WhatsApp a pagamento, anzi no. Fake news sul sistema di messaggistica più diffuso
Si tratta di uno dei sistemi di messaggistica istantanea più famosi al mondo, tanto che nel luglio del 2017 ha raggiunto 1 miliardo di utenti attivi ogni giorno; stiamo parlando di WhatsApp, l’applicazione nata nel 2009 da una brillante intuizione di due ex impiegati di Yahoo!.
Il servizio ha iniziato il nuovo anno al centro di due informazioni; una di queste, tuttavia, tratta di una Fake news.
La Fake news: WhatsApp a pagamento
Molti utenti del servizio di messaggistica hanno ricevuto messaggi da numeri sconosciuti che, con toni allarmanti, annunciavano l’introduzione di un costo per l’utilizzo dell’app a partire dal 13 gennaio 2018; a conclusione del messaggio, l’anonimo autore suggeriva un metodo per evitare il pagamento: inviando lo stesso avviso ad altri 20 contatti sarebbe stato possibile risultare un “utilizzatore assiduo” del servizio e non dover sostenere la spesa.
Si tratta dell’ennesima fake news che riguarda il servizio di messaggistica; per rassicurarsi, basta dare un’occhiata al sito e ai canali di comunicazione ufficiali dell’azienda che non hanno pubblicato nulla su questo fantomatico pagamento.
Che si tratti di uno scherzo diventato virale o di una qualche strategia per strappare utenti alla concorrenza, non c’è motivo di allarmarsi.
La verità: I gruppi sono soggetti a infiltrazioni hacker
Uno studio dell’università tedesca di Bochum ha evidenziato una falla all’interno del sistema dei gruppi WhatsApp; il problema è stato evidenziato in occasione della conferenza Real World Crypto, a Zurigo.
A quanto pare, chiunque abbia il controllo sui server di WhatsApp è in grado di inserire nuove persone all’interno dei gruppi; a quel punto, il membro-spia può tranquillamente accedere a tutte le informazioni scritte in chat.
Sostanzialmente si tratta di un sistema per aggirare la criptografia “end-to-end” che dovrebbe garantire la privacy degli utilizzatori, rendendo il contenuto del messaggio visualizzabile solo al mittente e al/ai destinatario/i.
La risposta da parte dell’azienda non ha tardato ad arrivare: pur ammettendo e confermando la falla presente nel sistema, il portavoce della compagnia ha evidenziato come l’immissione di un nuovo soggetto all’interno di un gruppo sia notificata a tutti i componenti tramite messaggio.
Resta comunque lecito chiedersi cosa succeda nei gruppi più popolati, dove il flusso di messaggi è continuo e l’avviso di un nuovo componente potrebbe passare inosservato