Macerata, ventottenne spara su ragazzi immigrati "per vendicare l'omicidio di Pamela". Indagato per tentata strage. Le forze politiche condannano ma Salvini dice che la colpa è di chi accoglie gli immigrati.

di redazione 03/02/2018 CULTURA E SOCIETÀ
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È italiano e incensurato l'uomo fermato dai Carabinieri come responsabile degli spari segnalati in mattinata a Macerata, bloccato in piazza della Vittoria, dinanzi al Monumento ai Caduti, mentre faceva il saluto romano (secondo fonti locali). Luca Traini, 28 anni, originario delle Marche (di Tolentino), al momento dell'arresto, ha ammesso di essere l'autore del gesto. Nel 2017 era candidato alle elezioni comunali di Corridonia, in lista con la Lega Nord: prese "zero" preferenze.

I colpi di pistola sono partiti da un'Alfa Romeo 147 nera - a bordo della quale era Traini - che si spostava per le vie della città, sparando e terrorizzando i cittadini. L'uomo, una volta bloccato, è sceso dall'auto, si è tolto il giubbetto, ha indossato una bandiera tricolore sulle spalle, salendo sui gradini del Monumento. Si è poi girato verso la piazza, ha fatto il saluto fascista. Poi sono arrivati i carabinieri, ha ammesso le proprie responsabilità e non ha opposto resistenza. A bordo dell'auto la pistola, una tuta mimetica, piume bianche. 

L'uomo infine si è tolto il giubbotto, ha indossato una bandiera tricolore sulle spalle, salendo sui gradini del Monumento. Si è poi girato verso la piazza, ha fatto il saluto fascista. Poi sono arrivati i carabinieri e non ha opposto resistenza. A bordo dell'auto la pistola, una tuta mimetica, sul cruscotto piume bianche, appunti a penna e bottiglie d'acqua.

I colpi in particolare sono stati esplosi in via Cairoli, in via Spalato e anche in via dei Velini, zone toccate dalle indagini per il caso di Pamela Mastropietro.

Sul profilo Facebook della madre di Pamela Mastropietro, nelle ore precedenti la sparatoria, sono comparsi commenti razzisti, tanta rabbia e voglia di vendetta da parte di diversi utenti. "Deve morire non merita di vivere", "bastardi la pagherete", "ci vuole al pena di morte": questi i commenti che si leggono sotto alcuni post nella bacheca di Alessandra Verni. Molti anche i commenti e gli insulti contro gli immigrati, i "neri" che "devono essere espulsi e no devono o girare liberamente".

Sarebbe stata proprio la morte della ragazza a scatenare la rabbia di Traini, incensurato e con un passato da candidato nella Lega. "Ero in auto e stavo andando in palestra quando ho sentito per l'ennesima volta alla radio la storia di Pamela. Sono tornato indietro - avrebbe raccontato ai carabinieri - ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola". Poi Traini è salito di nuovo in auto e ha messo in atto il suo raid razzista, come mostrano le videocamere di  sorveglianza del bar H7 di Casette Verdini, frazione di Macerata, una delle tappe della sua furia omicida.

Nella casa circondariale Traini è tenuto in isolamento in un reparto separato da quello in cui si trova Oseghale. "È tenuto accuratamente lontano anche da altri detenuti di colore" dicono dal carcere. Agli agenti della polizia penitenziaria che hanno sbrigato le formalità per il suo ingresso nel carcere, il 28enne è apparso "tranquillissimo". Traini è arrivato nelle prime ore di stamane e avrebbe anche scambiato un battuta con gli agenti.

 


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