Libri. "Zeig"di Martino Ciano. Viaggio negli abissi menzogneri delle società odierne

di M.L 15/06/2018 CULTURA E SOCIETÀ
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Zeig, la distopia reale

Si presenta come una distopia, ma della distopia Zeig (Giraldi editore) ha davvero poco. E questo non è assolutamente un punto a sfavore.

 Il libro di Martino Ciano, scrittore calabrese alla sua terza fatica letteraria, penetra nella realtà e la rende vivida, prensile. Marselo, protagonista di questa parabola, è un operaio di una fabbrica dal nome particolare: la Titti-Teet-Troot.

 Azienda fondata da un magnate-filosofo, Gesualdo Istorio, che basa il suo progetto salvifico su tre parole magiche: lavoro, benessere, consumo. Tutto ciò che si guadagna va speso, tutto ciò che si spende ritorna. L’importante è non distruggere questo circuito.

 Colpaca, si chiama così questa città-stato, simbolo del social-consumismo. Istorio ha pensato a tutto. Ha confinato filosofi e sognatori nel quartiere Redimos, laddove il pensiero improduttivo si nutre di se stesso, anzi, si autodistrugge. E in questo circolo vizioso c’è lui, Marselo, che per gioco entra in Redimos, cambiando il suo nome in Zeig. Ma questo sdoppiamento è voluto o indotto?

 Ciano ama la sintesi, non si perde in divagazioni prolisse. Immagina le parole come se fossero spine, pronte a conficcarsi nella pelle. Siamo davanti a un libro che sa di eccesso di lucidità; in cui l’allegoria rende meno amara la quotidianità. Zeig è ambientato in un mondo che si sta compiendo, in cui profeti e messia fin troppo umani sono pastori di masse spersonalizzate.

 Io sono un uomo che vuole solo morire. Dice Marselo, ma in questo caso la morte è sinonimo di indifferenza. L’operaio assuefatto vuole vivere e morire in pace; vuole stare al suo posto. Non sente l’esigenza di elevarsi, di mostrarsi, di partecipare alla vita. Rimane ai margini, si accontenta di una regolarità che gli provoca ansia. La sua angoscia non si pro-cura il mondo, parafrasando Heidegger, ma è una forza depressiva, che toglie energia all’anima.

 Zeig è un romanzo che scorre, che si legge in poche ore; prende perché ha le nostre sembianze. Racconta una storia che, dopotutto, viviamo anche noi.

 

INFO QUARTA DI COPERTINA

Colpaca, una città immaginaria in un mondo che non esiste, in cui tutto è vero e tutto è falso. Anche ricercare se stessi può trasformarsi in un gioco pericoloso che porta alla disintegrazione. Io sono un uomo che vuole solo morire, pensa Marselo, operaio assuefatto ai ritmi di lavoro e al sistema social-consumistico, ma pronto a evadere dalla quotidianità per dedicarsi a una vita di sola contemplazione. Vorrebbe trasferirsi a Redimos, rifugio per sognatori e bohémien, per profeti e artisti. Vorrebbe squarciare il velo d’incanto che maschera le brutture di un sistema in cui tutti sono controllori e controllati. Ma la verità ha un prezzo e, forse, neanche Marselo è pronto a pagarlo. La verità va cercata nel profondo dell’anima, laddove non si è che intuizione e istante.

Attraverso la distopia, Zeig scende negli abissi della società odierna, in cui la menzogna è l’unica profezia accettata.

BIOGRAFIA DELL'AUTORE

Martino Ciano (1982) vive a Tortora, primo paese della Calabria alto tirrenica. Dal 2010 è giornalista per l’emittente televisiva Rete 3 Digiesse. Appassionato di storia, letteratura, filosofia e hard rock, collabora con le webzine letterarie Satisfiction e Gli amanti dei libri e il blog di approfondimento culturale Zona di Disagio di Nicola Vacca. Zeig è il suo terzo romanzo, ma può essere definito anche il suo esordio letterario.


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