Festa del Cinema di Roma. Mistress America

di Euroroma 20/10/2015 ARTE E SPETTACOLO
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Innanzitutto dobbiamo fare pubblica ammenda, nel 2014 Noah Baumbach ha realizzato Giovani si diventa ed il sottoscritto non se n’è accorto, il che ci impedisce di fare confronti tra le due ultime pellicole del regista.

Ci scusiamo anche perché stavolta non faremo accenno alla trama ma c’è un motivo e risiede nell’anima stessa della poetica di questo autore.

Più la carriera di Baumbach avanza più appare chiaro che il suo cinema è fatto letteralmente di niente anche se non bisogna credere che ciò sia un difetto.

In fondo di cosa parlano i suoi film ? Di nulla in particolare.

Le sue storie, spesso ambientate nella città o nello stato di New York, hanno sempre al centro dei disadattati che vivono esistenze precarie. I genitori divorziati de Il calamaro e la balena, le due sorelle de Il matrimonio di mia sorella, i problemi mentali di Greenberg, la ricerca di identità di Frances Ha.

Anche Mistress America non sfugge a questa regola, tutti i personaggi del film sono in crisi. Lo è Brooke (Greta Gerwig) che non riesce a portare a termine nessuno dei suoi innumerevoli progetti. Lo stesso dicasi della sorella acquisita Tracy (Lola Kirke) che vive la più classica delle adolescenze inquiete. Così come i compagni di college di Tracy o la coppia di adulti formata da Dylan e Mamie-Calire il cui rapporto appare palesemente incrinato.

Baumbach semplicemente si limita ad osservare i protagonisti delle sue opere, pedinandoli nelle loro avventure quotidiane, mescolando la nouvelle vague francese al cinema di Cassavetes e condendo il tutto con sceneggiature spesso miracolose.

Più che narrare storie dipinge situazioni, accompagnate spesso dalle sue ossessioni musicali; Dean Warehan in tutte le salse (insieme a Britta Philips o con le sue band Galaxie 500 o Luna) o McCartney presente con un brano in tutti i suoi ultimi tre film.

Alle volte sembra quasi di assistere a piccoli videoclip, accadeva nella folle corsa di Frances al ritmo di Modern Love di Bowie, accade qui nella sequenza accompagnata da Souvenir degli Omd.

Il problema è che stavolta il nostro si è adagiato sul suo stile ed ha di fatto realizzato una sorta di copia del precedente e splendido Frances Ha.

Il problema è che l’eterea leggerezza venata di melanconica gioia che permeava quel gioiello qui in gran parte si perde.

Un po’ è colpa del fatto che le situazioni si ripetono simili, complice anche la presenza della stessa protagonista (Greta Gerwig, comunque come sempre perfetta), un po’ è colpa della seconda parte del film che nel ricalcare certe atmosfere tipiche dei film di Woody Allen risulta sinceramente verbosa.

Forse è ora che anche Baumbach, come i protagonisti delle sue pellicole, decida cosa fare da grande.

 

Mistress America (Selezione ufficiale)

Regia: Noah Baumbach

Cast: Greta Gerwig (Brooke)

Lola Kirke (Tracy Fishko)

Matthew Shear (Tony)

Jasmine Cephas Jones (Nicolette)

Michael Chernus (Dylan)

Heather Lind (Mamie-Claire)


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