Governo, Cottarelli accetta ma senza fiducia elezioni già a settembre

di redazione 29/05/2018 POLITICA
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Carlo Cottarelli ha ricevuto l'incarico di formare il governo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si tratterà di un governo snello, con pochi ministri, che sarà presentato al Quirinale in tempi strettissimi, entro domani, senza preventive consultazioni. L'economista spiega che si presenterà in Parlamento con un programma che porti l'Italia al voto nel 2019, dopo il sì alla Legge di Bilancio, se avrà la fiducia; o 'dopo agosto' se non l'avrà. Cottarelli garantisce una gestione prudente dei conti e sottolinea il ruolo dell'Italia nel dialogo con l'Ue. 

LE PAROLE DI COTTARELLI DOPO IL COLLOQUIO CON MATTARELLA -

"Il presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni". "Ho accettato l'incarico di formare un governo come mi ha chiesto il presidente della Repubblica. Sono molto onorato come italiano di questo incarico e naturalmente ce la metterò tutta", ha spiegato Carlo Cottarelli. "In assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente ed il suo compito è quello dell'ordinaria amministrazione per le elezioni dopo il mese di agosto". "Negli ultimi giorni sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari - ha detto Cottarelli dopo avere accettato l'incarico con riserva di formare il governo -, lo spread è aumentato, tuttavia l'economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici". "Il dialogo con la Ue in difesa dei nostri interessi è essenziale, deve essere un dialogo costruttivo, nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale" dell'Italia. Cottarelli ha anche confermato la "continua partecipazione all'area dell'euro". Il premier incaricato ha assicurato "tempi molto stretti" per la presentazione della "lista dei ministri" al presidente della Repubblica. 

 Di fatto incarna quel governo di garanzia già spiegato dallo stesso Mattarella nel periodo più buio della crisi. Un esecutivo che dovrebbe chiedere una sorta di fiducia limitata, con la garanzia presidenziale - e dello stesso Cottarelli - di dimissioni e scioglimento delle Camere a fine dicembre, una volta approvata una legge di Bilancio light che permetta di evitare l'esercizio provvisorio e l'aumento dell'Iva. Dopodichè ritorno al voto nel febbraio 2019.

Naturalmente per realizzare questo mini-programma servirà la fiducia del Parlamento e, ad oggi, sembra molto difficile. Se Cottarelli non passasse l'esame delle Camere si aprirebbe anche un problema tecnico-politico: come arrivare almeno a fine settembre ed evitare il voto ad agosto? Sì, perchè se Mattarella sciogliesse subito le Camere, poniamo la prossima settimana, bisogna calcolare un massimo di 70 giorni per il ritorno alle urne. Arriveremmo esattamente a Ferragosto. Servirà quindi un escamotage politico, ad esempio una mozione congiunta di tutte le forze politiche, che permetta a Cottarelli di galleggiare qualche settimana pur sfiduciato. 


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