Oleodotto Tap. Il Consiglio di Stato legittima la valutazione d'impatto ambientale del Ministero. La Polizia carica il sit in dei NO Tap a San Foca

di redazione 28/03/2017 AMBIENTE
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Via libera al gasdotto Tap dal Consiglio di Stato. Dopo i rallentamenti dei giorni scorsi, provocati dalle opposizioni locali, la IV Sezione del  Consiglio di Stato ha respinto gli appelli proposti dal Comune di Melendugno e dalla Regione Puglia nei confronti della sentenza del Tar sul Trans Adriatic Pipeline che avevano causato il blocco dei lavori.

 Il Consiglio di Stato ha ribadito quanto era già stato espresso dal Tar Lazio nel febbraio 2016, ovvero che la valutazione d'impatto ambientale (Via) era stata rilasciata dal ministero dell'Ambiente dopo aver vagliato tutte le possibili ipotesi di approdo e che quella di San Foca sarebbe stata la scelta migliore. Si attende adesso l’ultima parola del ministero dell'Ambiente sulla legittimità dei permessi per espiantare gli ulivi, chiesta dalla Prefettura di Lecce mercoledì scorso.

 Una settimana fa un gruppo di attivisti NO Tap ha bloccato l’avvio del cantiere che doveva espiantare circa 200 ulivi per poi ripiantarli una volta terminati i lavori, come prescritto dalle autorizzazioni del ministero. Alla protesta dei cittadini si è accodata la politica locale, con due ricorsi presentati dalla Regione – su un ordine del giorno del Movimento 5 stelle – e dal Comune di Melendugno, , dove approderà il tubo. Michele Emiliano, governatore della Puglia aveva dichiarato “illegittimo” lo spostamento degli ulivi prospettando il rischio di una “reazione popolare fortissima” se non fossero stati interrotti i lavori. Per placare i toni era infine intervenuto il prefetto, invitando Tap a fermare i cantieri.

La sentenza non sblocca direttamente il fermo, imposto al cantiere di località San Basilio il 21 marzo, ma segna un punto importante a favore della multinazionale e spegne alcune speranze di Regione Puglia e Comune di Melendugno.

La loro battaglia per fermare la grande infrastruttura, che porterà in Italia il gas dell'Azerbaijan (partendo dal mar Caspio e attraversando per 870 chilometri la Turchia, la Grecia, l'Albania e il mare Adriatico, con forniture attive dal 2020), è a suon di carte bollate. Una guerra amministrativa che va avanti da cinque anni e nell'ambito della quale, finora, la Trans Adriatic Pipeline ha ottenuto importanti vittorie.

 L’opera ha già ricevuto la valutazione di impatto ambientale positiva dal ministero dell’Ambiente e fa parte delle infrastrutture strategiche individuate dall’Unione Europea. Il gasdotto servirà a portare in Europa 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas dall’Azerbaigian, passando dalla Grecia e dall’Albania, dove i lavori sono già ad uno stadio avanzato. Salvo ulteriori blocchi causati dalle proteste locali, l’entrata in funzione del Tap è prevista nel 2020, come più volte confermato anche dai vertici di Snam, società che partecipa al Tap.

La cronaca. Due cariche della polizia hanno sgomberato il blocco di manifestanti davanti al cantiere Tap a Melendugno, in Salento. La cariche hanno provocato contusi.

Momenti di tensione questa mattina tra le forze dell'ordine e i manifestanti che presidiano il cantiere della Tap in località San Basilio, a San Foca, per protestare contro l'espianto degli ulivi sul tracciato dove dovrebbe sorgere il micro-tunnel del gasdotto. I mezzi della polizia, per accedere all'area, sono stati costretti a forzare il blocco messo in atto dai manifestanti. Il tutto è durato pochi minuti e non ha avuto conseguenze. L'attività di espianto degli ulivi è stata intanto sospesa.

La sospensione è stata decisa perchè i camion che devono portare gli alberi espiantati (che successivamente saranno nuovamente piantati nella stessa area) al sito di stoccaggio 'Masseria del Capitano' non possono uscire dal cantiere per problemi di ordine e sicurezza.
   


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