Riace. Il sindaco Lucano da Fazio "Siamo nella legge e andremo avanti. I barbari non vinceranno"

di redazione 22/10/2018 CULTURA E SOCIETÀ
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La prima notte ho dormito in auto". Inizia così l'intervista a Mimì Lucano, il sindaco sospeso di Riace, nel salotto di Fabio Fazio a "Che tempo che fa". Il conduttore in attesa dell'ospite in studio ha voluto rispondere alle polemiche di questi giorni. "La trasmissione ha il compito di raccontare il nostro paese e penso che sia doveroso ospitare tutti - dice - La televisione, in particolare quella pubblica non può escludere, deve includere, poi ognuno si farà la sua opinione. Abbiamo più volte invitato i rappresentanti del governo, qualora decidessero di venire saranno i benvenuti".

"Sono fiducioso - spiega Lucano - che questo allontanamento duri il più breve tempo possibile". Poi inizia il racconto dello sbarco dei migranti. "Nell'estate del 1998 - ricorda - un vascello con 250 profughi arriva sulla spiaggia di Riace, li ho accolti e strada facendo è nata l'idea che con l'arrivo di queste persone si potesse ricominciare a costruire una comunità a Riace. Negli ultimi due anni però c'è stato un forte condizionamento e sono calati, ma nel 2015 su 1.600 abitanti avevamo circa 700 cittadini immigrati. E non ci sono mai stati particolari problemi. Avevamo tantissime case abbandonate, non avevamo bisogno di centri d'accoglienza. E così - racconta - abbiamo sperimentato l'accoglienza spontanea, nessuno può rimanere indifferente quando qualcuno ti chiede di essere aiutato". Ma "cos'è il modello Riace?", domanda Fazio. "Non c'era uno schema - risponde il sindaco - ma solo un'idea diventata una strategia che è quella di aiutare questi migranti". La chiama "accoglienza dolce" quella sperimentata in questo paesino della Calabria che "mi ha permesso di ricostruire una comunità e di risolvere i problemi del nostro territorio, una delle cosiddette aree interne del profondo sud italiano, e dove l'emigrazione è l'unica soluzione per il futuro. Io pensavo che l'amministrazione comunale doveva occuparsi di questo aspetto, specie nella nostra terra, una terra con il sogno dell'accoglienza."

Fazio domanda a Lucano se il dovere di un amministratore è quello di rispettare la legge: "Io rispetto la legge - precisa- e anche il matrimonio di cui mi accusano è stato regolare, tra due persone che si conoscevano, io mi sono limitato a seguire la norma. Ma quando si vede qualcuno che muore è impossibile rimanere indifferenti, non si può stare fermi perchè 'lo dice la legge'. Anche le leggi naziste erano la legalità ma è stato un dramma per l'umanità". Poi aggiunge di aver giurato sulla Costituzione italiana e cita l'articolo 10 della Carta, quello che recita che l'ordinamento italiano 'si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute' e 'la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali'.

Riace "dimostra che ci può essere anche un'altra realtà - aggiunge - alla parola migrazione si associano spesso problemi e si costruisce una propaganda elettorale". L'esperienza di questo piccolo paesino ha invece dimostrato che possono esserci alternative. "E se è possibile a Riace, è possibile ovunque", aggiunge Lucano. "Sono giorni di amarezza - dice in conclusione - ma non ho mai pensato meglio non farlo... Quando si ha un ideale, trovi dentro una forma di entusiasmo, si superano i momenti di sconforto. E poi il fiume di solidarietà è stato una cosa straordinaria. Voglio tornare a Riace il più presto possibile". E il sogno di Mimì Lucano non finisce qui. Adesso che il sistema sprar è bloccato "possiamo tornare alle origini come i primi 4 anni, con i volontari - spiega - Non è possibile che debba prevalere questa società della barbarie. Il nostro sforzo e' costruire una società dove non ci sono pregiudizi: incontrare un'altra persona dovrebbe essere sempre un orgoglio".



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