Sulla questione migranti l'Europa si spacca. L'Austria schiera esercito al Brennero. Francia e Spagna non aprono i propri porti. Juncker "Operazioni ridicole".

di redazione 04/07/2017 ESTERI
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Tensione in Europa sui migranti, con i governi di Francia e Spagna contrari all'idea di permettere lo sbarco delle persone soccorse nel Mediterraneo centrale nei loro porti e l'Austria che minaccia di schierare l'esercito al Brennero se "l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuirà". Il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil ha annunciato che "molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e ci sarà bisogno di un dispiegamento dell'esercito  fino a 750 uomini - indispensabile se l'afflusso di migranti dall'Italia non diminuisce". 

In quest'ambito, sono già stati portati al Brennero quattro mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo sull'immigrazione. Come scrive l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali saranno messi a disposizione da reparti stanziati nella regione del Tirolo, mentre i restanti verrebbero dal comando militare della Carinzia.

Il ministro degli esteri austriaco Kurz chiarisce: "I preparativi per i controlli alla frontiera con l'Italia non sono solo giusti ma anche necessari. Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero
se ciò sarà necessario". In dichiarazioni riportate dall'agenzia austriaca Apa l'atteggiamento dell'Austria viene definito da Kurz un chiaro messaggio nei confronti di Bruxelles e di Roma sul fatto che nessuno può rivolgere accuse all'Austria: "Abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei". Secondo Kurz, l'Unione Europea deve chiarire che un soccorso attuato nel Mediterraneo non è un ticket per l'Europa e i profughi vanno respinti, oppure vanno fermati alle frontiere esterne e vanno portati su isole come Lampedusa.

La Farnesina convoca l'ambasciatore austriaco - "A seguito delle dichiarazioni del governo austriaco circa lo schieramento di truppe al Brennero, il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, Amb. Elisabetta Belloni, ha convocato stamane alla Farnesina l'Ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer", comunica il ministero degli Esteri in una nota.

Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, alla seduta plenaria del Parlamento europeo, ha sottolineato che con quanto la Commissione europea delibererà oggi in materia di migrazioni "dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d'obbligo". Oggi è in programma una riunione del collegio dei commissari dove si parlerà appunto di gestione delle migrazioni, in vista dell'incontro informale dei ministri dell'Interno Ue di domani a Tallin. 

Lo stesso Juncker ha avuto uno scontro con il presidente del Parlamento europeo Tajani, a causa delle poche presenze in aula di europarlamentari. "Siete ridicoli", ha attaccato Juncker, subito ripreso da Tajani. "Moderi i termini - l'ha interrotto - è la Commissione sotto il controllo del Parlamento non il contrario".

"Il fatto che c'è solo una trentina di deputati presenti dimostra che il Parlamento europeo non è serio. Se ci fossero stati Angela Merkel o Macron e non un piccolo Paese come Malta non sarebbe stato così. Non parteciperò più a riunioni di questo tipo", ha detto ancora Juncker prima di interrompere bruscamente il suo intervento con un brevissimo ringraziamento al premier maltese Joseph Muscat per il suo lavoro durante la presidenza di turno del Consiglio. Tajani l'ha ripreso per una seconda volta. Poi il dibattito è proseguito con gli interventi degli eurodeputati.

L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) aggiorna i numeri sugli arrivi in Europa dal Mediterraneo nel 2017, segnalando lo sfondamento della soglia dei 100mila. Dallo scorso gennaio al 3 luglio, il totale è di 101.210. Quasi l'85% è giunto in Italia (85.183), mentre il resto è suddiviso tra Grecia (9.290), Cipro (273) e Spagna (6.464). Le acque hanno inghiottito 2247 persone, ma i morti sarebbero stati di più se la guardia costiera libica non avesse salvato 10mila migranti, sottolinea Eugenio Ambrosi, direttore regionale dell'Oim. Proprio le motovedette libiche, accusate di aver sparato sui migranti e di aver provocato naufragi. "Ci sono molti difetti - ammette Ambrosi -, ma è quanto abbiamo al momento. L'addestramento è l'unico modo per migliorarlo. Sostenerli è l'unica scelta possibile, ma non è un assegno in bianco, c'è un monitoraggio".

Papa Francesco all'Ansa: "La presenza di tanti fratelli e sorelle che vivono la tragedia dell'immigrazione è un'opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo tra le culture, in vista della promozione della pace e della fraternità tra i popoli". In troppi, nell'Unione europea, non colgono l'opportunità di crescita. Quanto alla pace e alla fraternità, l'Austria minaccia di schierare l'esercito al Brennero, dove vengono avvistati quattro blindati. E la Farnesina convoca l'ambasciatore di Vienna a Roma, Renè Pollitzer. A parte i "simpatici" scambi con i frontalieri, l'aggravarsi dell'emergenza migranti in Italia, con il conseguente richiamo del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a una concreta dimostrazione di solidarietà da parte degli Stati membri della Ue, scarica anche sulle istituzioni europee una pressione senza precedenti. Come spiega bene un episodio avvenuto questa mattina, durante l'assemblea plenaria all'Europarlamento di Strasburgo.

La Commissione Europea discute e presenta oggi a Strasburgo anche le misure in sostegno dell'Italia, che dovrebbero formare la base per la discussione nel prossimo Consiglio Affari Interni informale di Tallin. Da Strasburgo, Juncker ha promesso: "Con quanto la Commissione europea delibererà oggi dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d'obbligo. Non abbiamo diritto di perderci negli egoismi nazionali. La Commissione ha fatto molto ma non tutto quanto avrebbe dovuto fare perché i nostri mezzi tecnici e finanziari sono limitati". Quindi il presidente della Commissione ha concluso il suo intervento alla plenaria del Parlamento europeo con un emblematico: "Viva l'Italia".
 
Gli ampi vuoti tra i banchi dell'Europarlamento sono la plastica rappresentazione di quella sensazione di disinteresse per i problemi italiani che persiste nell'azione, e soprattutto nella non azione, di molti Stati membri. Francia e Spagna hanno lasciato intendere di essere pronte ad accogliere richiedenti asilo, non ad alleggerire l'Italia del peso dei migranti cosiddetti economici, che poi sono la stragrande maggioranza di quanti sbarcano nei porti italiani provenienti dall'Africa attraverso l' "hub" libico. Il premier francese Edoaurd Philippe, in particolare, parlando della crisi dei migranti nel suo primo intervento davanti al Parlamento riunito in seduta solenne a Parigi, ha motivato la linea: "Accogliere, sì, aiutare sì, subire no, mai".

La Commissione europea ha appena aperto la procedura d'infrazione contro Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca, tre dei quattro Paesi del gruppo di Visegrad che non hanno ricollocato al loro interno la quota di richiedenti asilo concordata a livello Ue nel 2015. Loro, non hanno fatto. Sostenuti, nel condiviso atteggiamento di chiusura, da un'Austria che invece fa. Dopo il minacciato dispiego dell'esercito al confine da parte del ministro della Difesa, Hans Peter Doskozil, al Brennero sono già stati avvistati quattro mezzi corrazzati Pandur delle Forze armate austriache. Come scrive l'agenzia austriaca Apa, il dispositivo potrebbe essere attivato nel giro di tre giorni e comprende 750 militari, 450 dei quali da reparti stanziati nella regione del Tirolo, i restanti dal comando militare della Carinzia. Con il plauso del governatore della regione tirolese Günther Platter: "Occorre dare segnali inequivocabili nei confronti dell'Italia e dei profughi, che al Brennero non è possibile transitare. Se la situazione lo richiedesse, sono dell'avviso che non si debba tenere conto delle norme dell'Unione Europea".

La solidarietà è un fallimento, come denuncia laconicamente il primo ministro maltese Joseph Muscat, intervenendo nella plenaria dell'Europarlamento proprio per illustrare i risultati della presidenza maltese del Consiglio Ue, conclusasi il 30 giugno. "Sulle migrazioni, con tutte le buone intenzioni e le dichiarazioni, quando si tratta di una solidarietà effettiva, noi, gli Stati membri dell'Ue, dovremmo vergognarci tutti di quello che abbiamo fatto. Paesi come l'Italia hanno visto centinaia di migliaia di bambini, donne e uomini raggiungere le sue coste: guardiamo a questa Europa che, su questo argomento, è un fallimento".

Il Parlamento Ue, dove è in corso il lavoro dei gruppi parlamentari sulla proposta di riforma del Trattato di Dublino da negoziare con la Commissione e il Consiglio Ue, si aspettava un'accelerazione sulla via della responsabilizzazione collettiva con l'esordio del semestre di presidenza estone, dopo le delusioni della molle reggenza maltese. La doccia fredda è stata pressocché immediata, quando il ministro dell'Interno estone, Andres Anvelt, ha messo chiaro che giovedì prossimo a Tallin, nell'attesissimo vertice con i suoi omologhi dell'Unione, si ascolteranno le argomentazioni italiane, ma non sarà adottata alcuna decisione per venirle incontro. Anche se la Commissione Europea incalza con le misure in sostegno dell'Italia, che dovrebbero formare la base per la discussione nel prossimo Consiglio Affari Interni informale di Tallin.

In un'intervista a Le Figaro, il commissario europeo per le migrazioni, Dimitri Avramopoulos, ha posto l'accento sulla necessità di un maggior impegno "collettivo" dei Paesi Ue sui rimpatrii dei migranti economici, aspetto di per sè indispensabile in una politica migratoria globale, ma che di fronte a una situazione "insostenibile" devono necessariamente aumentare. Dall'inizio dell'anno, ha spiegato il commissario Ue, l'agenzia Frontex ha organizzato 168 voli congiunti e favorito il rimpatrio di oltre 7.886 persone. I rimpatrii costano e presuppongono "condizioni umane" per chi viene rispedito a casa. Avramopoulos ha quindi ricordato come l'Italia abbia sbloccato un contributo da quattro milioni di euro per il Fondo per l'Africa, la Germania 50 milioni mentre la Francia appena tre: "Cifra è troppo bassa" per Avramopoulos, che ha invitato Parigi a "impegnarsi di più". "La principale sfida", ha sottolineato il commissario Ue, è "ottenere la cooperazione dei Paesi di origine perché accolgano i migranti" di ritorno. Ma in quei Paesi, ha deplorato Avramopoulos, "manca la volontà politica".
 


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