Usura. 82 miliardi di euro il giro d'affari. 3 milioni di famiglie alle prese con gli usurai

di redazione 07/09/2016 ECONOMIA E WELFARE
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82 miliardi di euro nel 2015 per “l’azienda” più redditizia, l’Usura, più di quanto fattura la maggiore azienda italiana, l'Eni. Il dato emerge dall'indagine Eurispes, secondo la quale negli ultimi due anni circa il 12% per cento delle famiglie (su un totale di 24,6 milioni di famiglie) si è rivolto a soggetti privati (non parenti o amici) per ottenere un prestito, non potendolo ottenere dal sistema bancario. Restando solo sul fronte delle famiglie, la stima è che il prestito ammonti, in media, a 10.000 euro (richiesti anche in diverse occasioni), per una cifra di 30 miliardi di euro per 3 milioni di famiglie nel ruolo di vittime.

Un valore analogo, tanto per dare un’idea, a quello complessivo dell’export delle imprese meccaniche. Lo denuncia l’Eurispes nel suo rapporto annuale, nel quale vengono presi in esame i dati relativi al 2015. La cifra totale corrisponde alla somma del denaro prestato ad usura a famiglie e imprese (37,25 miliardi) e di quello restituito con tanto d’interessi (44,7 miliardi). Interesse medio calcolato intorno al 120 per cento annuo, benché molti siano i casi noti di tassi assai più elevati. Si tratta di una cifra – gli 82 miliardi – che comunque va considerata approssimata per difetto: il fenomeno dell’usura, infatti, è notoriamente caratterizzato da una significativa quota di sommerso. Molti dei prestiti illegali, cioè, restano sconosciuti alle forze dell’ordine.

Per quanto riguarda le famiglie, secondo Eurispes, in media negli ultimi due anni circa il 12 per cento delle famiglie (su un totale di 24,6 milioni) si è rivolto a soggetti privati (non parenti o amici) per ottenere un prestito. Si tratta quasi sempre di persone che si erano viste negare l’accesso al credito negli istituti bancari.

Poi ci sono, come detto, le imprese. Delle circa 750mila aziende agricole attive in Italia nel 2015, l’Eurispes ipotizza che il 10 per cento abbia avuto la necessità di richiedere denaro ad usurai, cercando dei prestiti che si aggirano, in media, intorno ai 30mila euro.  Per le aziende del commercio e dei servizi (3,3 milioni attive), si stima invece, approssimando verso il basso, che una su 10 si sia rivolta agli strozzini, per un giro d’affari complessivo di 5 miliardi.

La presentazione del rapporto è stata anche l’occasione per rivelare la messa appunto di InPut (l’indice di permeabilità all’usura dei territori). Si tratta di un complesso metodo di calcolo che permette di ipotizzare, attraverso l’incrocio di 23 diverse variabili socio-economiche, i territori più esposti al rischio di usura. In base a questo calcolo, è Parma la provincia che risulta maggiormente afflitta dal fenomeno, seguita da CrotoneSiracusaFoggia,TrapaniVibo Valentia e Palermo.

 Secondo la ricerca, il fenomeno riguarda un'azienda su dieci nei settori dell'agricoltura, del commercio e dei servizi. E i carnefici non sono solo le organizzazioni criminali, mafia in testa, ma anche una serie di "insospettabili" che hanno approfittato della crisi per arricchirsi a scapito di chi è finito con l'acqua alla gola.

FAMIGLIE 30 miliardi  66 miliardi

IMPRESE AGRICOLE  2,25 miliardi        4,95 miliardi

IMPRESE COMMERCIO E SERVIZI       5 miliardi    11 miliardi

TOTALE    37,25 miliardi       81,95 miliardiFonte: Eurispes

 Il rapporto segnala che se le regioni a maggior rischio restano quelle del Sud e le Isole, il pericolo si sta estendendo in maniera significativa anche al Centro Italia e la provincia più esposta in assoluto è Parma, seguita da Crotone, Siracusa, Foggia, Trapani, Vibo Valentia e Palermo. Non è immune nemmeno il Nord visto che nella fascia di rischio medio alta ci sono anche Aosta e Biella. "Le organizzazioni criminali - spiega Gian Maria Fara, Presidente dell'Eurispes - hanno ben compreso che l'usura rappresenta un metodo di straordinaria efficacia: da un lato per riciclare denaro sporco e ottenere facilmente ingenti guadagni, dall'altro per impossessarsi di quelle imprese e attività che non sono in grado di far fronte ai debiti contratti. Tutto questo con rischi più contenuti rispetto a quelli connessi ad altre attività illecite come ad esempio il traffico di stupefacenti". "Oggi - osserva ancora Fara- sappiamo che la figura dell'usuraio non è rintracciabile solo tra criminali e mafiosi, ma presente anche tra gli 'insospettabili': negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici, che hanno sfruttato il lungo periodo di crisi economica e l'indebitamento di famiglie, commercianti ed imprenditori per arricchirsi, forti delle crescenti difficoltà di accesso al credito bancario. Ed è nata una nuova figura: quella dell'usuraio della stanza accanto".

Tra le associazioni dei consumatori Adiconsum ha da tempo istituito un fonod antiusura che rappresenta  uno strumento fondamentale per il sostentamento delle famiglie in difficoltà

La pubblicazione del Rapporto Eurispes sul fenomeno dell’usura segnala il costante aumento di questo grave fenomeno criminale che colpisce famiglie e aziende, dietro il quale si annida sempre più spesso la malavita organizzata.

“Adiconsum - dichiara il vicepresidente del Fondo di Prevenzione dell’usura e del sovraindebitamento ex art.15 l.108/1996  Rino Tarelli, - da molti anni interviene per contrastare una piaga sociale che assume caratteristiche sempre nuove, come emerge dal Rapporto, e  collabora direttamente con il Ministero dell’Economia  a difesa delle famiglie riguardo al rischio di sovraindebitamento. Su questo problema Adiconsum ancora nel convegno che ha tenuto lo scorso mese di dicembre  ha segnalato come la lunga crisi economico-finanziaria  abbia aggravato notevolmente questo odioso problema  indicando le diverse iniziative e gli strumenti messi in campo per combatterlo con determinazione.”

“Il Fondo antiusura - conclude il presidente di Adiconsum Walter Meazza - rappresenta uno strumento prezioso a difesa delle famiglie in difficoltà.  Occorre fare prevenzione perché il sovraindebitamento rappresenta la premessa dell’usura. E questo è quello che cerchiamo di fare da anni. Tante le persone aiutate  che non sono più in grado di coprire con le loro entrate mensili tutte le spese necessarie per il sostentamento del nucleo familiare (vitto, mutuo, bollette, spese sanitarie, etc. ), e che Adiconsum continua ad aiutare, dando un importante contributo a questa battaglia di civiltà e legalità.”

 

 

 



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