazione Fs-Alitalia.

Infine, sempre oggi, sono arrivate le valutazioni, molto sintetiche, di Massimo Tononi, presidente di Cdp e indicato dalle fondazioni bancarie, azioniste di minoranza del braccio armato del Mef. "Sottoscrivo in pieno", le parole di Giuseppe Guzzetti (numero 1 dell'Acri e della Fondazione Cariplo), ha detto Tononi. Anche perché la Cdp per statuto non può intervenire in società in perdita.


   


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