Attacco americano su base militare in Siria. Ieri almeno 100 morti per un attacco chimico sulla città di Duma

di redazione 08/04/2018 ESTERI
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Le difese aeree dell'esercito siriano hanno contrastato un attacco aereo su un aeroporto militare della zona di Homs, nella Siria centrale, e hanno abbattuto otto missili. Lo riporta la Sana, l'agenzia di stampa statale siriana, che afferma che l'attacco - avvenuto nella provincia di Homs - sarebbe una "aggressione americana".

Funzionari degli Stati Uniti consultati dall'AP, però, negano. L'agenzia Sana sostiene che il raid missilistico abbia causato la morte di alcune persone. Il presidente Donald Trump ha promesso che Damasco pagherà 'un grande prezzo' per il sospetto attacco chimico. Anche Israele negli ultimi anni ha effettuato raid sulla Siria. 

Gli Stati Uniti e altri otto paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu - Gran Bretagna, Francia, Polonia, Olanda, Svezia, Kuwait, Perù e Costa d'Avorio - hanno chiesto una riunione di emergenza dei Quindici sull'attacco chimico in Siria.

Intanto Donald Trump ed Emmanuel Macron hanno "condannato fortemente l'orribile attacco con armi chimiche in Siria e hanno concordato che il regime di Assad deve essere chiamato a rispondere per i suoi continui abusi dei diritti umani": lo rende noto la Casa Bianca riferendo di una telefonata tra i due leader, che hanno concordato anche di "scambiare informazioni sulla natura dell'attacco e di coordinare una forte risposta comune".

L'attacco nella città di Duma.

Sale a circa cento morti tra cui bambini e donne, il bilancio di un sospetto attacco chimico attribuito al governo siriano a est di Damasco, nella cittadina di Duma, ultima roccaforte di miliziani anti-regime. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), i primi bilanci di decine di uccisi si sono aggravati a causa della gravità delle condizioni di salute di numerose persone che hanno mostrato segni di soffocamento e difficoltà respiratorie. Il precedente bilancio parlava di almeno 70 uccisi.

Interviene anche il Papa che chiede con forza  la fine degli stermini e delle armi chimiche in Siria.  "Giungono dalla Siria notizia terribili con decine di vittime, di cui molte donne e bambini", notizie di tragici effetti "dell'uso di armi chimiche": "preghiamo per tutti i defunti per le famiglie che soffrono", afferma Francesco, e aggiunge: "Non c'è una guerra buona e una guerra cattiva e niente può giustificare l'uso di tali strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi. Preghiamo perché i responsabili politici e militari scelgano un'altra via: quella del negoziato, la sola che può portare una pace che non sia quella della morte e della distruzione".

Al Jazeera riferisce che Moayed al-Dayrani, un residente di Duma e medico volontario, ha detto che il bilancio delle vittime dovrebbe aumentare. "Al momento stiamo affrontando più di 1.000 casi di persone che hanno difficoltà a respirare dopo che una bomba al cloro è stata sganciata sulla città e il numero di morti probabilmente aumenterà ancora", ha affermato. Le forze filogovernative e i loro alleati venerdì hanno lanciato una massiccia offensiva di terra su Duma, l'ultima roccaforte ribelle rimanente vicino alla capitale.

A riaccendere la tensione nell'area della Ghouta orientale la presenza degli ultimi ribelli anti-Assad che avevano chiesto una tregua per lasciare assieme ai loro familiari la città. La decisione dell'ala dura Jaish al-Islam di non evacuare la città avrebbe scatenato la reazione del governo di Damasco. Ora però sarebbero in corso trattative per una nuova tregua.

White Helmets, un gruppo di soccorritori che opera in aree controllate dall'opposizione in Siria, hanno affermato che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini, intere famiglie sterminate dai gas nelle loro case e nei rifugi. L'Osservatorio siriano per i diritti umani parla di 80 vittime, 40 delle quali morte per soffocamento. E un'altra organizzazione fissa il bilancio a 150 morti.

La vicenda si trasforma subito in un caso di politica internazionale, con gli Usa che chiedono ai russi di abbandonare Assad. E Mosca che replica negando che a Douma siano state usate armi chimiche. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert, ha condannato la Russia in un tweet: "Ha violato i suoi impegni verso le Nazioni Unite ed è responsabile di questi brutali attacchi. Chiediamo alla Russia di porre fine a questo sostegno assoluto e di collaborare con la comunità internazionale per prevenire ulteriori attacchi chimici". Fonti del governo di Damasco hanno liquidato la notizia di attacco con armi chimiche come un tentativo dei ribelli del gruppo Jaish al-Islam di fermare l'avanzata dell'esercito.


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