La consulta "Riforma Pubblica amministrazione da..riformare". Il Governo non può decidere senza le Regioni

di redazione 25/11/2016 POLITICA
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La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità della riforma Madia sulla P.A. nella parte in cui prevede che l'attuazione della stessa, attraverso i decreti legislativi, possa avvenire con il semplice parere della Conferenza Stato-Regioni o Unificata. Secondo la Consulta, che si è pronunciata dopo un ricorso della Regione Veneto, è invece necessaria la previa intesa. La pronuncia di legittimità riguarda le norme relative alla dirigenza, partecipate, servizi pubblici locali e pubblico impiego.

La Corte ha circoscritto il giudizio alle misure della delega Madia impugnate dalla Regione Veneto, lasciando fuori le norme attuative.

"Le pronunce di illegittimità costituzionale colpiscono le disposizioni impugnate solo nella parte in cui prevedono che i decreti legislativi siano adottati previo parere e non previa intesa", si spiega nella sintesi della sentenza. In particolare, sono stati respinti i dubbi di legittimità costituzionale relativi alla delega per il Codice dell'amministrazione digitale. Le dichiarazioni di illegittimità costituzionale riguardano quindi esclusivamente le deleghe al Governo "in tema di riorganizzazione della dirigenza pubblica", "per il riordino della disciplina vigente in tema di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni", "di partecipazioni azionarie delle pubbliche amministrazioni e di servizi pubblici locali di interesse economico generale".

La Consulta, guardando al futuro, sottolinea comunque che "le eventuali impugnazioni delle norme attuative dovranno tener conto delle concrete lesioni delle competenze regionali, alla luce delle soluzioni correttive che il Governo, nell'esercizio della sua discrezionalità, riterrà di apprestare in ossequio al principio di leale collaborazione".

La ministra Madia ha convocato i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per mercoledì 30 novembre su questioni connesse al lavoro pubblico. E' quanto si apprende da fonti sindacali. Sul tavolo c'è lo sblocco dei contratti nel pubblico impiego.

Ha fatto buon viso a cattivo gioco Matteo Renzi, che a nove giorni dal referendum costituzionale ha approfittato del pronunciamento per sottolineare: “La Consulta ha dichiarato parzialmente illegittima la norma sui dirigenti perché non abbiamo coinvolto le Regioni. E’ un Paese in cui siamo bloccati.

Chiaro il riferimento agli effetti della revisione del titolo V prevista dalla riforma Renzi-Boschi: se passerà, il governo potrà bypassare gli enti locali evitando la grana dei conflitti di competenza.

. Di parere diametralmente opposto i dirigenti, da tempo sulle barricate contro il ruolo unico e il rischio di restare senza poltrona e con lo stipendio ridotto: “E’ tutto da rifare. E domani la delega scade“, cantano vittoria. La Madia si limita a dire che “le sentenze si rispettano”. E, già che c’è, aggiunge anche lei che “se votiamo sì non ci sarà più la possibilità che una Regione blocchi l’innovazione di tutto il Paese”.



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