"Riparte il futuro": Malaffare, corruzione, scandali, inefficienze frenano il futuro del nostro Paese e quello delle nuove generazioni

di redazione 06/02/2017 ECONOMIA E WELFARE
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Le manifestazioni di questi giorni in Romania di migliaia di cittadini contro il governo del premier socialdemocratico Sorin Grindeanu contro alcuni provvedimenti di depenalizzazione della corruzione, ci dicono che nell’Europa agitata dagli spettri della crisi e della sicurezza di questi anni, il bisogno di giustizia onestà e trasparenza delle istituzioni è molto sentito tra i cittadini.

Naturalmente non è possibile generalizzare, ogni paese ha la sua storia interna istituzionale, ma non è difficile immaginare così come moti recenti sondaggi hanno confermato che anche in Italia sia così. Al di là della crisi economica, del lavoro, che restano le questioni irrisolte per il nostro paese c’è bisogno di un grande rinnovamento morale da realizzare a partire dalle istituzioni.

In tal senso l’Italia è purtroppo agli ultimi posti nel continente e anche tra i paesi più progrediti in quanto a fiducia dei cittadini verso le istituzioni, una fiducia scalfita da anni di scandali, corruzione, e colpevole malfunzionamento degli apparati statali.

Spesso ci si chiede da dove ripartire, per il Paese, peri giovani, per il lavoro. Una risposta condivisibile e chiara giunge da un report pubblicato sul sito di Riparte il Futuro.

Riparte il futuro è una comunità digitale apartitica che già conta oltre 1 milione di persone che cerca di sconfiggere la corruzione promuovendo la trasparenza e la certezza del diritto. Sul sito si legge che viene richiesta la partecipazione di tutti i cittadini in questa battaglia.

Il report è un’analisi puntuale del fenomeno corruzione, fenomeno da combattere non solo per motivi morali e vediamo perché.

Di seguito i dati pubblicati da Riparte il futuro:

 "I dati parlano chiaro: a più alto livello di corruzione corrispondono meno competitività, meno investimenti, meno produttività, meno progresso tecnico, meno innovazione, meno impresa e perciò più disoccupazione. Infatti un Paese corrotto non è affidabile per gli investitori, specialmente stranieri, e di conseguenza perde opportunità di business e sviluppo.

A farne le spese sono soprattutto i giovani disoccupati, mentre l'inefficienza, i servizi scadenti, il peso della crisi economica, l'assenza di opportunità sono problemi comuni a tutta la società civile.

Solo combattendo la corruzione l’Italia potrà riacquistare la credibilità necessaria per attrarre capitali, italiani e stranieri, aumentare la produttività e creare nuove opportunità di lavoro soprattutto per le nuove generazioni.

Ecco la dimostrazione del perché la corruzione affligge la vita quotidiana di tutti noi, nessuno escluso.

 All’interno dell’Unione Europea l'Italia è al penultimo posto nella classifica globale di percezione della corruzione, (Transparency International, «Corruption Perception Index», 2015) e occupa il 18°posto nel Global Competitiveness Index (World Economic Forum, 2015) che valuta annualmente la produttività e l’efficienza dei paesi

Confrontando questi due indicatori si nota che, di media, a maggior corruzione percepita corrisponde un minore livello di competitività del Paese in oggetto. Secondo varie ricerche infatti la corruzione indebolisce le norme antitrust, impedisce l'accesso di nuovi soggetti nel mercato e crea ostacoli alla concorrenza.

La corruzione in Italia è un problema sistematico, difficile da mettere in relazione con altre mancanze strutturali in base a rapporti di causa e effetto. Analizzando tuttavia alcuni indicatori significativi, abbiamo osservato come questi risultino correlati alla diffusione di tangenti e malaffare. Gli indicatori presi in esame sono:

Meno competitività = meno investimenti

Una questione di (mancanza di) fiducia

Questo dimostra che la corruzione non causa solo sprechi e perdite dirette di capitale ma anche una vera e propria distorsione del mercato. In particolare disincentiva gli investimenti sia interni che stranieri: quale imprenditore di buon senso, infatti, metterebbe a rischio le proprie risorse in un Paese in cui non c’è rule of law, la normativa anticorruzione è ancora molto debole, la burocrazia è scoraggiante e i processi hanno tempi infiniti ed esiti incerti? Solo per citare un dato, i detenuti per corruzione e concussione sono appena 299 nel 2015 secondo il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

Tutto ciò significa che la corruzione impedisce la certezza del ritorno sugli investimenti inficiando la produttività e la competitività. Questo avviene sia per i capitali interni che per i Foreign Direct Investment (FDI).

Il futuro è bloccato

Minori investimenti comportano minori opportunità di fare impresa e creare nuovi posti di lavoro, specialmente per i più giovani: non a caso l’Italia ha un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 39% contro il 22% dell’Eurozona (Eurostat, febbraio 2016).

La scarsità di FDI comporta una perdita anche in termini di trasferimento internazionale di tecnologie e know-how, misurata dalla nostra bassa prestazione nell’indice di progresso tecnicocome osserva anche l’OECD, che rappresenta un punto fondamentale della crescita a lungo termine. Inoltre la mancanza di competitività agisce negativamente sulla produttivitàsull'innovazione, sulla capacità di fare impresa e sulla spesa pubblica.

Uniamoci per ripartire

Combattere la corruzione è un passo indispensabile per far ripartire l'Italia, per questo abbiamo creato Riparte il futuro".


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