NINO TARANTO, CABARETTISTA "SENZA FRONTIERE" FESTEGGIA AL TEATRO L'AURA LE NOZZE D'ARGENTO CON LA SUA CARRIERA

di Rosanna Pilolli 27/04/2017 ARTE E SPETTACOLO
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Te lo dico adesso e non te lo dico più” con questo titolo di lusso Nino Taranto, uno degli attori di cabaret più noti al pubblico italiano, ha scelto il Teatro L’Aura per festeggiare i venticinque anni di carriera davanti alla platea piena fino all’ultima fila e ai posti in piedi.

Un attore che ha portato i suoi esilaranti monologhi in molte trasmissioni televisive quali “La sai l’ultima?”, ”Seven show”,”Scherzi a parte”, “Eccezionale veramente” la cui attività si estende inoltre a progetti sociali “senza frontiere” nei confronti degli ultimi della terra come  l’acquisto di un terreno in India e  di una casa-famiglia di accoglienza per i bambini in condizioni di svantaggio.

 L’ attuale monologo del venticinquennio   è scritto, diretto e rappresentato da questo attore poliedrico che ha saputo reinterpretare in chiave attuale la migliore nobiltà dell’avanspettacolo classico coniugandola con un repertorio di sottile osservazione e ricchezza d’intuizione scenica ispirate a Gigi Proietti: “un faro”.

La scena dai colori vivaci è un omaggio evidente alle donne, agli occhi delle donne illustrati con maestria dai numerosi “tableaux” disposti sul palcoscenico. E tra queste “faccine sognanti” irrompe lui Nino Taranto pantalone nero e camicia di raso bianco alla Robespierre promettendo risate a piene mani. Proprio il prezioso sesso debole gli fornisce osservazioni pungenti, ironie bonarie e risvolti comici. “Le donne non danno mai riposte dirette”, prendono il tempo di una cauta difesa. Pensano di cambiare l’uomo che sposano ma “l’uomo non cambia mai” “bambacione” da fidanzato e tale e quale da marito, per sempre”. Al contrario lui, il maschio vorrebbe, che la donna al suo fianco non cambiasse mai. E giù invece con le trasformazioni della tenera sposina in moglie maniaca della pulizia e dell’ordine. (Oltre ché di una ingombrante incuria del proprio aspetto) E la distinzione dei colori delle signore: pervinca, fucsia, indaco? Quanto è povero il confronto con due o tre colori che la maggioranza degli uomini è in grado di riconoscere.

Il pubblico si butta via dalle risate. Non mancano gli aspetti critici: la sanità italiana con il super chirurgo che padreterneggia al confronto con la sanità americana: medici in camice perfettamente stirato, infermiere bellissime che portano zoccoli “con i tacchi a spillo”. E altro ancora, un repertorio che raggiunge tutte le Regioni italiane e i suoi dialetti realizzati con una sottile e precisa osservazione delle varie qualità delle voci proprie di ciascun luogo. Nino Taranto possiede inoltre una bella voce rotonda e sa cantare. Scrive canzoni, ne ha cantata una che parla d’amore con “er core romano”. E poi  “Nel blu dipinto di blu” di Modugno interpretata in tutte le lingue dell’Italia unita; i suoi magnifici dialetti. E le assurde filastrocche dei bambini, il comportamento della madre ci Cappuccetto rosso, della casta Biancaneve che ive con sette nani e le stramberie sessuali in uso in alcuni Paesi dl mondo. Uno spettacolo denso, senza risparmio che si conclude con la splendida poesia di Roberto Lerici: “Mio padre è morto partigiano”. Un omaggio commovente e commosso carico di straordinaria  portata interpretativa per il 25 aprile e il suo significato.


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