Rapporto Oxfam. "Otto miliardari possiedono la ricchezza di metà della popolazione mondiale". Multinazionali, mercato senza regole, depauperamento delle risorse, mancata scolarizzazione. Un mondo a misura di ingiustizie

di redazione 16/01/2017 ECONOMIA E WELFARE
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Il Neo liberismo ha vinto, hanno perso l’umanità, l’uguaglianza, la giustizia sociale. Potremmo amaramente riassumere così l’essenza del Rapporto Oxfam 2016 sui dati della ricchezza e della povertà globale. Potremmo aggiungere che ha perso l’idea stessa di democrazia. Non può esistere vera democrazia con disparità di questo calibro.

Otto super miliardari, censiti da Forbes, detengono la stessa ricchezza che è riuscita a mettere insieme la metà della popolazione più povera del globo: 3,6 miliardi di persone.

E in generale, secondo una fra le più autorevoli associazioni di beneficienza nata a Londra, l’1% della popolazione mondiale ha accumulato nel solo 2016 quanto si ritrova in tasca il restante 99%.

Un atto di accusa che giunge alla vigilia del World Economic Forum di Davos che apre i battenti martedì 17 Gennaio, in cui ministri, imprenditori, finanzieri, banche e multinazionali si incontrano per parlare di economia. Ma quale economia? Quella dei privati, sempre più florida e spregiudicata o quella degli Stati, sempre più evanescente e incapace a migliorare la vita concreta delle persone?

I dati del Rapporto, denominato non a caso “Un’economia per il 99%” , la percentuale di popolazione che si spartisce le briciole, raccontano che sono le multinazionali e i super ricchi ad alimentare le diseguaglianze, attraverso elusione e evasione fiscale, massimizzazione dei profitti e compressione dei salari. Ma non è tutto. Grandi corporation e miliardari usano il potere politico per farsi scrivere leggi su misura, attraverso quello che Oxfam chiama capitalismo clientelare.

In  questo contesto dominato dai super ricchi, individui o multinazionali, tra 25 anni potremmo trovarci di fronte al primo "trillionario", con una ricchezza superiore ai 1.000 miliardi di dollari.  

Nella città svizzera di Davos, dominata dalla "montagna incantata" raccontata da Thomas Mann, Oxfam presenterà una petizione rivolta ai governi, per provare a invertire questa rotta. Un’inversione di tendenza radicale che potrà realizzarsi solo con un grande cambiamento nel modo in cui gestiamo le nostre economie in modo che funzionino per tutte le persone, e non solo per pochi fortunati, o per le multinazionali.

Dal rapporto emergono anche dati positivi con una più ampia redistribuzione delle ricchezze, se si pensa a paesi come Cina e India nei quali milioni di persone hanno accesso a beni di consumo, cure sanitarie e possibilità di migliorara la propria scolarizzazione.

Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Oxfam International, ha dichiarato: “E’ osceno che tanta ricchezza sia nelle mani di così pochi, Quando 1 persona su dieci nel mondo vive, sopravvive con meno di 2 $ al giorno. La disuguaglianza sta intrappolando centinaia di milioni di persone in una povertà senza speranza, frantumando le nostre società e minando la democrazia”.

Salari, risorse ambientali e agroalimentari, tasse, sanità, alfabetizzazione, tutti questi ambiti non possono che subire l’attacco di un’economia senza regole, completamente in mano ai mercati, dunque in mano a chi materialmente può gestire e influenzare i commerci mondiali, l’agricoltura, la produzione di beni primari, la gestione di risorse pubbliche.

Critica la situazione di milioni di donne che sono quelle che spesso subiscono maggiormente le ingiustizie economiche e sociali. In molti nazioni, Oxfam ha rilevato che i salari delle donne sono fermi a quelli che in Europa e in America l edonne percepivano prima della Seconda Guerra Mondiale.

A furia di massimizzare i profitti si è innescato una corsa al massimo ribasso dei salari, dei diritti dei lavoratori, che in realtà coinvolge anche i Paesi più sviluppati. E mentre gli amministratori delegati delle corporation globali hanno visto aumentare del 20% in dieci anni, gli anni della crisi, i loro profitti, ci sono almeno 200 milioni di bambini che ogni anno non hanno nessun tipo di scolarizzazione perché, “semplicemente”, non esistono scuole nei posti dove vivono.

Il rapporto sottolinea l'uso che i super-ricchi fanno di una rete di paradisi fiscali per evitare di pagare una giusta quota di imposta e un esercito di gestori patrimoniali che gli garantiscono i rendimenti sui loro investimenti, strumenti che sono disponibili per i risparmiatori ordinari. Contrariamente a quanto si crede inoltre, molti dei super-ricchi non sono self-made man.

E l’Italia non fa eccezione. I primi 7 miliardari italiani possiedono quanto il 30% dei più poveri. «La novità di quest’anno è che la diseguaglianza non accenna a diminuire, anzi continua a crescere, sia in termini di ricchezza che di reddito», spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia. Nella Penisola il 20% più ricco ha in tasca il 69,05% della ricchezza, un altro 20% ne controlla il 17,6%, lasciando al 60% più povero il 13,3%. O più semplicemente la ricchezza dell’1% più ricco è 70 volte la ricchezza del 30% più povero. Ma Oxfam non punta il dito solo sulla differenza tra i patrimoni di alcuni e i risparmi, piccoli o grandi, dei tanti. Le differenze si sentono anche sul reddito, che ormai sale solo per gli strati più alti della popolazione. Perché mentre un tempo l’aumento della produttività si traduceva in un aumento salariale, oggi, e da tempo, non è più così. Il legame tra crescita e benessere è svanito. La ricchezza si ferma solo ai piani alti.

Accade ovunque, Italia compresa. Gli ultimi dati Eurostat confermano che i livelli delle retribuzioni non solo non ricompensano in modo adeguato gli sforzi dei lavoratori, ma sono sempre più insufficienti a garantire il minimo indispensabile alle famiglie.

Non ci si deve stupire dunque se ben il 76% degli intervistati - secondo il sondaggio fatto da Oxfam per l’Italia - è convinto che la principale diseguaglianza si manifesti nel livello del reddito. E l’80% considera prioritarie e urgenti misure per contrastarla.

Ai governi Oxfam chiede di fermare sia la corsa al ribasso sui diritti dei lavoratori, sia le politiche fiscali volte ad attirare le multinazionali. I governi dovrebbero aumentare le tasse sui redditi alti e la ricchezza sia per garantire una maggiore parità di condizioni, e per generare i fondi necessari per investire in sanità, l'istruzione e la creazione di posti di lavoro.

Inoltre per Oxfam è indispensabile che i Governi cooperino piuttosto che competere. I governi dovrebbero lavorare insieme per garantire che i lavoratori vengano pagati con un salario decente, e di porre fine alla evasione fiscale.

Oxfam infine chiede ai dirigenti d'azienda presenti a Davos di fare la loro parte nella costruzione di una economia umana.

 Si discuterà di tutto questo nella città svizzera all’ombra della Montagna incantata?

 

 


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