Alluvioni e inondazioni flagellano mezza Asia

di redazione 01/09/2017 NON SOLO OCCIDENTE
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Un disastro di proporzioni immani si abbatte sulle popolazioni dell’Asia del Sud. Mumbai e l'India sommerse dalle alluvioni, sferzate dal 29 agosto dalle piogge torrenziali più intense registrate dal 2005. L’acqua ha raggiunto i tetti delle auto nella capitale finanziaria indiana, dove un palazzo è crollato, seppellendo 40 persone. Distrutti interi villaggi, strutture ospedaliere e raccolti, mentre continua a crescere il numero di abitanti a corto di cibo e acqua pulita.Tra India, Nepal e Bangladesh le vittime sono già 1.200, mentre milioni di abitanti sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Chiuse 18mila scuole nell’intera regione, con disagi per 1,8 milioni di studenti: a fare la conta dei danni, complessivamente, sono almeno 41 milioni di persone. 

Una stagione dei monsoni particolarmente feroce quella che colpisce il Sud Asia, dove l’alluvione di questi giorni è solo l’ultima di una lunga serie in pochi mesi.
In India i morti sono oltre 800. Nel solo Stato di Bihar, nella parte settentrionale del Paese, oltre 500 persone hanno perso la vita, in quello di Assam l’acqua ha letteralmente cancellato 2.500 villaggi. Tra le vittime, anche diverse specie animali protette nel parco nazionale di Kaziranga, che ospita il raro esemplare di rinoceronte indiano o Rhinoceros unicornis.  

Il Nepal sperimenta la peggiore inondazione dell’ultimo decennio, secondo le Nazioni Unite: 150 i morti, 90mila i cittadini rimasti senza un tetto. In Bangladesh, invece, sono quasi 6 milioni le persone colpite dalle inondazioni, con un bilancio di almeno 134 vittime. Quasi 200mila quelle a rischio, che necessitano di assistenza immediata ma anche di acqua, cure mediche e riparo. Tra le cause della catastrofe, l'effetto combinato di cambiamenti climatici, infrastrutture precarie e gestione inefficiente dell'emergenza che da anni affligge la zona. A farne le spese sono sia le metropoli che le aree rurali, le quali raramente guadagnano però l'attenzione dei media, gli occhi del mondo puntati altrove.


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