Italiani e farmaci. Una relazione complicata. Il 50% assume farmaci scaduti o senza prescrizione del medico

di redazione 16/04/2018 ECONOMIA E WELFARE
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Più della metà degli italiani utilizza occasionalmente farmaci scaduti, analgesici, antibiotici o farmaci prescritti precedentemente per un’altra sintomatologia.

 Compriamo farmaci da ricetta senza aver visto il medico, usiamo medicinali con prescrizione avanzati da un’altra terapia senza consultare professionisti per un parere. Convinti di essere i migliori a riconoscere sintomi e cure.

A raccontare il rapporto, malsano, degli italiani con i medicinali,  leggono il bugiardino solo uno su tre, prendono farmaci senza prescrizione, li usano  anche se scaduti, è una ricerca di Altronconsumo

Fotografa un paese dove più della la metà degli intervistati,  tra i 25 e gli 84 anni, che consuma almeno un farmaco al mese,  e molto spesso in modo fantasioso e poco sicuro, visto che ha usato  nell’ultimo anno antifiammatori rimasti a casa da tempo,  il 48%  analgesici utilizzati per precedenti patologie o preso antibiotici rimasti fuori tempo massino nell’armadietto del bagno.

L’ 88 % segue il trattamento previsto, ma il 14 non rispetta la cura con precisione o smette in anticipo. 17 % del campione di intervistati da Altronsumo dice di aver comprato medicine senza avere la ricetta: sono soprattutto antifiammatori 39%, analgesici 34 % e antibiotici 46%. Come le hanno ottenute? Conoscevano il farmacista e si sono dichiarati i pronti a  portare la ricetta in un secondo momento. Anche se poi pochi lo hanno fatto.

E sempre all’insegna del fai da te, il 20 % degli intervistati controlla poco o mai le interazioni dei farmaci con altri cibi, elementi o medicinali prima di prendere un nuovo farmaco. Mentre il 15 % degli intervistati è convinto che i rimedi erboristici non possano avere effetti negativi. E invece le interazioni ci sono, come racconta l’indagine di Altroconsumo: persino il  succo di pompelmo può far diminuire le capacità del corpo di elaborare alcuni farmaci, mentre latte e latticini interagiscono con alcuni antibiotici e antidepressivi. Anche i prodotti da erboristeria interagiscono. Un esempio? L’iperico interagisce con gli antidepressivi, i contraccettivi.  Liquerizia e biancospino interagiscono con farmaci attivi sull’apparato cadiovascolare.

Sono alcuni dei dati sconvolgenti che dimostrano l’urgenza della legge proposta da molte associazioni di consumatori e istituzioni. Una legge che permette di andare in farmacia con la prescrizione del medico, ad esempio di 12 pillole di antiinfiammatorio e il farmacista ti dà in un contenitore sterile esattamente la quantità di pillole che devi prendere anziché una scatola, ad esempio di 40 pillole

Si eviterebbe di gettare 6.000 tonnellate di farmaci ogni anno; si ridurrebbero i casi di avvelenamento da farmaci tra i bambini (il 40% dei loro avvelenamenti deriva dall’assunzione di farmaci lasciati in giro in casa).

Il Servizio Sanitario Nazionale e noi risparmieremo un sacco di soldi.


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