AGCOM. "Gli operatori telefonici tornino alla fattura con cadenza mensile"

di redazione 14/09/2017 ECONOMIA E WELFARE
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L’Autorità per le Comunicazioni, relatore il Commissario Francesco Posteraro, ha avviato procedimenti sanzionatori nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb. I quattro operatori telefonici non hanno rispettato la delibera dell'Autorità (di marzo) che ordinava loro di tornare a una cadenza mensileper le fatture della telefonia fissa, delle offerte convergenti (fisso più Internet più mobile) e per il rinnovo delle offerte commerciali.

Gli operatori hanno adottato una fatturazione a 4 oppure ad 8 settimane (invece che mensile) in tempi diversi, da maggio 2016 ad aprile 2017. La manovra punta a fare pagare (quasi) un mese in più ai loro clienti.

Gli obiettivi dell'Autorità sono:
1) garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi;
2) e permettere al consumatore il controllo dei consumi e della spesa.

L'Autorità invia un segnale, sia pure cifrato, anche a Sky, che dal prossimo primo ottobre passerà a una fatturazione a 28 giorni, accantonando quella mensile. In sostanza, l'Autorità vuole evitare un effetto di “trascinamento” e un contagio anche al mercato della pay-tv.

Gli operatori della telefonia - tutti insieme - hanno presentato un ricorso al Tar contro l'ordine che l'Autorità ha inviato loro con la delibera di marzo. Il ricorso è stato depositato con l'assistenza di Asstel (l'associazione di categoria che opera in Confindustria).

Nel ricorso al Tar, gli operatori espongono le loro ragioni. A loro giudizio:
1) l'obbligo di trasparenza verso i loro clienti è onorato;
2) i clienti sono informati, cioè, di quanto pagano ogni 4 o 8 settimane e di quanto pagherebbero se questi aumenti fossero spalmati sul mese con il vecchio sistema di fatturazione;
3) l'articolo 70 comma 4 del Codice delle Comunicazioni stabilisce come una società può cambiare i suoi prezzi;
4) questo articolo 70 del Codice sarebbe rispettato dal nuovo sistema di fatturazione a 4 oppure a 8 settimane;
5) la delibera dell'Autorità di marzo (con l'ordine di tornare alla vecchia fatturazione mensile) violerebbe la libertà d'impresa;
6) la delibera, in altre parole, trasformerebbe i prezzi (liberi per definizione) in tariffe regolamentate dall'alto, cioè dall'Autorità.


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