Onu "Cambiamenti climatici, guerre e crisi energetiche. Le sfide interconnesse del futuro. Più spazio alle fonti rinnovabili"

di redazione 11/10/2022 AMBIENTE
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La fornitura di elettricità da fonti di energia pulita "deve raddoppiare entro i prossimi otto anni per limitare l'aumento della temperatura globale. Altrimenti, c'è il rischio che il cambiamento climatico, eventi meteorologici più estremi e stress idrico mettano a rischio la nostra sicurezza energetica e a repentaglio le forniture di energia rinnovabile". 

L'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), che si occupa del monitoraggio globale del clima, ha presentato il rapporto sullo "Stato dei servizi climatici 2022", che si concentra sull'energia definita la "chiave per gli accordi internazionali sullo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico".

Le forniture di energia - spiega l'Omm - "dipendono molto dalle condizioni meteorologiche e sono vulnerabili agli eventi estremi e agli impatti dei cambiamenti climatici. Sono quindi essenziali previsioni meteorologiche e climatiche accurate". "L'accesso a informazioni e servizi affidabili su meteo, acqua e clima sarà sempre più importante per rafforzare la resilienza delle infrastrutture energetiche e soddisfare la crescente domanda (c'è stato un aumento del 30% negli ultimi dieci anni)".   

Allerte meteo date in tempo stanno salvaguardando l'approvvigionamento energetico a Pechino; gli stress test climatici stanno assicurando che l'elettricità sia opportunamente distribuita nelle Dolomiti; sistemi di allerta in Tagikistan stanno fornendo un preavviso di condizioni di siccità per la pianificazione delle operazioni idroelettriche, osserva l'Omm, aggiungendo che informazioni localizzate sulle risorse eoliche stanno aiutando il processo decisionale dell'industria eolica mentre le misurazioni della radiazione solare stanno supportando il posizionamento di pannelli solari sulle barriere antirumore in Germania.

Un altro rischio per la produzione di elettricità è la scarsità di risorse idriche. Secondo l'Omm, "nel 2020, l'87% dell'elettricità globale generata da sistemi termici, nucleari e idroelettrici dipendeva direttamente dalla disponibilità di acqua". Nel frattempo, "il 33% delle centrali termoelettriche che dipendono dalla disponibilità di acqua dolce per il raffreddamento si trovano in aree ad alto stress idrico. Questo vale anche per il 15% delle centrali nucleari esistenti, una quota che dovrebbe aumentare fino al 25% nei prossimi 20 anni - osserva l'Omm - L'11% della capacità idroelettrica si trova anche in aree ad alto stress idrico, e circa il 26% delle dighe idroelettriche esistenti e il 23% delle dighe previste si trovano all'interno di bacini fluviali che attualmente presentano un rischio medio-altissimo di scarsità d'acqua".   

Le centrali nucleari, aggiunge l'Omm nel rapporto sullo "Stato dei servizi climatici 2022", non solo "dipendono dall'acqua per il raffreddamento, ma si trovano spesso in zone costiere basse e quindi sono potenzialmente vulnerabili all'innalzamento del livello del mare e alle inondazioni dovute al clima. 

Ad esempio, la centrale nucleare di Turkey Point in Florida (Stati Uniti d'America), che si trova al livello del mare, sarà minacciata nei prossimi decenni - avverte l'Omm - Secondo l'Autorità internazionale per l'energia atomica (Iaea), miglioramenti regolari nelle pratiche operative e l'evoluzione degli obblighi normativi possono ridurre sostanzialmente le perdite di produzione delle centrali nucleari dovute alle intemperie". 

Il caso di Cortina

Il rischio climatico in aumento, senza interventi incisivi con le rinnovabili, non risparmierà in futuro neanche Cortina, dove lo sci potrà essere reso difficile o addirittura impedito dalla neve bagnata. E' la stima elaborata dopo uno stress test nella regione alpina ed uno dei casi di studio contenuti nel rapporto dell' Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).

Sulle Dolomiti è stimato un aumento fino al 6,2% del rischio climatico diretto e del 10,2% del rischio climatico indiretto, in particolare nella provincia di Belluno, nel periodo 2036-2065.

Il caso-studio esamina i piani di sviluppo e investimento locale per vedere se sono "a prova di clima". Lo stress test è stato concentrato sulle quattro principali attività economiche dell'area: turismo, sport invernali, industria dell'occhialeria e fornitura di energia elettrica. I risultati mostrano che "alcune aree presentano combinazioni di rischi multipli a livelli più elevati, che dovrebbero essere considerate attentamente nella pianificazione.Come le aree chiave per la produzione di occhiali (Longarone, Sedico, Agordo), dove sono presenti anche rischi per gli sport invernali. 

Lo studio, spiega l'Omm, si è concentrato sulle Dolomiti, dove il cambiamento climatico "ha già mostrato notevoli effetti in termini di aumento della temperatura (2 gradi negli ultimi 120 anni) a un ritmo che è addirittura doppio rispetto alla media mondiale, con conseguenze drammatiche in termini di ritiro e scomparsa dei ghiacciai".



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