Roma Pride. In migliaia a sfilare per i diritti e per ricordare la lotta per la libertà dei partigiani

di redazione Roma 09/06/2018 ROMA
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"Brigata Arcobaleno, la Liberazione continua".

In testa al serpentone dell'orgoglio Lgbtqi che sfila alle 16 da piazza della Repubblica a piazza Madonna di Loreto, due testimonial d'eccezione: i partigiani dell'Anpi Tina Costa, 93 anni, e Modesto, 92.

La parata animata da 18 carri, in testa quello del coordinamento dal quale una drag queen leggerà i passi più importanti del documento politico, contagerà con la sua allegria piazza dei Cinquecento, via  Cavour, piazza dell'Esquilino, via Liberiana, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, via Labicana, piazza del Colosseo, largo Corrado Ricci fino a piazza della Madonna di Loreto. Chiude la giornata Adoro love edition, il party ufficiale del Roma Pride che si apre con il concerto di Sabrina Salerno. La madrina dell'evento è Sabrina Impacciatore.

"Ci sentiamo parte della lotta partigiana - dice Sebastiano Secci, il presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride - protagonisti della nostra battaglia, diversa ma idealmente affine, iniziata a Stonewall il 28 giugno del 1969 contro ogni forma di oppressione, prevaricazione, omologazione e normalizzazione delle nostre identità, dei nostri orientamenti affettivi e sessuali".

Un impegno quotidiano contro ogni forma di pregiudizio e di fascismo. Uno sforzo obbligato, visto che anche nel giorno della manifestazione non è mancata la provocazione di "Militia Christi":  all'alba gli ultracattolici hanno affisso in via Cavour alcuni manifesti "contro il Gay-Pride - spiegano - e contro il cosiddetto matrimonio egualitario omosessuale".


La battaglia per i diritti Lgbtqi è sostenuta dalle istituzioni, dalla Regione Lazio al Campidoglio, ai sindacati. "Il #Romapride è un grande, festoso e bellissimo evento civile e popolare - afferma il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti - quando una piazza chiede più diritti e dignità per tutti, allora è la nostra piazza, c'è la nostra gente. Questa giornata è importante" ha continuato "perchè c'è un messaggio di fondo che parte da questa piazza ed è la voglia di rispetto per le diversità. Una società più forte su questi temi è una società più giusta per tutti. Il tema della disuguaglianze è diventato drammatico". A chi gli chiedeva se ci si debba preoccupare dopo le prime dichiarazioni del neo ministro della Famiglia Lorenzo Fontana sulle unioni tra omosessuali, il governatore ha replicato: "Spero di no, che non ci dovremo preoccupare per una gestione del potere contro qualcuno ma è ovvio che primi passi hanno destato in tante minoranze preoccupazione".

In piazza, come l'anno scorso, c'è il vicesindaco Luca Bergamo, "partecipo al Pride, l'ho sempre fatto e continuerò a farlo - dice - penso che sia un'importantissima occasione, in una società che è stata e continua, ahimè, ad essere omofoba o preoccupata delle diversità, un grandissimo fenomeno per consentire all'Italia di aprirsi". E ha continuato: "La sindaca è fuori Roma, quindi in questo momento rappresento io il Campidoglio. C'è la necessità di non abbassare mai l'attenzione sui diritti, è una necessità civile, se ne parla anche nell'articolo 2 della Costituzione. Che esista ancora in Europa e nel nostro Paese una sacca di omofobia è un fatto e allora ci mettiamo la faccia per difendere i diritti". Quanto al rischio di un possibile arretramento su diritti dopo le parole del ministro della Famiglia Fontana, Bergamo replica: "Non mi pare".

Il segretario reggente Maurizio Martina e il presidente del Pd, Matteo Orfini, hanno annunciato l'adesione del partito alla manifestazione con una lettera inviata al comitato organizzatore: "La battaglia per i diritti civili non si può e non si deve fermare - scrivono -  siamo orgogliosi di avere promosso e conseguito l'obiettivo fondamentale di una legge sulle unioni civili nella scorsa Legislatura, ma siamo anche convinti della necessità di continuare ad impegnarci per sostenere ed affermare la piena uguaglianza tra le persone nella società e nel dibattito pubblico".

"Una società civile ed evoluta - afferma il leader di Leu, Pietro Grasso, che aderisce all'evento insieme a tanti esponenti del partito - deve necessariamente fondarsi sul principio di uguaglianza previsto dall'articolo 3 della Costituzione: stabilisce che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

La segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, ha parlato delle recenti dichiarazioni del ministro Fontana: "Le dichiarazioni del ministro Fontana non sono rincuoranti, così come non lo è avere un ministero della 'Famiglia' al singolare. Significa non avere la percezione di com'è la società", ha detto.

Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio, alla partenza dei carri ha detto che "occorre tornare nelle piazze, rimettere al centro le persone, ascoltare i bisogni e dare dignità a tutte le forme di affettività. Quello di oggi è un esempio di come si risponde al brutto clima che sta si respira nel Paese".

"Sono molto contenta se anche tanti altri si svegliano, sebbene un pò tardi" ha detto sfilando tra i carri del corteo la senatrice radicale Emma Bonino. "Mi sembra utile perchè il clima che si respira non è propizio all'apertura alla diversità di sesso, pelle e religione. Anzi, c'è un clima di chiusura, un clima che rimanda politicamente a realtà illiberali. Dobbiamo reagire cercando di attirare l'attenzione, reagiamo almeno adesso".


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