Siria. Strage con le armi chimiche. Nuovi Raid 72 morti ieri. Molti bambini fra le vittime. Le forze governative colpiscono ospedali e centri di raccolta profughi

di redazione 04/04/2017 NON SOLO OCCIDENTE
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Le prime analisi indicano che" quello di ieri nella provincia di Idlib, in Siria, "è stato un attacco chimico. Le invieremo all'Organizzazione mondiale della sanità". Lo ha detto il ministro della Salute turco, Recep Akdag, spiegando che 30 feriti sono ora ricoverati negli ospedali di Gaziantep, nel sud-est della Turchia.

Almeno altri 2 feriti che erano stati trasportati ieri in Turchia sono invece morti. Subito dopo l'attacco, Ankara aveva inviato in Siria 30 ambulanze, fornendo alle squadre di medici in servizio al valico di frontiera di Cilvegozu un equipaggiamento straordinario per il trattamento di feriti da agenti chimici.

"Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria", "faccio appello - ha detto il Papa circa la strage di Idlib - alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra". Ha espresso "ferma deplorazione per l'inaccettabile strage avvenuta ieri nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini". 

Nuovi raid aerei sono stati compiuti nelle ultime ore nel nord-ovest della Siria, nell'area colpita ieri dal presunto attacco chimico attribuito alle forze governative. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), non si hanno ancora bilanci esatti dei nuovi bombardamenti ma sale intanto a 72 il bilancio dei raid compiuti ieri su Khan Shaykhun.

Una città in mano ai ribelli nel nord della Siria è stata esposta ad agenti tossici provenienti da un arsenale ribelle colpito da un bombardamento aereo siriano: così il ministero della Difesa russo parla di quanto accaduto ieri nella provincia di Idlib, dove sono morte decine di persone. Mosca smentirebbe così da parte sua l'ipotesi che il regime di Damasco abbia volutamente eseguito un attacco chimico.

Bambini e adulti stesi per strada, seminudi, con gli occhi sbarrati nello sforzo sovrumano per continuare a respirare, mentre vengono innaffiati con getti d'acqua. Altri con la schiuma alla bocca, o mentre vengono intubati dai medici. Le immagini che arrivano da Khan Sheikhun sono come quelle della Ghuta orientale, nell'estate del 2013. Un altro attacco chimico in Siria, che ha provocato decine di morti, e che gli attivisti e i governi occidentali imputano al regime di Assad. A differenza di quello avvenuto alle porte di Damasco, dove 1.400 persone furono uccise dal gas Sarin caricato su missili terra-terra, l'attacco di oggi è "venuto dal cielo", ha detto l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, invocando "una chiara individuazione della responsabilità". Ma, come insegna l'esperienza degli ultimi anni, non sarà un'impresa facile, anche se già domani il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà in seduta di emergenza. La Russia ha immediatamente affermato che al momento dell'attacco nessun suo aereo militare era impegnato in raid sulla provincia nord-occidentale di Idlib, dove è situata Khan Sheikhun, controllata da gruppi di insorti e da qaedisti dell'organizzazione Fatah al Sham. Il comando delle forze armate di Damasco, invece, ha atteso diverse ore prima di diffondere un comunicato in cui respinge le accuse e afferma che "i responsabili dell'uso di agenti chimici sono i terroristi e chi li sostiene". Rimane incerto il numero delle vittime. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) sono almeno 58, tra cui 11 bambini. Ma il bilancio potrebbe aggravarsi perché ci sono altri 160 intossicati, alcuni dei quali in gravi condizioni. Nessuna notizia precisa nemmeno sul tipo di gas che sarebbe stato usato. Un membro di un centro di informazione dell'opposizione della zona, Mohammed Hassoun, citato dall'agenzia Ap, ha detto di aver sentito da alcuni medici che potrebbero essere stati utilizzati diversi agenti, tra cui il Sarin, già impiegato per l'attacco di quattro anni fa sulla Ghuta orientale. Abu Hamdu, capo del servizio di difesa civile dell'opposizione a Khan Sheikhun, ha detto che ore dopo l'attacco anche un ospedale da campo in cui venivano curate le vittime è stato bombardato, ma non si hanno notizie di morti o feriti. 

 

L'attacco di martedì 4 aprile è avvenuto a Khan Sheikhun, nella provincia nord-occidentale di Idlib, in mano ad insorti e qaedisti dell'organizzazione Fatah al Sham (ex Fronte al Nusra).  Successivamente un ospedale da campo dove venivano curate le vittime dell'attacco è stato colpito in un altro raid, secondo fonti degli attivisti. Il capo del servizio di difesa civile dell'opposizione a Khan Seikhun, citato dall'agenzia Ap, ha detto che la struttura è stata "presa di mira dopo l'attacco". Il responsabile, Abu Hamdu, ha detto che l'ospedale da campo è stato distrutto e cinque ambulanze danneggiate. Non è chiaro se ci siano state vittime.

La Francia ha chiesto una riunione "urgente" del consiglio di sicurezza dell'Onu. E' una strage di bambini, l'ennesima in Siria. Questo mostrano le terribili foto di ciò che l'attacco chimico a Idlib ha lasciato dietro di sé. Gruppi di bambini seminudi, ammassati gli uni sugli altri, con le braccia rigide, gli occhi ancora spalancati e il terrore nello sguardo. Le foto mostrano file di cadaveri a terra ma anche gli ospedali con i bimbi terrorizzati, spaesati, alcuni in fin di vita, il volto coperto dalle maschere di ossigeno. E poi un padre, disperato, con gli occhi segnati dal pianto, che tiene in braccio il corpo rigido della sua bambina.

I presidenti di Turchia e Russia, Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, hanno discusso in una telefonata del raid. Lo riferiscono fonti presidenziali di Ankara, secondo cui "Erdogan ha detto che un tale attacco disumano è inaccettabile". I due leader hanno inoltre ribadito l'importanza del mantenimento della tregua in Siria e del rafforzamento della cooperazione antiterrorismo.

Le notizie e' "orribile" ed è "un drammatico promemoria del fatto che la situazione sul terreno continua ad essere drammatica". Così l'alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini. "Ovviamente c'è una primaria responsabilità del regime, perché la sua responsabilità è quella di proteggere il suo popolo, non di attaccarlo". 

 


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