Prima ha ucciso l’ex compagna e la nuova, poi si è suicidato. È accaduto a Vicenza dove il 42enne Zlatan Vasiljevic, dopo aver sparato a Lidia Miljkovic, è fuggito in auto con un’altra donna, Gabriela Genny Serrano, che ha ucciso prima di spararsi. È la ricostruzione degli inquirenti che stanno indagando sulla vicenda.

Miljkovic aveva da poco accompagnato i due figli a scuola ed era risalita in auto, quando Vasiljevic l’ha raggiunta sparandole. Il corpo della 42enne è stato trovato sull’asfalto vicino alla macchina nel quartiere Gogna alla periferia di Vicenza. In quel posto forse si erano dati appuntamento per discutere questioni legali, o più probabilmente lui le ha teso un’imboscata e l’ha uccisa. 

L’uomo, subito dopo il femminicidio, avrebbe anche fatto detonare alcuni esplosivi, prima di darsi alla fuga con l’altra donna, forse la nuova compagna. Nell’auto avrebbe ucciso anche lei, prima di lanciare altre granate e di suicidarsi. I corpi sono stati ritrovati dentro la vettura ferma in una piazzola della Tangenziale ovest di Vicenza, all’interno anche altri ordigni, tanto che sono dovuti intervenire gli artificieri.

A quanto risulta agli inquirenti, l’obiettivo dell’uomo sarebbe stato quello di sterminare l’intera famiglia di Miljkovic. Per questo motivo, dopo l’allarme del primo omicidio, gli agenti della polizia hanno messo in sicurezza i due figli e l’attuale compagno della donna.

 

Zlatan Vasiljevic, originario di Doboj, cittadina nella Repubblica serba della Bosnia Erzegovina, viveva in Veneto da diversi anni. Era un camionista, anche se di recente era rimasto disoccupato. Diverse persone vicine a lui hanno confermato che avesse un problema con l’alcol, peggiorato con la disoccupazione. Nel 2005 il matrimonio con Lidia Miljkovic, poi l’arrivo dei figli tra il 2006 e il 2008.

L’uomo aveva già aggredito la moglie nel corso degli anni della loro relazione. Nel 2019 era stato arrestato ad Altavilla, dove la coppia viveva, per averla picchiata ripetutamente, dopo le denunce della donna che aveva fatto un lungo elenco di violenze ricevute. 

Già dal 2011 Vasiljevic aveva cominciato a maltrattare Miljkovic, anche davanti ai figli minori: l’ha afferrata per il collo minacciandola con un coltello, l’ha sbattuta sul frigorifero, l’ha aggredita a letto stringendole con le mani la gola urlando e l’ha picchiata facendola cadere a terra. Tutti episodi distinti. Ma Vasiljevic in carcere è rimasto poco e nel dicembre del 2019 viene emesso un ordine di non avvicinamento alla donna, nel frattempo trasferita. Miljkovic, infatti, aveva deciso di andarsene da casa per vivere insieme ai figli con i propri genitori a Schio, in provincia di Vicenza.

 

Una violenza e una tragedia annunciata ed evitabile. Il nuovo compagno di Lidia, Daniele Mondello, su Repubblica ha accusato i giudici e gli assistenti sociali: «Giusto tre settimane fa è stata emessa la sentenza di separazione. Stabiliva la cessazione dell’affido esclusivo dei figli di 13 e 16 a Lidia. Per ogni cosa bisognava mediare con il padre: scuola, tempo libero, medicine». Circostanze che mettevano in pericolo la donna. «Finché il sistema rimane questo, le donne continueranno a essere uccise», avverte Mondello.

Il titolare della ditta dove lavorava Miljkovic ricorda come la donna «è stata in malattia per diverso tempo, è stata anche ricoverata in ospedale. Era dentro e fuori dal tribunale con denunce assurde. Una tragedia annunciata, come tutte le tragedie di questo genere. Gente pazza che va in giro tutto il giorno senza far niente».