La storia dei concorsi truccati all'Università. Cantone " Deficit etico"

di redazione 27/09/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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L’operazione Chiamata alle armi condotta dalla Guardia di finanza è nata dopo la segnalazione del ricercatore universitario Philip Laroma Jezzi, costretto da alcuni professori a ritirare la propria domanda di abilitazioneall’insegnamento affinché gli fosse preferito un altro candidato. I fatti si sarebbero svolti durante l’anno accademico 2012/2013.

Le 150 perquisizioni in tutto il paese, disposte dal procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, hanno portato all’arresto di 7 docenti (ai domiciliari) e altri 52 indagati, tra i quali l’ex ministro Augusto Fantozzi, che ha affiancato in diversi dipartimenti il governo Dini e poi quello Prodi a cavallo tra il 1995 e il 1998 e, dal 2008 al 2011, è stato commissario straordinario di Alitalia. I suoi legali ne hanno reclamato l’estraneità poiché, come si legge in una nota, all’epoca dei fatti l’ex ministro era già in pensione. Sono 29 i provvedimenti cautelari personali nei confronti di docenti universitari: oltre i 7 agli arresti domiciliari, altri 22 sono interdetti allo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi.

In una nota della Guardia di finanza viene specificato che le indagini hanno permesso di accertare “sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario“, alcuni dei quali membri di commissioni del Miur. Oggetto degli illeciti sarebbero “le logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori” in nome di interessi personali o professionali.

Laroma Jezzi non si è solo rifiutato di ritirare la domanda di abilitazione che gli era stata negata favorendo altri candidati, dopo la bocciatura incassata a dicembre del 2013 ha fatto ricorso al Tar vincendolo, oggi è abilitato come associato. In un’intervista al Corriere della Sera dice che preferisce non parlare delle vicenda: “Ho raccontato tutto a investigatori e magistrati, ho fornito loro le prove sulle mie affermazioni e adesso mi voglio mettere da parte perché ho trovato persone straordinarie che stanno ancora lavorando e parlare adesso ai giornali mi sembrerebbe di fare loro un torto. Eventualmente ci sarà tempo“.

La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli attende l’esito dell’inchiesta ma ha già anticipato che nei prossimi giorni verrà introdotto il codice di comportamento universitario la cui bozza, sottolinea, è pronta dallo scorso mese di luglio.

 

Nel salone al primo piano della Prefettura di Livorno Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ha dichiarato, a proposito della vicenda  e come riportato da Repubblica che:

"Quello universitario è un mondo suscettibile e capace di grandi difese corporative. Il rapporto professionale padre-figlio, ricorrente di per sé, in facoltà è forte.

L’ordinanza cautelare mostra un sistema di controllo sui corsi universitari basato su logiche di appartenenza e mai sul merito. A tavolino si decideva chi doveva entrare e chi no».

 Stiamo lavorando con la ministra Fedeli a uno specifico focus del Piano anticorruzione sull’università che, come sempre, punterà sulla prevenzione, con ruolo attivo dei responsabili anticorruzione, presenti in ogni ateneo. Dovranno vigilare sulle incompatibilità, ovviamente sui concorsi, soprattutto sugli incarichi professionali esterni e sulle consulenze».

 In ogni commissione, per un’abilitazione, per un concorso, dovrebbe entrare una personalità esterna al mondo accademico. Perché non immaginare uno scrittore a giudicare, insieme agli altri, una prova di Letteratura italiana? Un medico, un ingegnere e un avvocato nello loro discipline? Nessuno vuole sminuire il mondo accademico, ma la contaminazione è un valore. Non conosco una categoria più gelosa delle proprie libertà dei magistrati, eppure nelle commissioni di concorso in magistratura ci sono proprio i docenti universitari».

Il lavoro dell’Anac nasce proprio dal tentativo di farlo emergere. Vogliamo aiutare l’accademia italiana a tutelare la propria autonomia. Anche le persone con più capacità, a volte, per sopravvivere devono sottoporsi a pratiche umilianti".


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