Whatsapp ha violato o no il codice del consumo cedendo i dati personali dei propri utenti a Facebook?

di redazione Euroroma 29/10/2016 SCIENZA E TECNOLOGIA
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È quello che intende appurare l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) che ha attivato una doppia istruttoria nei confronti di WhatsApp, il servizio di messaggistica di che permette di scambiarsi SMS e da alcuni mesi anche telefonate “gratuitamente”, grazie all’abbonamento internet del proprio smartphone o tablet.

La prima istruttoria intende accertare il presunto “condizionamento” messo in atto da WhatsApp relativamente ad un messaggio visibile all’apertura dell’applicazione che portava a credere il consumatore di non poter più usufruire del servizio di messaggistica se non forniva il proprio consenso alla condivisione dei propri dati personali su Facebook. Il condizionamento risultava rafforzato dalla prespuntatura apposta sull’opzione “Facebook” in una schermata di secondo livello alla quale l’utente accedeva, dal messaggio principale, tramite apposito link.

La seconda istruttoria mira invece ad accertare la vessatorietà di alcune clausole inserite nei “Termini di utilizzo” di WhatsApp Messenger, quali: la facoltà del servizio di apportare modifiche unilaterali del contratto; il diritto di recesso stabilito unicamente per il Professionista; le esclusioni e le limitazioni di responsabilità a suo favore; le interruzioni ingiustificate del servizio; la scelta del Foro competente sulle controversie che, ad oggi, è stabilito esclusivamente presso Tribunali americani. 

 



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