Venezuela. Prove di dittatura. Maduro contro il Parlamento e contro metà del suo popolo

di redazione 31/07/2017 ESTERI
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In Venezuela l'elezione dell'Assemblea costituente voluta dal presidente conferma e, se possibile, accentua la profonda spaccatura del Paese latinoamericano sconvolto da violenze e da un numero impressionante di morti: sono 120, infatti, le vittime da aprile nelle proteste contro il governo. Nel suo primo discorso pubblico il presidente venezuelano ha annunciato che l'organismo servirà per prendere misure contro il Parlamento, la Procuratrice Generale, i dirigenti dell'opposizione e la stampa indipendente. Il leader dell'opposizione Henrique Capriles ha parlato di un "giorno nero" e ha accusato il presidente per quella che definisce un'"ambiziosa malattia".

Il decreto con il quale Maduro ha convocato l'Assemblea Costituente prevede che questo organismo lavori nella sede del Parlamento, e il numero due del chavismo Diosdado Cabello ha già annunciato che intende occupare la sede legislativa "per riportare i ritratti di Chavez" che l'opposizione ha tolto un anno e mezzo fa.

Ma il presidente del Parlamento, Julio Borges, avverte che si sta andando verso "uno scenario molto probabile di scontro violento", perché l'opposizione non intende cedere le sede del potere legislativo all'Assemblea Costituente eletta ieri, di cui non riconosce la legittimità: "Dobbiamo fare valere un fatto fondamentale, che è che questo Parlamento, eletto da oltre 14 milioni di venezuelani, è l'unica autorità eletta e legittima nel paese. Ci tocca difendere la legge e la Costituzione".

Fonti ufficiali parlano di un'affluenza superiore al 41 per cento, mentre per le opposizioni, che avevano chiesto ai cittadini di boicottare la tornata, i dati reali sull'affluenza di ieri sono ben più bassi. Per il  deputato Henry Ramos Allup del tavolo dell'unità democratica (Mud) solo 2,5 milioni di aventi diritto si sono recati alle urne sui circa 19,4 milioni di elettori, ovvero "l'88 per cento ha deciso di asternersi" e su Twitter ha ironizzato gridando al "miracolo della moltiplicazione degli elettori e dei voti". 

Ma secondo l'Autorità elettorale, in alcune parti del Paese vi sono state persone in coda per votare fino alle 22,30 locali (4,30 del mattino in Italia), come nel caso dello Stato occidentale di Merida, dove si sono registrate anche violente proteste. Tra i candidati eletti,che ora saranno incaricati di redigere una nuova Costituzione, c'è anche la first lady, Cilia Flores; il primo vicepresidente del partito socialista di governo, Diosdado Cabello, e l'ex ministra degli Esteri, Delcy Rodríguez. "Il bilancio è estremamente positivo perché ha vinto la pace", ha dichiarato Lucena, perché "nonostante la violenza, nonostante le minacce" i venezuelani "hanno potuto esprimersi".

Dati contrastanti, ma comunque pesantissimi, anche sugli incidenti: il governo ha evitato di fornire bilanci delle vittime, mentre per l'opposizione negli ultimi due giorni ci sono stati 16 morti e la procura ha parlato di 10 persone uccise solo ieri, tra queste due minori e un candidato all'assemblea costituente. Una ragazza di 15 anni che era rimasta ferita ieri da uno sparo di arma da fuoco al torace è morta oggi a San Cristobal, capitale dello stato Tachira, nell'ovest del Venezuela. Secondo il fidanzato, la ragazza non stava partecipando ad alcuna protesta, ma è passata accanto a un corteo dell'opposizione proprio mentre un gruppo di chavisti ha iniziato a sparare contro i manifestanti.

Ora con la Costituente si ritornerà all'ordine pubblico e si imporrà la giustizia per ritornare alla pace", ha dichiarato Maduro annunciando nuove misure contro il Parlamento, la Procura, i leader dell'opposizione e i media privati nel suo primo intervento dopo il referendum di ieri. In un discorso televisivo ha ribadito che la Anc prenderà il potere nelle prossime ore e se l'opposizione seguirà nella sua "pazzia", con le sue proteste contro il governo, alcuni dei suoi dirigenti "finiranno in una cella e altri in un manicomio". E per i deputati saranno tempi duri perché "l'Assemblea revocherà loro ogni immunità", oltre ad agire "contro la borghesia parassita" per trovare una soluzione alla crisi economica.

Maduro ha criticato inoltre la copertura concesso al voto dai media privati venezuelani accusandoli "di censurare le elezioni" e ha chiesto un'indagine contro il canale Televen per "apologia di reato". "Siamo in una guerra di comunicazione contro le menzogne della televisione, attenzione".

"Cosa dovrebbe fare ora la Costituente con la Procura?", si è poi chiesto il presidente. "Di certo bisogna ristrutturarla immediatamente" e "dichiararla in stato di emergenza", si è risposto dopo che la procuratrice generale, Luisa Ortega, ha respinto il cambiamento della Costituzione. Maduro l'ha accusata di non aver agito davanti alla violenza di cui lui stesso viene accusato dall'opposizione in quasi quattro mesi di proteste contro il governo: manifestazioni spesso represse nel sangue e che hanno causato già 119 morti da aprile. "Nessuno è al di sopra del potere costituente", ha ribadito Maduro. "È arrivato il tempo di una nuova storia", ha aggiunto.

Durissima la posizione degli Stati Uniti che lascia intendere l'imminenza di sanzioni. Quello che sta accadendo in Venezuela, ha detto l'ambasciatore di Washington alle Nazioni unite è un "passo verso la dittatura". "Gli Usa condannano l'elezione imposta il 30 luglio per l'assemblea costituente nazionale, concepita per rimpiazzare l'assemblea nazionale legittimamente eletta e per minare il diritto del popolo venezuelano all'autodeterminazione", ha commentato la portavoce del dipartimento di stato americano, Heather Nauert, in una nota, annunciando "azioni forti e veloci contro gli architetti dell'autoritarismo".



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