CGIL. Rapporto sulla qualità dello sviluppo. "La ripresa non ha eliminato le tante diseguaglianze"

di redazione 03/02/2018 ECONOMIA E WELFARE
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"Le dinamiche della crescita in atto non diminuiscono le diseguaglianze né producono nuova occupazione, soprattutto di qualità". Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, commenta il rapporto di Fondazione Di Vittorio e Istituto Tecnè: "Continua a crescere la concentrazione della ricchezza e peggiora la percezione di una parte importante del mondo del lavoro e delle famiglie sul loro futuro. Colpisce la mancanza di fiducia". E' "evidente - dice  Camusso- che la qualità della ripresa non è all'altezza delle necessità; troppo forte il suo carattere congiunturale e non strutturale".  "Un fenomeno - sottolinea - che si tende a nascondere. Le diseguaglianze sono state una delle cause della crisi e il loro permanere nella fase più alta di crescita del Pil degli ultimi tre anni spiega il diffuso pessimismo e malcontento tra le persone e le forme di risentimento sociale di cui si alimentano i populismi".  

 I dati generali del terzo 'Rapporto sulla qualità dello sviluppo in Italia', aggiunge il segretario generale della Cgil, "migliorano o sono stazionari, ma è proprio la mancanza di fiducia nella prospettiva economica, sia del Paese che delle famiglie, che colpisce. Pochi stanno meglio, molti continuano a stare male. Al massimo, la loro condizione smette di peggiorare". Dunque "è evidente - conclude - che la qualità della ripresa non è all'altezza delle necessità; troppo forte il suo carattere congiunturale e non strutturale, così come troppo elevata resta la differenza tra il nord e il sud del Paese. Per questo le proposte del sindacato insistono su investimenti produttivi, a partire dalle nuove tecnologie digitali, sul governo dell'innovazione e sulla qualità dell'occupazione".  

Gli italiani non vedono futuro roseo,per 32% sarà peggiore Italiani ancora pessimisti sul futuro economico del Paese tra un anno: per il 32%, infatti, sarà  peggiore di oggi, per il 51% uguale e solo per il 17% migliore. Non va meglio la percezione sulla situazione economica della propria famiglia tra 12 mesi: il 75% pensa che sarà uguale a quella di oggi, mentre il 16% teme addirittura un peggioramento e solo il 9% vede un miglioramento. Emerge dal 'Rapporto 2017 sulla qualità dello sviluppo in Italia' elaborato dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil e dall'Istituto Tecnè.  Per quanto riguarda le attese sull'andamento dell'occupazione nei prossimi mesi, per il 44% resterà stabile, per il 38% farà registrare una diminuzione e solo per il 18% una crescita.  


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