TENSIONE IRAN USA, SCATTANO LE SANZIONI DI WASHINGTON. AL MOMENTO ITALIA ESENTATA

di Redazione Euroroma Notizie in breve

Nel giorno in cui gli Stati Uniti re-introducono ufficialmente le sanzioni contro l'Iran, l'amministrazione Trump "regala" all'Italia, uno dei principali partner commerciali del Paese - sei mesi di tempo per tagliare i rapporti con Teheran. L'Italia è infatti fra gli otto Paesi a cui è stato concesso più tempo prima di incappare nella ritorsione americana, secondo quanto annunciato dal segretario di Stato americano Mike Pompeo ai giornalisti. La Grecia è l'unico altro Paese europeo momentaneamente esentato.

La re-imposizione delle sanzioni ha contribuito ad alzare la tensione a Teheran: il Paese vive infatti già da mesi una difficile situazione economica. "Siamo in una situazione di guerra. Siamo contro un nemico prepotente e dobbiamo rimanere uniti per vincere", ha detto il presidente Hassan Rouhani. Nel corso dell'intervento di Rouhani, la tv ha mostrato le immagini di due esercitazioni dell'aeronautica militare avvenute nel nord del Paese, compreso l'abbattimento di un drone con un missile terra-aria. Rouhani ha paragonato la situazione attuale al 1980, quando la neonata Repubblica dell'ayatollah Khomeini si trovò in guerra contro l'Iraq di Saddam Hussein: "Ieri avevamo di fronte Saddam, oggi Trump. Non c'è differenza. Dobbiamo resistere e vincere".

Ieri, nell'anniversario della presa dell'ambasciata americana nel 1979, migliaia di manifestanti hanno invaso le piazze della capitale bruciando dollari, bandiere statunitensi e fotografie di Donald Trump, intonando lo slogan "Morte all'America". "Oggi l'Iran è in grado di vendere autonomamente il proprio petrolio, e continueremo a farlo", ha proseguito Rouhani.

Le nuove sanzioni, che metteranno fine all'accordo sul nucleare voluto dall'amministrazione Obama nel 2015, mirano a colpire soprattutto il settore petrolifero. Gli otto Paesi esentati sono appunto Italia e Grecia, e poi Cina, India, Turchia, Corea del Sud, Taiwan e Giappone.

Il semplice annuncio delle sanzioni da parte di Trump lo scorso aprile ha avuto conseguenze negative sull'economia iraniana: da allora, il rial ha perso metà del suo valore, l'export di petrolio si è dimezzato e il prezzo dei beni di prima necessità è salito alle stelle. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato che le sanzioni "mirano a colpire il regime, non il popolo", ma i firmatari europei dell'accordo del 2015 hanno duramente criticato la mossa, dichiarando che continueranno a mantenere aperti i canali con Teheran.

Nel frattempo la Svizzera ha iniziato colloqui con Washington per creare un canale finanziario a scopo umanitario per permettere a cibo e medicinali di arrivare in Iran. Le sanzioni, infatti, non comprendono beni di prima necessità, ma limitano fortemente le operazioni finanziarie con la Repubblica islamica. "Seguiamo la situazione con attenzione. In campo umanitario, il governo federale si sta impegnando affinché cibo e medicinali possano continuare ad arrivare dalla Svizzera", si legge in una dichiarazione della Segreteria di Stato per l'economia.

Plaude invece Israele: "Questo è un giorno storico", ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu ai parlamentari di Likud.





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