Secondo giorno di consultazioni. Pd "Noi all'opposizione". FI "No a governo con populisti" Lega "Governo di centro destra con coinvolgimento dei 5 Stelle". Di Maio "Contratto di governo o con Lega o con il Pd"

di redazione 05/04/2018 POLITICA
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Secondo giorno di consultazioni al Quirinale. Dopo il Pd e Forza Italia è arrivata, a piedi, la delegazione della Lega con il segretario Matteo Salvini, Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, capigruppo al Senato e alla Camera. "Lavoriamo per un governo che lavori almeno 5 anni. Partendo da chi ha vinto le elezioni e numeri alla mano coinvolgendo il Cinque stelle", ha detto Matteo Salvini al termine del colloquio con Mattarella. Salvini ha anche detto di non temere, se necessario, un ritorno al voto.

LA POSIZIONE DI M5S - "Abbiamo detto al presidente Mattarella che sentiamo tutta la responsabilità di esser la prima forza politica di lavorare il prima possibile per assicurare una maggioranza ad un governo del cambiamento", ha detto il leader del M5S Luigi Di Maio al termine delle consultazioni al Colle. "Come ho ribadito durante tutta la campagna elettorale, abbiamo ottenuto 11 milioni di voti su una posizione ben precisa che abbiamo ribadito al presidente anche sulla politica estera. Con noi al governo l'Italia resterà alleata dell'Occidente nel Patto atlantico, nell'Unione europea e monetaria: è questo l'obiettivo". "Le mie aperture sono sincere, ma voglio anche precisare che rispetto a quello che ho letto in questi giorni io non ho mai voluto spaccare il Pd, mi rivolgo al Pd nella sua interezza perché al di là delle differenze di vedute non ci permetteremo mai di interferire nelle loro dinamiche interne". "Un contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd. Questi sono i due interlocutori, è chiaro che sono due soluzioni alternative", ha ribadito Di Maio dopo le consultazioni al Quirinale. "Dopo gli incontri capiremo con chi si potrà sottoscrivere il contratto di governo", aggiunge. 

I Dem hanno ribadito la loro posizione con il segretario reggente Maurizio Martina: 'Chi ha vinto le elezioni', è stato l'invito "si prenda la responsabilità del governo", per quanto riguarda il Pd: "non ci sono ipotesi di governo". Forza Italia ha invece sottolineato la necessità e l'"urgenza" di un governo che parta dal centrodestra, la coalizione che ha ottenuto più voti. Silvio Berlusconi ha evidenziato la necessità di figure di "alto profilo" e detto no a governi fatti "di pauperismi, giustizialismi e populismi".

LA POSIZIONE DEL PD - "L'esito elettorale per noi negativo - ha detto Maurizio Martina al termine del colloquio con Mattarella - non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino". Chi ha vinto le elezioni - è l'invto del Pd - "si faccia carico della responsabilità" di governare. "Noi - ha aggiunto - avvertiamo come certi atteggiamenti siano più figli di un secondo tempo della campagna elettorale che di una responsabilità nuova. Il tempo della campagna elettorale è finito e queste forze farebbero bene a tornare con i piedi per terra anche rispetto a soluzioni" di governo. "Noi - ha detto ancora - siamo in campo da protagonisti per rafforzare in coerenza con il lavoro fatto dal governo tutti gli interventi di sostegno sociale. Sui quattro snodi di interesse generale il Pd eserciterà fino in fondo la sua funzione nel suo ruolo di opposizione. I 4 punti: taglio del costo del lavoro e reddito di inclusione; controllo della finanza pubblica; gestione del fenomeno migratorio; rafforzamento del quadro internazionale".

La delegazione del Pd è entrata a piedi al Quirinale, con Martina, il presidente Matteo Orfini e i capigruppo di Senato e Camera Andrea Marcucci e Graziano Delrio. La delegazione si è riunita prima al Nazareno.

LA POSIZIONE DI FI - Il governo "dovrà partire da chi ha vinto le elezioni, cioè il centrodestra e dal leader della coalizione vincente, cioè la Lega". "Non siamo disponibili - ha detto l'ex premier Silvio Berlusconi al termine del colloquio con Mattarella al quale hanno partecipato anche le capogruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini - a un governo fatto di pauperismi e giustizialismi e populismi e odio che innescherebbe una spirale recessiva e di tasse elevate con fallimenti a catena anche nel settore bancario". "Siamo disponibili con presenze di alto profilo a soluzioni serie e credibili in sede europea. Su questo siamo disposti a dialogare". "Serve un governo", ha evidenziato Berlusconi, per affrontare le urgenze del Paese.

LA POSIZIONE DELLA LEGA - "Lavoriamo per un governo che duri almeno cinque anni", ha detto Salvini al termine del colloquio con Mattarella. "Continuerò - ha detto ancora il leader del Carroccio - a incontrare tutti a partire da centrodestra, prima forza in parlamento ma andiamo in Parlamento se abbiamo numeri certi".  Il leader della Lega ha prospettato l'ipotesi di un governo del centrodestra con il coinvolgimento di Fi.  "Faremo di tutto - ha detto - per dare un governo che duri 5 anni ovviamente partendo dal centrodestra coinvolgendo M5s, senza altre soluzioni temporanee e improvvisate, vediamo se si riesce a trovare una quadra". "Andiamo in Parlamento - ha concluso - se ci sono i numeri certi, altrimenti si torna al voto. La Lega è un partito nato tra la gente figuriamoci se abbiamo paura di tornare alle elezioni".

A causa dei veti incrociati da parte dei partiti, la matassa sembra complicata da sbrogliare per il capo dello Stato e si parla già di un possibile secondo giro di consultazioni che potrebbe iniziare mercoledì prossimo. Intanto nella tarda serata di ieri il leader della Lega Matteo Salvini ha chiuso all'idea di un incarico esplorativo per lui ("inutile").

LA PRIMA GIORNATA Nei suoi colloqui il presidente della Repubblica non ha solo ascoltato le posizioni di quanti sono saliti al Quirinale: ha chiesto puntigliosamente a tutti quale alleanze abbiano in mente visto che il Rosatellum non ha portato una maggioranza parlamentare. Ma soprattutto Mattarella ha ricordato che il maggioritario non c'è più e che fino al 1994 c'era un proporzionale simile all'odierno. E che i Governi si facevano anche allora. Una sottolineatura che a prima vista sembra scontata ma che in realtà è un richiamo alle forze politiche affinchè non restino ancorate a logiche che non esistono più. E che, piaccia o non piaccia, l'attuale sistema elettorale prevedeva "in nuce" la necessità di alleanze per formare il Governo. Un accento di realismo che dovrà essere tenuto di conto da tutti nel breve tragitto che separa queste prime consultazioni dalle seconde. 


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