Lavoro. Boom del lavoro a chiamata. Solo il 20% dei nuovi contratti sono stabili

di redazione 21/07/2017 ECONOMIA E WELFARE
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Le assunzioni, nel settore privato, nei primi 5 mesi del 2017 "sono risultate 2.736.000, in aumento del 16%" su base annua. Lo rileva l'Inps, spiegando che "il maggior contributo è dato dalle assunzioni a tempo determinato (+23,0%), mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (-5,5%)". Inoltre, sottolinea, "appare particolarmente significativa la crescita vigorosa dei contratti di lavoro a chiamata a tempo determinato" (+116,8%). Un boom che, spiega, può legato alla necessità di trovare "sostitutivi dei voucher", cancellati a marzo.

"Nei primi 5 mesi del 2017 . spiega l'Inps - , nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +729.000", superiore a quello dei due anni precedenti (considerando il periodo gennaio-maggio). Il saldo annualizzato, la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi, risulta pari a +497.000. Un risultato che "cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+21.000), dei contratti di apprendistato (+48.000) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+428.000)".

Tra gennaio e maggio del 2017 si è registrata "un'ulteriore riduzione dell'incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (25,9%) rispetto ai picchi raggiunti nel 2015 quando era in vigore l'esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato" e per lo stesso periodo si registrava un 40,7% di nuovi contratti a tempo indeterminato. Praticamente, quindi, solo un'assunzione su quattro risulta stabile.


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