Giornata mondiale contro l'Aids. Nel mondo un contagio ogni cinque minuti. Intanto nelle farmacie italiane arriva il test fai da te per scoprire se si è sieropositivi

di redazione 30/11/2016 SCIENZA E TECNOLOGIA
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Sono passati più di trent’anni da quando l’Aids ha scosso il mondo rivelando all’opinione pubblica la strage silenziosa compiuta dal virus. Da allora gli sforzi si sono concentrati nello scovare cure adeguate e sensibilizzare la popolazione su prevenzione e sessualità protetta. Sebbene negli ultimi quindici anni il numero di nuove infezioni registrate sia diminuito di circa un terzo, ancora nel mondo più di 36 milioni di persone sono affette dall’Hiv e si è ancora molto distanti dall’obiettivo di ridurre i nuovi casi a 500 mila l’anno entro il 2020.

Informare per prevenire, questo il mantra dell'Organizzazione mondiale per la Sanità e di tute le associazioni che si occupano di questa terribile malattia.

Seconodo i dati in possesso dall'Oms, se in Europa e in Nord America l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite ha stimato la presenza di 2,4 milioni di sieropositivi, i numeri crescono vertiginosamente nel continente africano. A sud del Sahara infatti circa 25 milioni e mezzo di persone hanno contratto il virus dell’Hiv: circa il 70% del totale a livello globale. Dei 4000 contagi che in media si registrano ogni giorno, circa il 56% riguarda le donne, più esposte e vulnerabili. Oltre alla mancanza di struttre igienico sanitarie e di una vera e propria formazione sulle norme igieniche nenorme da seguire, a mietere vittime sono anche i rapporti sessuali a rischio soprattutto dove il preservativo viene visto come qualcosa di sconveniente e contrario alla moralità condivisa.

 Anche in Italia l’Hiv continua a mietere vittime. L’Istituto superiore della sanità ha stimato che nel 2015 si sono registrati più di 3.400 nuovi casi e di questi circa la metà è stata rilevata solo in uno stadio avanzato della malattia. Un segnale che evidenzia la necessità di educare e far conoscere anche ai più giovani come prevenire il contagio. 

Sono ancora troppi a non essere consapevoli. Nel corso del 2015, infatti, sono oltre 15.700 le persone messe in trattamento antiretrovirale da Medici con l’Africa Cuamm, che da sempre si impegna nella lotta contro l’Hiv/Aids. Era il 1985 quando, nel corso della conferenza dei medici tanzani a Tosamaganga, un team di medici italiani e tanzani del Cuamm, per la prima volta, parlava di Aids in Africa, portando all’attenzione della comunità scientifica casi osservati nell’ospedale di Bukoba, sempre in Tanzania. Adistanza di oltre trent’anni, molte persone in tutto il continente ancora non sono consapevoli dei rischi che corrono o di quello che possono fare per evitare il contagio. Troppo spesso i pazienti abbandonano le cure perché scoraggiati, emarginati o privi di mezzi.

 I rapporti sessuali. La principale causa di contagio sono i rapporti sessuali non protetti: 44,9% eterosessuali e il 40,6% maschi omossessuali, per un totale dell'85,5% di tutte le segnalazioni. E considerando che il picco di incidenza, 15,4 casi ogni 100 mila residenti sono nella fascia di età 25-29 anni, risulta fondamentale potenziare l'informazione tra i giovani delle fasce di età precedenti.

Intanto arriva nelle farmacie italiane il TEST diagnostico per l'Hiv. Costerà 20 euro per scoprire a casa propria se si è sieropositivi o meno, grazie a un dispositivo che da domani 1 dicembre sarà nelle farmacie. Non ci vorrà una ricetta del medico per averlo, esattamente come per il test di gravidanza. Si fa attraverso un prelievo del sangue con una piccola puntura al polpastrello. Già dopo 15 minuti sono disponibili i risultati. Il produttore, che è la casa farmaceutica Mylan, ricorda come comunque per l'autotest valga la stessa regola degli esami di laboratorio riguardo all'"intervallo finestra". Tra il momento del contatto a rischio e quindi del presunto contagio e l'analisi, infatti, devono passare almeno 90 giorni. La sensibilità e quindi l'attendibilità nella rilevazione dell'infezione è vicina al 100%. Gli errori possono essere dei "falsi positivi" cioè delle positività al virus che in realtà non ci sono. Questo problema è superato dal fatto che quando viene rilevata la presenza dell'Hiv con l'autotest è comunque necessario confermare la diagnosi con le analisi di laboratorio prima di avviare qualunque cura o terapia. E comunque è necessario, dopo il risultato, contattare subito un medico.


Il test fai-da-te. Per l'Hiv, come per altre malattie infettive croniche e non solo, è diffuso il problema delle persone che sono malate e non sanno di esserlo. In Italia si stimano numeri tra le 6.000 e le 18.000 e l'autotest potrebbe essere utile per far venire alla luce nuove diagnosi, spingendo a controllarsi chi oggi non si vuole rivolgere a una struttura sanitaria per capire se è malato perché teme per la sua privacy. Tra l'altro, ieri l'Oms, in vista della Giornata mondiale Aids di domani, ha raccomandato l’auto test per l’Hiv “come modo innovativo per raggiungere più persone infettate e contribuire a realizzare l'obiettivo mondiale, lanciato nel 2014, di rendere consapevole del loro stato il 90% di tutte le persone con Hiv entro il 2020”.
  Il nuovo dispositivo, presentato oggi alla Camera dalla FondazioneThe Bridge, in collaborazione con Nps Italia Onlus e Mylan, può essere venduto dai farmacisti solo ai maggiorenni. 

I farmacisti che vorranno ordinare i test, distribuiti da pochi mesi anche in Francia, dovranno prima seguire un corso di formazione online su come rapportarsi al paziente. 

 



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