Vaccini. Lorenzin "obbligo per i bambini che vanno a scuola". Palazzo Chigi frena. La ministra Fedeli "Tutelare il diritto all'istruzione"

di redazione 12/05/2017 ECONOMIA E WELFARE
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Ho pronto un testo di legge che prevede l'obbligatorietà delle vaccinazioni per l'accesso alla scuola dell'obbligo, con un ampliamento delle vaccinazioni obbligatorie indicate dal nostro ministero. L'ho mandato oggi al presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, e lo porterò domani in consiglio dei ministri. Ovviamente non potrà essere approvato domani, perchè necessiterà di approfondimenti e di una discussione anche da parte del ministero dell'Istruzione, per valutare se i tempi sono veramente maturi per fare una legge che ci riporti in sicurezza".

Lo ha annunciato la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenendo alla trasmissione televisiva 'Night Tabloid' che in onda stasera alle 23.20 su Rai2. Nel pomeriggio da Palazzo Chigi precisano che "domani all'esame del consiglio dei ministri non è previsto alcun testo di legge relativo ai vaccini". 

Quella di Lorenzin, fa sapere il ministro, è una bozza. "Abbiamo portato all'attenzione del Cdm un testo sull'obbligatorietà dei vaccini  È un tema che abbiamo solo cominciato a porre sul tavolo, per avviare un confronto che, siamo convinti, sarà proficuo. Non c'è nessun conflitto tra ministri ma la massima collaborazione. Si tratta di un tema che necessita di approfondimenti e confronti e che non era all'ordine del giorno. Noi abbiamo solo cominciato a porlo all'attenzione dei ministri". E interviene anche la ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli: "Bene la tutela di bambine e bambini, e quindi l'obbligatorietà delle vaccinazioni" sottlinea una nota del Miur, "però si garantisca al contempo anche il diritto costituzionale all'istruzione. Due diritti, quello alla salute e quello all'istruzione, che devono essere entrambi garantiti".

Dal canto suo il ministro ha specificato: 'Ho inviato il testo sull'obbligatorieta' delle vaccinazioni a scuola a Palazzo Chigi per rispondere ad una emergenza. Comincia ora un confronto e con il ministro dell'Istruzione Fedeli c'e' un dialogo proficuo da mesi''. E ha precisato  che c'e' ''solo l'avvio di un confronto all'interno del governo''. ''Questo testo risponde alla necessita' di avere norme uniche in tutta Italia visto che le regioni si stanno muovendo in ordine sparso''.

Lorenzin ha precisato che "ovviamente non potrà essere approvato domani, perchè necessiterà di approfondimenti e di una discussione anche da parte del ministero dell'Istruzione, per valutare se i tempi sono davvero maturi per fare una legge che ci riporti in sicurezza".


Comunque sia, l'atto annunciato dalla Lorenzin entra nel solco di quanto hanno fatto o stanno facendo molte regioni italiane. In Emilia è già stata approvata una norma che richiede le vaccinazioni obbligatorie a chi si iscrive all'asilo nido e anche la Lombardia ha preso una decisione simile. Anche a Trieste è stata approvata una misura simile mentre ci sono altre Regioni che stanno ancora scrivendo le loro leggi come Toscana, Piemonte, Puglia e Lazio, che stanno scrivendo testi nei quali in alcuni casi si prevede l'obbligo per i bambini di aver fatto tutte le vaccinazioni, non solo quelle obbligatorie, per entrare sia al nido che alla materna. Del resto tutte le amministrazioni locali hanno da poco invitato Roma a prendere una decisione nel senso dell'obbligatorietà. Del resto anche il nuovo piano vaccinale, approvato nel gennaio scorso, apriva la porta alla possibilità di un intervento sulle scuole. Visto che in tutte le Regioni ci sono state anche voci polemiche, da parte di opposizioni e no-vax, nei confronti delle leggi su vaccinazione e scuola, c'è da aspettarsi una opposizione anche alla misura nazionale. Inoltre andrà trovato l'accordo in consiglio dei ministri, in particolare con la titolare del Miur Valeria Fedeli, visto che il provvedimento potrebbe creare una contrapposizione tra diritto alla salute e all'istruzione. E anche sulla possibilità che ci siano polemiche tra i due ministri, Palazzo Chigi fa sapere che non ce ne sono, appunto, perché il testo non sarà in consiglio dei ministri.

"Ho immaginato questo decreto - ha proseguito il ministro Lorenzin - che pone l'obbligatorietà per l'accesso alla scuola dell'obbligo, con il ministero della Salute che ogni anno dà la lista di quelle che sono le vaccinazioni obbligatorie, superando anche la dicotomia tra vaccinazioni obbligatorie e raccomandate. Tutte le vaccinazioni che sono nel piano vaccinale approvato nei Livelli essenziali di assistenza sono necessarie per la salute delle persone, poi ce ne saranno un gruppo che saranno obbligatorie per l'accesso alla scuola dell'obbligo. Ovviamente questa è una norma che può avere degli aspetti di complessità, per questo l'ho mandata alla presidenza del consiglio. Spero che ci sia un approfondimento con il ministero dell'Istruzione, che ha il timore che venga leso il diritto all'accesso alla scuola". Da Lorenzin arriva un'indicazione più forte rispetto alle norme su cui stavano lavorando le Regioni. Nel senso che intanto si parla di scuola dell'obbligo in generale, quindi non si deve pensare solo alle materne ma a tutto il percorso dell'istruzione. Inoltre c'è un grande cambiamento rispetto al concetto di obbligatorietà.

"Ci saranno aspetti che andranno verificati, ma credo che i tempi siano maturi per un dibattito su un livello più alto rispetto a quello che abbiamo avuto fino a oggi". Ha aggiunto ancora il ministro Lorenzin: "Finalmente si è compresa nella popolazione l'importanza della vaccinazione e che stare sotto la soglia vaccinale è un vero e proprio pericolo. L'epidemia in atto di morbillo, che oggi ci porta più di 2220 casi, la dice lunga sulle complicanze che ci possono essere, ma pensiamo alle varie malattie che possono arrivare, anche più gravi. Molte Regioni si sono dotate di strumenti normativi che hanno intrapreso questa strada, dalla scuola dell'infanzia, come l'Emilia Romagna, il Lazio e la Lombardia o fino alla materna come ha fatto la Toscana. Siamo pronti per un dibattito più ampio per riportare un'obbligatorietà". A chi le chiedeva se le vaccinazioni saranno obbligatorie già da settembre, Lorenzin ha risposto, "Ovviamente questa è una valutazione che dobbiamo fare con il Miur. Io so che questa mia proposta non sarà semplice, perchè purtroppo c'e ancora una larga parte del popolazione- ha risposto e concluso il ministro- che ritiene di non voler vaccinare i propri figli".

Quando è stata resa nota l'idea della ministra alla Salute, le Regioni hanno iniziato a schierarsi dalla sua parte. Lo hanno fatto, ad esempio, il Piemonte e l'Emilia Romagna. "Valuto positivamente l'iniziativa di Lorenzin - ha detto l'assessore alla Salute Piemontese e coordinatore di tutte le Regioni in questo settore, Antonio Saitta - Ovviamente guarderemo nel dettaglio in conferenza delle regioni le norme proposte non appena il testo sarà trasmesso. Credo però che si sia intrapreso un percorso giusto che in una logica di prevenzione deve essere sostenuto". Dall'Emilia l'assessore alla Salute Sergio Venturi aggiunge: "Siamo davvero contenti, perché in questo modo si conclude un percorso che per primi abbiamo iniziato. Si tratta di una tutela importante, anzi di una vera e propria conquista per tutti i cittadini, a partire dai più piccoli e più deboli. Siamo orgogliosi di aver aperto la strada a livello nazionale, attivandoci su un tema che lo stesso Governo ha sempre riconosciuto come prioritario, e l’annuncio dato oggi dal ministro ne è una conferma". E Matteo Richetti del Pd aggiunge: "Il nostro partito è pronto a sostenere il provvedimento del ministro sull'obbligo dei vaccini, noi siamo convintamente a favore perchè sul tema c'è una pericolosa confusione e ambiguità e dai dati emerge che cresce il numero di persone che decidono di non avvalersi dei vaccini".

Appena lo scorso 21 aprile si era ferma anche davanti al Consiglio di Stato, investito per la prima volta della questione, la richiesta di due famiglie di Trieste contro il Comune, che a novembre ha introdotto l'obbligatorieta' della vaccinazione per l'inserimento nelle graduatorie dei nidi e delle scuole d'infanzia. Dopo la sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia, che a gennaio aveva confermato la validita' della delibera del Consiglio Comunale di Trieste, la suprema magistratura amministrativa ha intanto negato l'istanza di sospensiva della sentenza di primo grado, con un'ordinanza emessa 24 ore dopo l'udienza e che, secondo l'amministrazione locale, fa "ben sperare" per il pronunciamento definitivo. 


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