Malawi. Il tragico destino degli albini

di redazione 12/01/2017 NON SOLO OCCIDENTE
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C'è una nazione nel mondo nella quale esere nati albini equivale, nel migliore dei casi, ad una vita di stenti, difficoltà, discriminazioni, nel peggiore, e purtroppo capita spesso, si trasforma in una condanna a morte. Parliamo del Malawi, picolo stato del sud est del continente africano.

Da anni molte organizzazioni internazionali si occupano di questo tragico fenomeno che nasce da una serie di superstizioni, discriminazioni, intolleranza ad accettare, in un paese dove la popolazione ha nella stragrande maggioranza la pelle nera, quegli individui che nascono con una deficienza di pigmentazione melaninica.

Amnesty International se ne occupa da tempo e ha pubblicato sul suo sito la notizia dell'uccisione del primo albino in questo 2017.

Madalitso Pensulo, un diciannovenne del villaggio di Mlonda, è la prima persona con albinismo uccisa nel 2017 in Malawi.

 Questo ennesimo omicidio, avvenuto il 10 gennaio nel distretto di Thyolo, chiama direttamente in causa il sistema politico e quello giudiziario dello stato africano, che hanno favorito la diffusione di un clima d’impunità a causa del quale le persone con albinismo vivono nel terrore, persino all’interno delle loro comunità.

In Malawi vivono dai 7000 ai 10.000 albini, tutti in pericolo di essere uccisi a causa della credenza che il possesso di parti del loro corpo renda ricchi.

Gli attacchi nei loro confronti sono aumentati notevolmente dal novembre 2014. Solo nel 2015, vi sono stati 45 omicidi o tentati omicidi.

L’autore dell’omicidio di Madalitso Pensulo è conosciuto nel villaggio di Mlonda.  Amnesty International ha chiesto alle autorità del Malawi di portarlo rapidamente di fronte a un giudice affinché sia processato.


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