Imbrattata la lapide in ricordo degli agenti morti in via Fani

di redazione roma 21/02/2018 ROMA
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 Una scritta "morte alle guardie" con svastiche ai lati è stata trovata stamattina sulla base di cemento di una lapide commemorativa di Aldo Moro in via Stresa a Roma, nei pressi del luogo del rapimento in via Fani. Sul posto la polizia che indaga sulla vicenda. Secondo quanto si è appreso, la targa era stata momentaneamente rimossa per lavori di restauro.

Oltraggio in via Fani nel luogo in cui il 16 marzo 1978 vennero trucidati i quattro uomini della scorta di Aldo Moro e il politico Dc venne rapito. La scritta, in vernice nera e con a lato disegnate una svastica e una runa, è stata trovata questa mattina intorno alle 7.15, disegnata sul basamento di cemento della lapide commemorativa: la targa era stata infatti momentaneamente rimossa per lavori di restauro in occasione del quarantennale dell'agguato. Nella strage trovarono la morte il maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi e i poliziotti Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino.

I familiari delle vittime di via Fani hanno definito il gesto "una azione vergognosa e un insulto per i tanti servitori dello stato che hanno perso la vita per mantenere la schiena dritta alla democrazia di questo Paese" per bocca del loro legale, l'avvocato Valter Biscotti annunciando che i familiari degli agenti uccisi dalle Br nel sequestro del presidente della Dc nel 1978 "si costituiranno parte offesa nel procedimento a carico di chi ha apposto quelle scritte vergognose sulla lapide".

 "Ho la sensazione che, purtroppo, stiamo tornando a quei tristi anni di piombo. Temo che ci siano delle rivendicazioni: la violenza chiama violenza", ha detto all'Adnkronos Marco Falvella, presidente dell'Associazione internazionale vittime del terrorismo. "Non vedo un bel futuro - prosegue Falvella - Si è riacceso lo scontro politico di quegli anni violenti e i social non fanno altro che fomentare la violenza. E, vedendo lo scenario politico di questi ultimi anni, credo che la politica debba fare di più per arginare la situazione prima che degeneri". Il concetto di fondo, rileva il presidente dell'Aivit, "è che oggi è stata imbrattata la lapide di Moro, domani succederà su altre targhe.
Viviamo in un periodo in cui non c'è etica, umanità; non c'è nulla".

La polizia è al lavoro per individuare gli autori dello sfregio alla lapide. È ovvio che l’attenzione delle forze dell’ordine si concentra sulla galassia nera romana.

Sul posto, da stamattina, sono presenti gli agenti del commissariato di Monte Mario e la Digos. Molto probabilmente saranno questi ultimi a occuparsi del caso. Il magistrato con le deleghe sull’antiterrorismo, il procuratore aggiunto Francesco Caporale, probabilmente aprirà un fascicolo per "deturpamento e imbrattamento di cose altrui".

La polizia sta cercando di verificare la presenza di telecamere nella zona, ma al momento le uniche rintracciate in zona non funzionano.



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