Caso Ilaria Alpi. La mamma: "Umiliata per anni, mi fermo, ma vigilerò contro ogni tentativo di occultamento"

di redazione 18/03/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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Non solo "dolore", ma anche l'"umiliazione di formali ossequi": Luciana Alpi, madre di Ilaria, la giornalista uccisa in Somalia il 20 marzo 1994, getta la spugna e annuncia: "Ho deciso di astenermi d'ora in avanti dal frequentare uffici giudiziari e dal promuovere nuove iniziative. Non verrà però meno la mia vigilanza contro ogni altro tentativo di occultamento".

E' uno sforgo amaro quello della signora Luciana che da ventitre anni cerca e aspetta la verità sulla barbara uccisione di sua figlia Ilaria, scrupoloa giornalista che nel marzo del 1994 raccontava la Somalia in guerra, tra bande, inefficaci missioni dell'Onu e loschi traffici d'armi. Aveva certamente intuito e capito qualcosa di grave Ilaria in quei giorni assieme al suo cameraman Hrovatin, una verità che le è costata la vita. 
   
   "Con il cuore pieno di amarezza, come cittadina e come madre - dice Luciana Alpi - ho dovuto assistere alla prova di incapacità data, senza vergogna, per ben ventitré anni dalla Giustizia italiana e dai suoi responsabili, davanti alla spietata esecuzione di mia figlia Ilaria e del suo collega Miran Hrovatin. "Non posso tollerare ulteriormente il tormento di un'attesa che non mi è consentita né dall'età né dalla salute. Per questo motivo ho deciso di astenermi d'ora in avanti dal frequentare uffici giudiziari e dal promuovere nuove iniziative. Non verrà però meno la mia vigilanza contro ogni altro tentativo di occultamento".


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